Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Milano, nuovo omaggio a Umberto Boccioni

Boccioni, Dinamismo di un corpo umano

A cento anni dalla morte, Palazzo Reale ricorda uno dei padri del futurismo italiano. La mostra ne ricostruisce il background culturale e artistico e presenta un corpus importante di opere grafiche

Boccioni, Ritratto di bimbo
Umberto Boccioni, “Ritratto di bimbo”, 1908-1909, olio su tela, 110,3 × 65,2 cm. Collezione privata

Umberto Boccioni, di nuovo. La mostra, inaugurata il 23 marzo a Palazzo Reale, a Milano, in occasione dei cento anni della morte dell’artista non è la prima che si è ammirata in città e non sarà l’ultima. Il padre del futurismo italiano, milanese d’adozione, ricordato dai più per aver immortalato l’atmosfera metropolitana della “Città che sale”, viene riproposto in una mostra sui generis, che si concentra soprattutto sul background artistico dell’autore. Umberto Boccioni. Tra genio e memoria gioca la carta della ricostruzione: protagonisti sono autori e opere che hanno ispirato e contribuito, in qualche modo, all’approdo futurista dell’autore. Fiore all’occhiello della mostra è il corpus di 60 grafiche del Gabinetto dei Disegni della Soprintendenza del Castello Sforzesco. Insieme ai disegni, a parlare di divisionismo, simbolismo e di tutto ciò che stava prima e intorno al movimento futurista sono stati chiamati in causa autori anche molto diversi tra loro, da Dürer a Gaetano Previati.

Boccioni, un “Atlante” di ispirazioni

Boccioni, Cherubino di Mozart
Jacques-Emile Blanche, “Il cherubino di Mozart” (Le chérubin de Mozart), 1903 circa, olio su tela, 156,7 × 117,9 cm. Reims, Musée des Beaux-Arts

Di Umberto Boccioni, del resto, il grande pubblico conosce già la nota scultura “Forme uniche della continuità dello spazio” e le opere più importanti di stile futurista come “Elasticità”, “Dinamismo”. I disegni, invece, sono certo meno conosciuti al grande pubblico, così come meno note sono le ispirazioni che l’artista ha potuto trarre da Giovanni Segantini, Gaetano Previati e da opere di classici del passato. Boccioni stesso aveva stilato un “atlante”, un book, come si direbbe in termini moderni, di referenti e spunti di riflessione per il suo lavoro: figurano opere di un certo fascino, con soggetti e temi non banali come Il Cherubino di Mozart, di Jacques Emile Blanche, La Vecchia di Richard Miller, le stampe le stampe di Albrecht Dürer, il Ruscello dello svedese Anders Zorn.
Chi voglia proseguire la visita sui temi del primo Novecento, pre-futurismo e futurismo potrà recarsi al vicino Museo del Novecento, con un biglietto agevolato.
La mostra “Umberto Boccioni. Tra genio e memoria” sarà a Milano fino al 10 luglio. Da novembre 2016 sarà proposta poi al Mart di Rovereto.

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Per maggiori informazioni: www.palazzorealemilano.it

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