Museo della Follia. Da Goya a Bacon è una mostra che intende portare alla ribalta la tematica della follia, dello squilibrio mentale che ha stravolto la mente di alcuni illustri artisti, ma anche far riflettere il visitatore sulla sottile linea di demarcazione tra normalità ed anormalità. Il titolo di questa singolare mostra implica ed interpreta il triste repertorio di autorevoli artisti che hanno trascorso la loro vita spesso oltrepassando il confine della normalità, tra turbamenti dell’anima e comportamenti irrazionali. L’esposizione, curata da Vittorio Sgarbi, è stata aperta al pubblico l’11 marzo e proseguirà fino al 16 novembre 2017 nelle sale del MuSa a Salò, sulla sponda occidentale del Lago di Garda.
Esposte oltre 200 opere tra dipinti, sculture, fotografie, oggetti ed installazioni multimediali. Queste ultime potranno essere viste all’interno del container, “L’Intonapensieri”, posto fuori del MuSa, relative alla tematica della follia, attraverso le testimonianze di personalità che hanno avuto “incontri ravvicinati” con la pazzia: Antonio Ligabue, Alda Merini, Pino Roveredo, Nietzche, e lo psichiatra Franco Basaglia, fondatore della moderna salute mentale e promotore di terapie innovative quali laboratori di pittura e di teatro. Potranno essere esplorati i tormenti interiori, i sentimenti contradditori, le emozioni altalenanti che hanno disturbato il precario equilibrio psico-fisico di artisti i cui soggetti sono la testimonianza diretta delle loro alterazioni di personalità. E’ il caso di Antonio Ligabue, ricoverato più volte presso l’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia; nei soggetti delle sue tele colori accesi e linee naif. Francisco Goya, conosciuto per la Maja desnuda e la Maja vestida, ha sofferto di continui svenimenti e di problemi di vista che contagiarono la sua pittura con figure da incubo.
Ed ancora Francis Bacon colpevole d’essere un “diverso”, un anormale, appunto, nella società all’inizio del XX secolo, dipinse soggetti stralunati. Vincent Van Gogh, soffriva di atteggiamenti autolesionistici che lo spinsero a tagliarsi parte del lobo di un orecchio fino ad essere perseguitato da deliri e da allucinazioni impressi in alcune sue opere.
Nel percorso espositivo c’è spazio anche per un piccolo dipinto di Adolf Hitler, artista mancato, che testimonia tutta la follia distruttrice dell’animo del dittatore nazista. Il piccolo olio è stato prestato da un collezionista tedesco e mai esposto prima d’ora. La mostra presenta opere di artisti di fama internazionale quali: Francisco Goya, Van Gogh, Franz von Stuck,Francis Bacon, Jean-Michel Basquiat, Telemaco Signorini, Antonio Mancini, Fausto Pirandello, Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi.
A sorprendere il visitatore è senz’altro la “Stanza della Griglia”, un grande reticolo lungo 50 metri su cui sono esposti 90 ritratti di pazienti ricoverati negli ex manicomi a testimonianza di quanto può essere lacerante la sofferenza interiore.
Informazioni: www.museodisalo.it