Per celebrare i 70 anni del Cavallino Rampante, quest’anno alla gara di regolarità Parma-Poggio di Berceto 2017, oltre alle consuete auto d’epoca, era presente un nutrito gruppo di Ferrari sia modelli d’epoca che più recenti. Infatti fu proprio nell’edizione del 1919 che Enzo Ferrari, poco più che ventenne, esordì nel mondo delle competizioni, sedendo al volante di una CMN. Arrivò undicesimo assoluto e quarto di Categoria. Vinse Antonio Ascari su Fiat.
Parma-Poggio di Berceto: la storia
E’ del 1913 la prima gara disputata sul bellissimo percorso della Parma-Poggio di Berceto, una delle nostre più “antiche” competizioni, che inizia il suo Albo d’Oro con i bei nomi di Giovanni Marsaglia e dell’Aquila Italiana. La prima edizione della Parma-Poggio di Berceto, viene disputata il 28 settembre 1913. L’idea di organizzare una corsa automobilistica, da inserire nei festeggiamenti per il Centenario Verdiano, che si teneva nel Settembre di quell’anno, fu di un gruppo di pionieri dello sport motoristico parmense riuniti nella Società Pro Parma. Nel corso della sua gloriosa storia (quindici edizioni di velocità, dal 1913 al 1955 e sei edizioni di velocità sul tratto Fornovo-Monte Cassio, dal 1962 al 1975), si sono cimentati piloti di fama internazionale quali Giuseppe Campari, Antonio Ascari, Luigi Villoresi.
Vini e prosciutto crudo
Anche quest’anno la gara della domenica è stata preceduta il sabato dal Circuito di Parma “Trofeo del Prosciutto di Parma” con quarantadue prove di regolarità che hanno portato i concorrenti da Sala Baganza a Monte delle Vigne e successivamente nel Centro Storico di Parma e in Piazza Duomo, con una cena di benvenuto all’Hotel Stendhal. Da ricordare la sosta a Monte delle Vigne dove il crudo di Parma tagliato con una affettatrice d’epoca Berkel è stato accompagnato da una degustazione di vini prodotti dalla Casa (lo storico Nabucco nato 25 anni fa e il Rosso Monte delle Vigne recentemente premiato dal Gambero Rosso ). Alla ripartenza gli equipaggi sono stati omaggiati di una bottiglia di spumante brut personalizzato con il marchio della gara.
Parma-Poggio di Berceto: la salita alla Cisa
Abbiamo partecipato direttamente ad entambe le gare con una rara Volvo PV 544 Sport del 1964, con la quale domenica, partendo dal famoso Teatro Regio di Parma, attraversando i comuni di Collecchio, Sala Baganza, Fornovo di Taro e Terenzo abbiamo raggiunto Berceto, località appenninica famosa soprattutto per i funghi. Un percorso totale di 140 km, che ha consentito di ripercorrere il tracciato della storica corsa in salita sulla leggendaria statale della Cisa, il cui ultimo tratto era chiuso al traffico per consentire l’effettuazione di alcune delle cinquantadue prove di regolarità.
Il meccanico di Lauda
Partecipante d’eccezione quest’anno è stato Ermanno Cuoghi, divenuto famoso come capo meccanico della Ferrari negli anni ’70, quando assisteva personalmente Niki Lauda. Un periodo storico per la casa di Maranello che, grazie al pilota austriaco, si è aggiudicata due titoli mondiali e ne ha sfiorato un terzo. Ermanno Cuoghi, era lì con lui, perché era il suo meccanico di fiducia, colui che rendeva velocissima la Ferrari del campione austriaco, con il quale ha condiviso i trionfi, le sconfitte, le gioie e i dolori. Ma Cuoghi, residente proprio a Sala Baganza, per “computer”, come veniva soprannominato Lauda per la sua meticolosità nella guida e nella messa punto della monoposto, non era soltanto un semplice meccanico: era, ed è, un amico. Proprio pochi giorni prima della Parma-Poggio di Berceto è stato presentato il libro “Ermanno Cuoghi il meccanico di Niki Lauda” scritto da Federica Ameglio, che ha voluto raccontare la vita, appresa in viva voce, di Ermanno che copre anche venti anni e più di storia dei motori, dalla Formula 1 al Campionato Mondiale Sport, fino alla Formula 3 e F.Nissan.
Parma-Poggio di Berceto: il gran finale
La gara si è conclusa alla Corte di Giarola, che significa “luogo ghiaiato”. L’antica corte dal Medioevo all’Ottocento è stata monastero Benedettino e all’interno si trova la chiesa romanica di San Nicomede; oggi, oltre al Ristorante, dove i partecipanti hanno gustato le specialità della zona, vi ha sede il Parco del Taro, il museo del Pomodoro e il Teatro alla Corte. A fine gara ha ospitato le 100 auto partecipanti (di cui quasi 40 Ferrari che schierate all’interno della corte hanno offerto uno spettacolo superbo, affiancate dalle altre auto d’epoca che andavano dal 1928 al 1991).
Ricordi svedesi
Infine un curioso episodio che riguarda la nostra Volvo: in attesa della partenza siamo stati avvicinati da un signore svedese, ora residente in zona ma nativo di Goteborg, la città sede della casa svedese, che ci ha raccontato che da piccolo aveva trascorso i suoi viaggi sul sedile posteriore di una vettura simile alla nostra e che ci ha spiegato che il nome Volvo deriva dal latino volvere (rotolare, scorrere) e fu scelto da uno dei due soci fondatori che aveva lavorato per la fabbrica di cuscinetti a sfera SKF mentre la sigla PV sta per Personvagnar, cioè auto per il popolo in svedese. Infatti il modello era diffuso in Svezia proprio come auto per famiglia.