L’autunno è il tempo del foliage, dei primi freddi e anche delle castagne. Un frutto da sempre gustato in varie forme per la sua grande versatilità. In molti luoghi d’Italia, laddove l’altitudine e il clima lo consentono, vengono raccolte le castagne e si organizzano feste a tema per la gioia di molti. Dal Nord d’Italia al Sud e isole comprese non mancano sagre regionali per celebrare la regina dei boschi in autunno.
A San Zeno di Montagna, ameno paese che si affaccia sulle colline della costa veronese del Lago di Garda, ricorre quest’anno, la 51a Festa delle castagne e la 20a Festa del Marrone di San Zeno DOP.
I coltivatori del luogo sostengono che il marrone di San Zeno DOP non è una castagna qualunque, bensì un prezioso frutto. Qui viene venduto in sacchi sigillati e certificati da quando è stata registrata nel 2003 la Denominazione d’Origine Protetta (DOP). lo stesso anno si è costituito il Consorzio di Tutela che riunisce oggi più di quaranta soci con oltre 30 aziende che producono il marrone Dop.
Differenza tra castagna e marrone
E passiamo alle differenze fra castagna e marrone, anche se nel linguaggio parlato si è soliti utilizzarli come sinonimi. Entrambi provengono dall’albero del castagno, selvatico o coltivato, i cui frutti vengono raccolti tra fine settembre ed ottobre a seconda della stagione climatica e della zona.
La castagna proviene dalla pianta selvatica, è rinchiusa nel riccio che sarebbe il seme della pianta. Si presenta piccola, dalla forma piatta con la buccia di colore marrone scuro al cui interno si trova la polpa farinosa. Nel Medioevo essa era considerata l’“albero del pane” in quanto la farina ottenuta poteva diventare nutrimento per le popolazioni povere.
Il marrone è invece il frutto del castagno coltivato e modificato con innesti successivi. Il marrone è più grande della castagna, ha una forma più tondeggiante ed una buccia lucida. Il colore è marrone più chiaro, tendente a volte al rossiccio con delle striature. I marroni hanno una superficie liscia ed omogenea per cui la pellicola si toglie facilmente e si prestano quindi per le prelibate caldarroste.
Il marrone di San Zeno di Montagna
Il marrone DOP di San Zeno di Montagna non può essere venduto sfuso e infatti, per garantire la qualità, il Consorzio di tutela chiude ogni singolo sacco con un sigillo apposito in difesa del consumatore. Queste le parole di Simone Campagnari, Presidente del Consorzio di Tutela: “Il nostro marrone è un prodotto naturale, di stagione e di nicchia e va protetto da tentativi di imitazione. La sua particolarità risiede nel territorio di produzione, situato nella tradizionale fascia di vegetazione fra 250 e 900 mt. s.l.m. nella zona fra il Lago di Garda e il Monte Baldo. Non vengono inoltre utilizzati trattamenti chimici e l’intera filiera viene gestita con sistemi di lotta integrata biologica ad eventuali malattie. Per simboleggiare questa attenzione all’eco-compatibilità abbiamo scelto come nuova mascotte uno scoiattolo, presentato in anteprima alla Festa”.
Gli incontri al Villaggio dei Sapori
Il ricco programma che si conclude al 5 novembre prevede l’apertura del Villaggio dei Sapori, in Piazza Schena. Qui si possono acquistare i marroni direttamente dai produttori, oppure degustare i piatti tipici tradizionali della cucina veronese, come il minestrone di marroni, dal sapore rustico e saporito negli stand attrezzati o nei ristoranti locali che hanno preparato, per l’occasione, i menu degustazione. (Date degli eventi: 21 e 22 ottobre, 28-29 e 31 ottobre; e ancora: 1- 4 e 5 Novembre 2023).
Non mancano i concorsi a premiare sia per i produttori che per gli abili cuochi e pasticceri. Per il migliore produttore il 26 ottobre la giuria del Marron d’Oro, premierà l’azienda agricola che avrà presentato i migliori marroni della produzione 2023.
Il secondo riguarda il Concorso Nazionale sui dolci a base di castagne, giunto alla nona edizione, è previsto sabato 8 novembre.
Informazioni: www.marronedisanzeno.it/
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