Bali e Giava sono due delle 17.000 isole che fanno parte dell’Indonesia. Il più grande arcipelago del mondo copre una vastissima area intorno all’Equatore, tra il sud-est asiatico e l’Australia (si estende per più di 5.000 chilometri da ovest a est, come la distanza tra il Portogallo e la Turchia orientale).
Il Paese fa parte dell’Asia, ma alcuni considerano la Nuova Guinea Occidentale come parte dell’Oceania, e in tal caso l’Indonesia sarebbe un Paese transcontinentale.
Isola di Giava: Jakarta
Il nostro viaggio è iniziato a Jakarta, metropoli di quasi dieci milioni di abitanti. Jakarta nasce come centro indù, poi musulmano e successivamente quartiere generale della Compagnia delle Indie Orientali olandese. Nel corso del tempo ha inglobato più villaggi, fino a raggiungere l’attuale estensione. I problemi maggiori sono la congestione del traffico l’affondamento fino a 15 centimetri all’anno di alcune aree della città. Il governo ha così deciso di costruire sull’isola del Borneo la nuova capitale Nusantara a circa duemila km da Jakarta.
La visita si è focalizzata soprattutto nella parte storica della città con il canale Kali Besar Barat, che collega la parte nord con la parte sud nella città vecchia, fiancheggiato dall’architettura olandese, tra cui si ammira l’ultimo ponte levatoio olandese rimasto in città, la piazza acciottolata di Fatahillah e il vecchio porto di Sunda Kelapa, che ospita una serie di golette phinisi Buginesi utilizzate per trasportare merci tra le varie isole.
Prima di lasciare la città, da vedere il Monas il Monumento Nazionale, una torre di 137 metri dove sulla cima è rappresentata una fiamma, ricoperta da 35 kg di oro ed è il simbolo della indipendenza della nazione.
Isola di Giava: Yogyakarta
La tappa successiva è stata Yogyakarta, l’anima dell’isola di Giava e la città dei templi indonesiani, con una ricca storia di cuore pulsante culturale dell’Indonesia.
Emozionante la visita al tempio buddista di Borobudur, massiccia stupa di pietra è uno dei più grandi monumenti architettonici antichi legata alla tradizione Mahayana.
Ha infatti una base di 123 x 123 metri e un’altezza di 35 metri. Costruito fra l’anno 750 e 850 d.C., Borobudur precede Angkor Wat in Cambogia di tre secoli.
Sepolto sotto la cenere vulcanica e la vegetazione tropicale, è stato riscoperto solo nel 1815. Recentemente è stato completamente restaurato sotto l’egida dell’UNESCO. Rappresenta una mappa dell’universo cosmico e della mente umana.
Secondo la filosofia buddista, un pellegrinaggio verso l’alto, ammirando le pareti ricoperte da 2.672 bassorilievi di cui più di 1.400 narranti storie riguardanti Buddha e da 504 statue dedicate a quest’ultimo.
Per la salita ai vari livelli vengono forniti dei sandali di fibra naturale in quanto non si può accedere con le scarpe.
Yogyakarta, Palazzo del sultano
Abbiamo proseguito con la visita al Palazzo del Sultano, la sede del sultano regnante di Yogyakarta e della sua famiglia, conosciuto anche come “Kraton”.
Il Palazzo è costruito con la tipica architettura giavanese e all’interno custodisce la ricchezza del patrimonio culturale e la storia della regione.
Per secoli è stato il luogo designato per vivere dalla famiglia reale. Il quartiere Kraton di Taman Sari, una vera e propria cittadina, dove vivono oltre 25.000 persone, ospita un mercato, negozi, industrie artigianali, scuole e moschee. È stato storicamente un luogo di unione tra il popolo e il potere che rappresenta la famiglia reale.
Impressionante anche la visita al Prambanan il più grande sito indù dell’Indonesia, un complesso di templi, che si estende per chilometri, decorati con incisioni murali che raccontano la storia dell’epopea Ramayana.
Sito patrimonio mondiale dell’UNESCO ospita i tre venerati templi di Candi Shiva Mahadeva, Candi Brahma e Candi Vishnu, che dominano la visuale in mezzo a tutti gli altri che vanno a formare una specie di corte.
Questi magnifici santuari furono eretti nel IX secolo quando Giava era governata dai Sanjaya antica dinastia indù. Il complesso è stato nel corso del tempo danneggiato da diversi terremoti, e ricostruito almeno in parte.
Isola di Giava: Bromo
Siamo poi saliti verso le montagne per pernottare in un lodge e affrontare una giornata intensa: sveglia alle 4 del mattino e con alcuni Toyota Land Cruiser 4×4 salire a Penanjakan a 2.770 metri di altezza per assistere all’alba da una piattaforma vicino al complesso vulcanico fumante del massiccio del Tengger con vista spettacolare dei vulcani Bromo, Batok e Semeru.
La salita tra centinaia di 4×4 e mototaxi è abbastanza caotica e alla fine bisogna camminare, ma lo spettacolo della luce dell’aurora è fantastico.
Sempre con il 4×4 abbiamo attraversato il cosiddetto Mare di Sabbia, la zona desertica formatasi nella caldera di un antico vulcano per raggiungere il punto di partenza della scalata al Monte Bromo attraverso ben 250 gradini scavati nelle pendici del vulcano. Da lassù si gode una vista spettacolare dell’interno del cratere, rimbombante e con le spesse fumate bianche: una prospettiva davvero fantastica.
Isola di Bali: Ubud
Tappa successiva è stata l’isola di Bali, nell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda, è l’unica a maggioranza induista, separata dall’isola di Giava dallo stretto di Bali. Ci siamo fermati nella cittadina di Ubud come punto di partenza per visitare i tesori storici e culturali della stessa e dei dintorni.
Vicino al villaggio di Tampaksiring abbiamo visitato il Tirta Empul, un tempio sacro con piscine la cui acqua secondo la tradizione ha forti poteri curativi e dove, in alcuni giorni, vengono fatte cerimonie di benedizione e purificazione.
Uno dei monumenti più antichi e più grandi dell’isola è il Tempio Gunung Kawi, con 10 santuari dedicati al re Udayana, circondato da verdi risaie e bellissime palme che donano al tempio un fascino particolare. Una discesa lungo le ripide scale colme di negozi di souvenir tipici, ci porta al canale del fiume, dove si trova il tempio. Nella parte esterna si possono vedere le tombe dei membri della famiglia reale, anche se sono sepolti all’interno di una delle grotte del tempio.
Bali: grotta dell’elefante e foresta di scimmie
Goa Gajah (la Grotta dell’Elefante), costruita nell’XI secolo è dotata di un grande ingresso raffigurante foglie, rocce, animali, onde dell’oceano e forme umane demoniache che scappano dalla bocca spalancata.
L’ingresso alla grotta è costituito da un enorme elefante intagliato nella roccia, la cui bocca ne è il portale. All’interno si trova una scultura di Ganesha, (dio della scienza) con aspetto di elefante.
Vi sono anche tre piscine dove uomini, donne e bambini si purificano prima della preghiera.
Mandala Suci Wenara Wana, noto anche come Foresta delle Scimmie, il santuario è l’habitat naturale della scimmia balinese dalla coda lunga.
In questo santuario vivono circa mille scimmie.
Libere nella foresta circostante, si avvicinano anche salendo sulle spalle dei visitatori, soprattutto se notano qualcosa da mangiare e aprono le cerniere degli zaini.
Isola di Bali: Kintamani
Attraverso risaie terrazzate siamo giunti a Kintamani da cui si gode una vista mozzafiato sul lago della caldera, Danau Batur ha una superfice di 15.9 kmq, per poi proseguire per il Tempio Besakih, o Tempio Madre, situato a circa 1.000 m sul livello del mare sulle pendici del grande e attivo vulcano Gunung Agung alto 3.142 m. Risale all’XI secolo ed è il tempio degli eventi più grandi e importanti di Bali.
Il principale dei 22 templi che compongono il complesso è il Pura Penataran Agung, un esteso santuario con diverse aree che rappresentano i sette strati dell’universo. Nella parte superiore del Tempio Madre si trova Pura Pangubengan, un tempio di pietra scura che offre meravigliose viste del complesso sacro. Vi sono tre templi dedicati alla trinità indù: Shiva (il distruttore), Brahma (il creatore) e Visnù (il preservatore).
Isola di Bali: Sanur
Il nostro viaggio prosegue verso Sanur, non prima di aver attraversato la zona rurale di Bali, visitando il Tempio Taman Ayun.
Costruito nel XVII secolo dall’ex re di Mengwi, il tempio è circondato da un fossato e presenta file di santuari e padiglioni.
Non è permesso l’accesso però si può osservarlo dalle mura che lo circondano.
Il Tempio si estende su un terreno dove si trovano bellissimi giardini, un fosso e varie merus (pagode) di diverse altezze.
Raggiunto il Tempio di Tanah Lot, tempio induista tra i più sacri di Bali, collocato in cima ad un’imponente formazione rocciosa sul mare sulla costa Sud-ovest. È visitabile solo dagli induisti.
Il tempio oltre ad attirare pellegrini e devoti indù è una popolare meta turistica e uno dei luoghi più fotografati di tutta l’isola, dal quale abbiamo ammirato un fantastico tramonto sul mare.
Fuori programma è stata la festività che si stava celebrando quel giorno. Centinaia le persone presenti con costumi dai colori giallo e bianco si esibivano in canti e balli tradizionali.
Il villaggio di Tunjuk
L’autentica vita balinese l’abbiamo sperimentata visitando il villaggio di Tunjuk, una visione affascinante delle pratiche tradizionali. In comunità come questa, in tutta l’Indonesia, le dimensioni e le posizioni degli edifici sono attentamente stabilite da tradizioni secolari. Qui abbiamo sperimentato nella pratica la costruzione di diversi oggetti tipici, la preparazione di alcuni piatti, la raccolta delle noci di cocco e le varie fasi della coltivazione del riso.
In particolare la preparazione della tipica offerta balinese consistente in un cesto di foglie di cocco intrecciato pieno di fiori sormontato da un singolo bastoncino di incenso fumante. Per le strade l’abbiamo visto anche con aggiunta di cioccolatini e salatini.
Concludiamo la giornata dedicata al mare sulla sabbiosa spiaggia di Sanur, protetta dalla barriera corallina, ma che risente delle maree e secondo l’ora del giorno si può camminare o nuotare nello stesso punto. Caratteristiche le costruzioni a tettoia che si trovano vicino alla riva e anche al largo. A riva si possono ammirare le Jukung, coloratissime imbarcazioni usate per la pesca.
Al limite della spiaggia corre una pista ciclopedonale, dove si trovano piccoli negozi, bar e altri locali. Un’ultima annotazione riguarda gli abitanti, sempre sorridenti, di una squisita cortesia e sempre pronti a darti una mano per qualsiasi cosa.
PHOTO GALLERY GIAVA E BALI
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