
L’ispirazione è un elemento essenziale per un artista, uno scrittore, un musicista. Può nascere da uno spettacolare evento naturale, come un tramonto, da una parola racchiusa in una poesia, da un ricordo indelebile, dalla potenza visiva di un dipinto, da un sogno premonitore o dall’incontro con una persona speciale.
Certo è che l’ispirazione è sempre un attimo da cogliere, un autentico carpe diem.
Per Gino Severini, il momento clou dell’estro creativo è stato il richiamo al passato più remoto, in particolare all’arte etrusca, di cui Cortona e gran parte del territorio aretino sono custodi preziosi.
La sua città natale gli rende omaggio con la mostra-dossier “Giano-Culsans: il doppio e l’ispirazione etrusca di Gino Severini”, visitabile dal 30 marzo al 4 maggio 2025 presso il MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona.
Culsans e il Giano bifronte

L’esposizione inedita approfondisce il legame tra il celebre artista futurista e l’iconografia del dio bifronte, simbolo della dualità e della trasformazione. Chissà quali pensieri avranno stimolato la creatività dell’artista alla vista del famoso Culsans, statuetta in bronzo molto singolare per il volto bifronte ritrovata tra i ruderi della città di Cortona nel 1847.
Un piccolo bronzo che nella mitologia etrusca corrisponde al dio delle porte, a colui che guarda contemporaneamente verso l’interno e l’esterno, o anche verso il passato e il futuro.
La statuetta antica ha suscitato nell’artista il desiderio di realizzarne una in chiave moderna nel rispetto delle sue idee futuriste. Questo dialogo tra antico e contemporaneo si manifesta nel “Giano bifronte” del 1962, opera che rappresenta l’essenza del suo linguaggio artistico e che oggi si pone al centro della mostra.

Il famoso bronzetto etrusco Culsans e il Giano bifronte di Severini sono esposti insieme per la prima volta nella mostra dossier accanto anche al dipinto “Natura morta con aringa e compostiera blu” (1946-47) a testimoniare, ancora una volta, l’interesse di Severini per l’arte antica.
L’esposizione è curata da Sergio Angori, Paolo Bruschetti e Giulio Paolucci, in collaborazione con la Fondazione Rovati che promuove il progetto con il quale, nel 2026, saranno celebrati i 60 anni dalla morte dell’artista.
Gino Severini e Cortona

Parallelamente all’esposizione, il progetto “Gino Severini e Cortona. Un artista internazionale nella sua città” propone conferenze, visite guidate e percorsi digitali che approfondiscono l’influenza della cultura etrusca sul maestro cortonese.
Un momento speciale sarà l’incontro del 29 marzo con Romana Severini, figlia dell’artista, che offrirà una testimonianza personale sull’eredità paterna.
La mostra è accompagnata da una pubblicazione di grande interesse con contributi di: Paolo Bruschetti, Sergio Angori, Giulio Paolucci, Romana Severini Brunori, Paolo Giulierini, Marco Belpoliti.
Informazioni su: https://cortonamaec.org/it/
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