Mercanteinfiera custode della memoria collettiva

I 40mila metri quadrati di Fiera di Parma hanno offerto al pubblico di Mercanteinfiera di Primavera (8-16 marzo) e agli addetti ai lavori un ampio ventaglio di proposte di alta qualità: arte, modernariato, vintage.
Un’immersione tra mobili art déco, un rarissimo bracciale persiano del 12esimo secolo, pompe di benzina che diventano oggetti di arredo, senza dimenticare il design storico.
Con mille presenze espositive, Mercanteinfiera si conferma una vetrina internazionale del collezionismo e del design storico. Dai pezzi unici del modernariato al design d’autore firmato da maestri come Giò Ponti e Franco Albini, senza dimenticare le icone dell’orologeria e la moda vintage.

Oltre 6.000 i buyer da tutto il mondo. Mercanteinfiera è infatti un crocevia di culture, epoche, storie e passioni che unisce in un’unica esperienza il piacere della scoperta e il valore dell’autenticità.
Mercanteinfiera non è solo una mostra-mercato, è custode della memoria collettiva, dove ogni oggetto racconta una storia e contribuisce a dare senso al nostro essere nel mondo.
Le opere d’arte
Un viaggio nella grande bellezza, tra preziosi tesori del passato come un rarissimo bracciale persiano dell’XI secolo, mobili art déco, quadri di grandi artisti come Giacomo Balla e Giorgio de Chirico di cui è stato venduto uno per circa un milione di euro, e oggetti di design firmati da Gaetano Pesce, Tobia Scarpa e Ico Parisi.

Una delle tante curiosità dell’edizione di Primavera di Mercanteinfiera, le statue di Betty Boop e dei Simpsons, il jukebox HF 100 di Fonzie, iconico personaggio di Happy Days, serie tv americana.
E ancora il portagioielli che il presidente della Paramount Adolf Zukor regalò a Marlene Dietrich, fino alla ciotola in argento sbalzato donata da Edoardo Alberto, Principe del Galles, al suo dentista di Sandringham.
“La grande bellezza del nostro Paese, che si esprime attraverso l’arte, il design, la moda e il modernariato, continua a conquistare i cuori dei buyer internazionali, che trovano a Mercanteinfiera, edizione dopo edizione, una proposta che cresce sia per varietà che per qualità” afferma la Brand Manager Ilaria Dazzi. La fiera sempre di più casa della grande tradizione artigiana del Made in Italy, con lampadari in vetro di Murano che conquistano il Dubai
Mercanteinfiera e le mostre collaterali

Ad accompagnare la manifestazione Mercanteinfiera tre mostre collaterali. Si balla sulle note di Elvis con l’esposizione “The King: 90 anni dal mito di Elvis“, un’imperdibile celebrazione del Re del Rock a novant’anni dalla sua nascita. Un gessato blu elettrico, un’automobile rosa Cadillac, un ciuffo ribelle e un’incontenibile energia sul palco: nel 1956, con una semplice apparizione televisiva all’Ed Sullivan Show, Elvis Presley conquistò 60 milioni di spettatori e cambiò per sempre la storia della musica.
L’esposizione, curata dal collezionista Gabriele Olivieri, ha offerto ai visitatori un’esperienza nel mondo del leggendario artista nato a Tupelo l’8 gennaio 1935. In mostra pezzi di grande valore storico: dalla rara discografia italiana dell’artista a locandine cinematografiche originali, dai manifesti promozionali alle riviste d’epoca che documentarono l’ascesa del Re.
Tra i gioielli esposti, la locandina originale italiana di Stella di fuoco (1960), film in cui Elvis interpretò un giovane di origini miste e che contribuì a consolidare la sua immagine di icona.

Si torna bambini con “Pinocchio: un viaggio illustrato“, una mostra curata da Luca Cena che raccoglie le opere di dodici maestri dell’illustrazione rivelando al pubblico il percorso artistico che ha trasformato un “pezzo di legno” in un’icona universale.
Il naso più famoso della letteratura compie 142 anni. Da icona del mercato antiquario a fenomeno culturale globale: la prima edizione del 1883 può valere oggi fino a 50.000 euro.

Un burattino nato dalla penna di un giornalista toscano è diventato il libro italiano più tradotto al mondo, superando persino Dante. “Le avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi, pubblicate inizialmente a puntate nel 1881 e poi in volume nel 1883, parlano oggi 260 lingue diverse e hanno ispirato oltre 40 adattamenti cinematografici e televisivi.
Si scopre l’affascinante mondo delle chiavi attraverso la mostra “Apre e chiude: La chiave attraverso i secoli”. La collaterale presenta circa 170 esemplari storici, testimonianza di culture, epoche e maestranze diverse, protagonisti di un’esposizione capace di incantare appassionati e professionisti del design e dell’antiquariato. Mercanteinfiera tornerà in ottobre dall’11 al 19.
Il sogno americano

Automotoretrò (7-9marzo) è giunta alla 42ª edizione. Il rombo della storia americana l’età dell’oro dell’automotive statunitense si percepiva nella esposizione delle auto americane degli anni ’40: più grandi, più audaci, più brillanti di qualsiasi cosa il mondo avesse mai visto.
L’immagine concreta del sogno americano, fatto di metallo cromato e pelle pregiata.
La Cadillac Convertible Coupe 1953, recentemente comparsa nella serie “Miss Fallaci”, ha dominato la scena con la sua presenza regale, un monumento mobile all’estetica degli anni ’50. Ad evocare le atmosfere da drive-in, jukebox e quella irripetibile miscela di ribellione e innocenza che definì un’intera generazione la Cadillac Deville 1949 utilizzata per “Grease: Rise of the Pink Ladies“. I suoi dettagli, dall’abitacolo spazioso ai fanali che sembrano occhi sorridenti, raccontano un’America che guardava al futuro con ottimismo sfrenato.

Ammirata anche la maestosa Cadillac Cabriolet 1958, che per anni ha trasportato celebrità e reali all’Hotel Cipriani di Venezia. Con le sue pinne posteriori e la griglia frontale che ricorda un sorriso hollywoodiano, questa vettura incarnava la promessa americana di abbondanza e grandeur trasportata sulle rive della laguna veneziana.
Rarissima la Cadillac del 1948 del presidente americano Truman, testimone silenziosa di decisioni che hanno plasmato il mondo moderno, nonché prima auto guidata da Elizabeth Taylor, regalo dalla madre alla futura diva per i suoi 16 anni; e la Buick 1942 appartenuta alla moglie di William Cooper Procter (fondatore della famosa Procter&Gamble).
Prodotta nei mesi cruciali prima che le fabbriche automobilistiche venissero convertite alla produzione bellica, questa “black-out car” ha attraversato un’epoca di trasformazione radicale dell’industria americana, apparendo perfino nel film su Mike Bongiorno.
Dal set di “Napoli – New York” di Gabriele Salvatores (del 2024 tratto da un soggetto inedito di Federico Fellini) sono arrivate una Buick del 1942 e una Cadillac del 1953.

Il fascino del legno e dell’acciaio prenderà invece forma nella straordinaria Buick Estate Wagon Woody 1949, testimone di un’epoca in cui la scarsità di acciaio spinse i costruttori a utilizzare pannelli in legno pregiato. Questa necessità costruttiva si trasformò in un’icona culturale, diventando il simbolo della nascente cultura surf della California, con le tavole che sporgevano dal portellone posteriore mentre i Beach Boys cantavano di “good vibrations” e sogni infiniti.
La regina italiana dei rally

La Lancia Delta S4, che fece il suo debutto trionfale al R.A.C. di Gran Bretagna nel 1985, rappresenta un capitolo fondamentale nella storia del motorsport italiano. Nonostante la sua breve carriera agonistica, segnata da vittorie memorabili come il Rally di Montecarlo del 1986, la vettura ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dei rally.
Un rombo che ha fatto la storia, una potenza indomabile che segnò la fine di un’era leggendaria. La Lancia Delta S4, la “belva” del Gruppo B terrorizzò il mondo dei rally per la sua ferocia meccanica, una rivoluzione su quattro ruote che cambiò il volto del motorsport.
Sono stati esposti anche una decina di rarissimi esemplari stradali. Tra questi la S4 Evo 2 di Marco Gramenzi, esemplare unico al mondo equipaggiato con il rivoluzionario motore Triflux, brevettato nel 1988.
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