Mercoledì 16 Aprile 2025 - Anno XXIII

Bormio: i Pasquali e il Giardino del Tempo

Valtellina Bormio sfilata i Pasquali tradizione di Pasqua

La Pasqua in Valtellina tra tradizioni e rinascita. Il 20 aprile ci sarà la sfilata dei Pasquali, carri allegorici dei 5 quartieri portati a spalla dagli uomini e accompagnati da donne e bambini in abiti tradizionali.

Valtellina Bormio  Pasquali ragazze in costume
Ragazze in costume (ph. Enrico Pozzi)

La primavera a Bormio non è solo risveglio della natura, colori e profumi. La cittadina si trova al centro di un anfiteatro naturale baciato dal sole, nel cuore dell’Alta Valtellina. Qui a Pasqua si rinnova il legame con la tradizione attraverso la storica sfilata dei Pasquali, un momento in cui il paese si stringe attorno ai suoi valori più profondi.

Ci sono le portantine allegoriche a tema religioso che sfilano lungo le vie del borgo la mattina di Pasqua, portate a spalla dagli uomini e accompagnate da donne e bambini in abiti tradizionali. Tutti, dai neonati agli anziani, hanno il loro costume su misura. Si partecipa alla sfilata anche con i propri animali: cavalli, asinelli o agnellini, tutti ben lavati, pettinati e acconciati per la grande festa.

Una manifestazione che è uno spettacolo unico nel suo genere. Se non l’avete mai visto vale la pena andarci. (Il programma sul sito: https://www.bormio.eu/it/i-pasquali)

Il Giardino del Tempo
Pasquali Bormio Giardino del Tempo
Giardino del Tempo

Quest’anno Bormio propone anche un luogo speciale: il Giardino del Tempo, all’interno del Palazzo De Simoni, sede del Museo Civico. Si tratta di un progetto di valorizzazione promosso da Braulio – l’amaro invecchiato in botte nato 150 anni fa – dal Comune di Bormio e dal Parco Nazionale dello Stelvio.

Il Giardino del tempo offre una nuova prospettiva sul patrimonio naturale e culturale del territorio. Un angolo di quiete in cui storia, paesaggio e tradizione si fondono, permettendo a cittadini e visitatori di riscoprire il valore del tempo e del legame con la terra. Uno spazio che invita a rallentare e immergersi nella bellezza autentica della natura e della storia locale.

Un nuovo approccio di valorizzazione per uno spazio pubblico polifunzionale che sarà un importante punto di riferimento per eventi e incontri aperti alla comunità anche in occasione delle Olimpiadi Invernali 2026, che vedranno Bormio e la sua iconica Pista Stelvio tra i principali protagonisti.

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La storia dei Pasquali: 600 anni di folclore
Bormio i Pasquali artigianato artistico
Artigianato artistico

La manifestazione dei Pasquali risale a oltre seicento anni fa. Ogni anno a Pasqua, si arriva a questo appuntamento con il costume impeccabile e la portantina che rappresenta il meglio dell’artigianato artistico e dello spirito del proprio reparto.

I “Pasquali” sono delle portantine allegoriche, vere opere di falegnameria e ingegneria costruite dai bormini nei mesi invernali. I Pasquali vengono portati a spalla dai pasqualisti. La sfilata dei Pasquali è anche una sorta di competizione tra i cinque reparti (quartieri) del paese: Maggiore, Dossorovina, Buglio, Combo, Dossiglio, che si sfidano per vincere l’ambito premio di migliore carro pasquale.

Durante l’inverno, nei Reparti di Bormio gruppi di ragazzi si incontrano per progettare e realizzare la propria portantina. Tutto è studiato nei dettagli, dal significato religioso alla lavorazione; falegnami, fabbri e artigiani esprimono il meglio della loro arte.

Riti pagani legati alla pastorizia
Valtellina Bormio Pasquali agnello
Agnello pasquale

La tradizione dei Pasquali, risale con tutta probabilità, ad antichi riti pagani legati alla pastorizia e all’agricoltura di montagna. Già prima dell’avvento del Cristianesimo, in tutta la Valle era diffuso un rito propiziatorio che prevedeva il sacrificio di un agnello, per lasciarsi alle spalle i rigori dell’inverno.

La tradizione è stata poi associata al giorno di Pasqua. Alla fine del XIX secolo s’introdusse la benedizione dell’agnello vivo e, da qui, nacque la gara tra i Reparti per adornare al meglio il proprio animale. A poco a poco, s’incominciò ad adagiare gli agnellini su delle portantine di muschio addobbate e, da lì, si arrivò ai Pasquali così come oggi vengono celebrati.

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