Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Il Liverpool scende in campo contro l’omofobia

La città dei Beatles si prepara a un nuovo primato. Dopo essere stata la prima metropoli della Gran Bretagna a riconoscere ufficialmente un quartiere gay, sarà anche la prima a vedere sventolare la bandiera dei Reds a un Gay Pride. L’appuntamento è il 4 agosto

I giocatori del Liverpool
I giocatori del Liverpool

 

Grazie agli Europei di calcio, lo scorso mese, si è affrontato il problema dell’omofobia dentro e fuori dal campo verde (alzi la mano chi non ricorda le parole dell’attaccante Antonio Cassano). Terminate le partite, a schierarsi contro le discriminazioni che includono l’ostilità verso alcuni orientamenti sessuali sono i calciatori del Reds: una bandiera del Liverpool sventolerà, il prossimo 4 agosto, per le strade della città in occasione del tradizionale “Liverpool Pride” (la marcia partirà dal Pier Head). Un evento non da poco. Mai prima d’oggi una squadra della Premier League aveva preso parte ufficialmente a una manifestazione per l’orgoglio LGBT.

“Questo evento è un modo eccellente per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle diverse culture della nostra fantastica città – ha spiegato l’amministratore delegato del Liverpool, Ian Ayre, al Guardian – e per dimostrare quanto grande sia il nostro impegno come club per assicurare la salvaguardia dei principi di uguaglianza e tolleranza in tutti i settori”.

E in effetti il Liverpool già in altre occasioni si era dimostrato attento su certi temi organizzando, insieme al Liverpool Pride niente meno che un incontro di pallone contro l’omofobia (Football vs Homophobia Tournament) e supportando la Justin Campaign, che punta a combattere l’omofobia nello sport. Ma non è tutto.

Un volano economico per la città

Liverpool portuale
Liverpool portuale

Oggi però Liverpool con la sua gay Street si presenta come una città aperta a tutti, se non addirittura come il miglior posto gay friendly di tutto il Paese. Nel quartiere, con tanto di segnaletica stradale inclusa (arcobaleni sono installati su Stanley Street, Cumberland Street, Temple Lane, Eberle Street e Temple Street), abbondano i locali per gay anche se non mancano quelli per etero. In occasione dell’inaugurazione del quartiere gay l’assessore Nick Small, all’epoca responsabile delle politiche di occupazione e competenze nel mondo del lavoro, dichairò: “Dobbiamo iniziare a liberare l’enorme potenziale economico del quartiere di Stanley Street e una delle prime mosse che abbiamo fatto per dimostrarlo è concretizzare il nostro quartiere gay… l’aggiunta dei nuovi segnali mostra chiaramente che stiamo facendo dei passi in più… in un periodo in cui la scena mondiale si sta focalizzando sulle esigenze LGBT… è una parte molto importante per la nostra di città”.

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Con l’inaugurazione della Gay Street presero il via anche manifestazioni come l’Homotopia Arts Festival, evento contro le discriminazioni, e il concorso di Miss Alternative Liverpool, “senza confini di genere, età: la bellezza è solo una finestra per la creatività, l’amore e i numerosi modi di espressione”.

(13/07/2012)

Le “Gay street” da Roma all’Inghilterra

Il quartiere gay della città
Il quartiere gay della città

Liverpool, terza città inglese per popolazione nonché Capitale europea della cultura nel 2008, già in passato era balzata agli onori della cronaca per essere stata la prima città della Gran Bretagna a riconoscere ufficialmente un quartiere gay (in Italia il primato spetta a Roma che ha inaugurato la Gay Street ben quattro anni prima, nel 2007). Risale, infatti, a dopo il primo gay pride (7 agosto 2010) la decisione dell’amministrazione comunale di rilanciare e promuovere la zona che ruota intorno a Stanley Street trasformandola in un vero e proprio luogo di attrazione turistica a livello internazionale per la comunità LGBT. E far così dimenticare (forse) gli attacchi omofobi, anche gravi, che in passato si sono consumati nella città dei Beatles. Nel 2008 un brutale pestaggio costò la vita a Michael Causer, mentre nel 2009 si verificarono altri attacchi sempre a danno di giovani gay. Episodi violenti che hanno sicuramente lasciato il segno tra la comunità LGBT.

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