Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Sul monte Bianco il bivacco eco-sostenibile

La vecchia struttura in lamiera intitolata a Giusto Gervasutti sarà sostituita a settembre da una nuova costruzione in vetroresina, con pannelli fotovoltaici e connessione a Internet. In ricordo dell’alpinista detto “il fortissimo”

Camera con vista sulle cime. Gli interni di design del bivacco Gervasutti
Camera con vista sulle cime. Gli interni di design del bivacco Gervasutti

Il nuovo bivacco Gervasutti sarà collocato sul ghiacciaio Fréboudze del monte Bianco a settembre. La struttura “ipertecnologica”, annunciata da mesi e da tempo sulla bocca di tutti gli appassionati di montagna, giungerà a destinazione nelle prime settimane del mese, stando alle previsioni. Turisti e abitanti di Courmayeur potranno vederla in anteprima, nell’esposizione in piazza Brocherel, prevista dall’11 al 22 agosto. La struttura sarà poi trasportata in elicottero sul ghiacciaio e da allora sarà raggiungibile solo da parte degli alpinisti più esperti. Il bivacco servirà, finalmente, allo scopo per il quale è stato pensato: dare riparo per la notte, in una struttura coperta, a chi giunge sino a quota 2835 metri, magari per progettare, nelle prime ore della mattina, un’ascensione verso l’Aiguille de Lavachey, le Grandes o le Petis Jorasses.

Tecnologia in quota

Il rifugio visto da fuori
Il rifugio visto da fuori

La fama già raggiunta dal bivacco si deve alla tecnologia di costruzione e, in gran parte, al suo aspetto: non un capanno in lamiera, ma un “siluro” in vetroresina, che sporgerà, con la sua forma allungata, dal costone roccioso al quale sarà ancorato e sarà ben visibile da lontano, grazie ai colori bianco e rosso. Gli architetti che hanno firmato il progetto, Luca Gentilcore e Stefano Testa, alpinisti e pratici di montagna, hanno lavorato a una struttura modulare, che viene assemblata in quota e sarà ecosostenibile. Pannelli solari alimenteranno la piastra elettrica, per fare il the o scaldare pasti veloci e una connessione a Internet permetterà le comunicazioni in caso di urgenze. Il bivacco ha quattro ambienti, ingresso, locale per il pranzo, due camerate per dodici posti letto, in una superficie totale di trenta metri quadri. E’ una struttura spartana per un turista di fondo valle, ma sembrerà di lusso per gli alpinisti abituati ai bivacchi “vecchia maniera”.

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I pionieri dell’alpinismo sulle Grandes Jorasses

Sul monte Bianco il bivacco eco-sostenibile
“Il fortissimo”, Giusto Gervasutti

Il nuovo bivacco, promosso da Cai Torino e della sottosezione Sucai, sostituisce una postazione storica che venne eretta, per la prima volta, nel 1948. Il capanno era interamente in legno. Nel 1961 si costruì la struttura in legno e lamiera che sarà dimessa a settembre. Già allora il bivacco era stato dedicato a Giusto Gervasutti, alpinista friulano, torinese d’adozione, noto come “il fortissimo”. Fu proprio Gervasutti, insieme a Giuseppe Gagliardone, a condurre con successo la prima ascensione della parete Est delle Grandes Jorasses, nel 1942. In queste vette del massiccio del monte Bianco si scrissero diversi capitoli di storia dell’alpinismo.

La temibile parete Nord delle Grandes Jorasses era considerata, nel primo Novecento, uno dei tre problemi “non risolti” delle Alpi Occidentali, insieme alla Nord del Cervino e all’Eiger. La sfida venne parzialmente vinta nel ’35, dai tedeschi Rudolph e Meiers ma furono Riccardo Cassin, Ugo Tizzoni e Gino Esposito a raggiungere la cima principale nel ’38, lungo lo sperone Walker. (09/08/2011)

 

Info: www.sucai.it

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