In tempi di celebrazioni per l’unità d’Italia fa piacere vedere il nostro paese al centro dell’attenzione in positivo e non per gli imbarazzanti comportamenti di chi ci governa. E la moda offre ottime occasioni. A cominciare dal successo del made in Italy, al fatto che sempre più stilisti italiani vengono chiamati alla direzione artistica delle più prestigiose maison parigine. Per continuare poi con le mostre in giro per il mondo. Si è aperta, e chiuderà il 5 giugno, al Philadelphia Museum of Art “Roberto Capucci: art into fashion”, una rassegna antologica che analizza l’estetica visionaria del grande couturier. Da vedere tra gli altri due dei quattro abiti presentati a Parigi nel 1965 al buio, ma con un colpo di teatro tale da far si che Life li mettesse in copertina con il titolo “Why luminescence in fashion?”.
Moda creativa, Moda come arte
Gli altri due abiti sono in mostra dal 25 marzo al 3 luglio all’Archivio Centrale dello stato a Roma per “Copywright Italia. Brevetti, marchi, prodotti 1948-1970”, una delle mostre che celebrano la creatività italiana per i 150 anni. Non è la prima volta che Roberto Capucci è oggetto di esposizioni all’estero. E’ stato a Boston addirittura nel 1958, al Victoria and Albert Museum di Londra nel 1987, a New York varie volte tra le quali nel 1988 al Fashion Institute of Technology e nel 1994 al Guggenheim.
Ad Anversa è la maglieria di Benetton a dominare la scena. E’ infatti tra i grandi interpreti della mostra “Unravel: knitwear in Fashion”, dal 16 marzo al 14 agosto al Museo della moda. Con un video e l’installazione, con coloratissimi capi e accessori, realizzata per la sfilata al Centre Pompidou di Parigi nel 2006, per festeggiare i 40 anni della Casa.
Non è un contributo artistico ma è comunque da segnalare l’offerta di 100 milioni di yen della Tod’s al popolo giapponese. (31/03/2011)