I versi di una nuova preghiera risuoneranno ai piedi del ghiacciaio dell’Aletsch, l’estate prossima, durante il rito di Sant’Ignazio. Papa Benedetto XVI ha accolto la richiesta degli svizzeri di Fiesch e della Fieschertal, che desideravano modificare il testo della preghiera storica, tradizione consolidata dal 1862. I residenti, allora, pregavano perché il ghiacciaio dell’Aletsch arretrasse, per non causare disastri naturali; oggi la domanda di protezione è la stessa, ma l’oggetto della richiesta è rovesciato.
Il testo invocherà, infatti, che la più estesa lingua di ghiaccio dell’arco alpino, patrimonio Unesco insieme a Jungfrau e Bietschhorn, cresca di dimensioni. La nuova formula sarà applicata per la prima volta il 31 luglio 2011, durante la processione che da Fiesch va verso Marjele.
Se il termometro sale
Il progressivo degenerarsi dell’Aletsch aveva, del resto, più volte conquistato gli onori della cronaca, come nel 2007, quando 600 attivisti di Greenpeace dimostrarono nudi, ai piedi del ghiacciaio e furono fotografati da Spencer Tunick. Era il 18 agosto e il termometro registrava dieci gradi. Temperature troppo alte per il maestoso corridoio bianco, che oggi, si attesterebbe a una lunghezza di circa 23 chilometri.
Paradiso per gli alpinisti, oggi riconosciuto patrimonio da salvaguardare e cartina al tornasole del processo di riscaldamento globale, l’Aletsch è ben visibile dal rifugio Concordia Hütte, a 2850 metri. A quella quota, il ritiro del ghiacciaio si tocca con mano. Il primo edificio del Concordia fu costruito nel 1877 e si trovava circa a 50 metri dall’Aletsch. Nel 2007, la distanza era di 150 metri. Per accedere al rifugio fu costruita, sin dagli anni Sessanta, una scala, che è divenuta più lunga, via via che la coltre bianca è diminuita. Oggi per salire al Concordia sono necessari 433 gradini, che riportano, ad ogni piazzola intermedia e quasi da monito, la data di costruzione. (07/03/2011)