Il libro di Penelope Livelv, Un posto perfetto, racconta i segreti nascosti di una famiglia in apparenza normale.
Una grande villa edoardiana nella provincia inglese: il nido di una famiglia felice. Cuore di Allersmead è la madre Alison, custode del focolare e cuoca meravigliosa; Charles, il padre, è invece distante, uomo sarcastico, assorto in se stesso e nei libri che scrive; poi ci sono Ingrid, trent’anni, la ragazza alla pari che è rimasta nella casa, e loro, i bambini, certo ora cresciuti. Ma la casa è così piena di ricordi – le foto nelle cornici, le tazze con il nome – da far pensare che non se ne siano mai andati. E invece ognuno ha preso la propria strada: Gina reporter televisiva, Sandra con la sua boutique in Italia, Roger e Katie oltreoceano, Clare in giro per l’Europa con la compagnia di danza. Solo Paul è rimasto, il figlio più grande, sempre in bilico tra un nuovo lavoro precario e le ricadute nella droga.
Allersmead è la casa dell’infanzia, delle feste di compleanno in giardino, degli anniversari intorno al tavolo della cucina. Di tanto in tanto, però, sui ricordi, e sulla vita presente, si allunga l’ombra di un fatto del passato – una nota stridula nell’allegria di Alison, una battuta inaspettata dell’enigmatica Ingrid – rimasto chiuso per anni in un cassetto come i vecchi vestiti di Carnevale, custodito dall’enorme casa ora un po’ trascurata e malmessa, muta testimone di una famiglia che forse non è come tutte le altre.
“Gina svoltò dalla strada e imboccò il vialetto di Allersmead. In quel momento si vide passare tutta la vita davanti agli occhi, come si dice accada a chi sta affogando. Ci pensò, e rifletté anche sul fatto che chi affoga davvero non potrà mai raccontare cosa ha provato.
Philip, sul sedile accanto, vide una solida casa in stile edoardiano, un’ampia gradinata che conduceva a una porta d’ingresso con pannelli di vetro colorato, una distesa di ghiaia chiazzata d’erba sul davanti. Tutto intorno, alberi imponenti. Un proliferare di cespugli. Urne di pietra da cui traboccavano gerani striminziti ai piedi della scala. Conosceva Gina da sei mesi, e da cinque erano fidanzati.
Gina vide Alison ferma in cima alle scale, le braccia alzate in un gesto di saluto piuttosto enfatico. Vide Charles spuntare dall’atrio e fissarli con un’aria che sembrava di lieve sorpresa…”