L’estate milanese riscopre l’arte italiana del Novecento con due mostre aperte da pochi giorni, “Il chiarismo. Omaggio a De Rocchi”, a palazzo Reale, e “Burri e Fontana a Brera”. In entrambe le rassegne si troverà qualcosa di inedito: dalla pittura dai colori tenui degli Anni Trenta del chiarismo al contrasto tra astratto e figurativo alla Pinacoteca di Brera. Due proposte che non strizzano l’occhio a un facile consenso del largo pubblico: la mostra di De Rocchi sgomiterà tra le diverse esposizioni temporanee di palazzo Reale, che espone Goya, il Sidereus Nuncius di Galileo, la mostra tematica “Fuoco” e “I due imperi”, d’arte romana e cinese, “Carlo Maria Maggi e il ritratto a Milano negli anni ‘30”. Il chiarismo sarà visibile sino al 5 settembre. L’esposizione di Brera sarà compresa nel consueto percorso di visita della Pinacoteca fino ai primi di ottobre.
Luce su Milano
La mostra sul chiarismo recita, nel sottotitolo, “Luce e colore a Milano negli anni Trenta” perché ricorda la lunga attività di Francesco De Rocchi: nato a Saronno, attivo con uno studio in corso Garibaldi dal ’36, docente all’Accademia di Brera, attivo tra i “chiaristi” sino alla scomparsa, nel ’78. Gravitava su Milano il movimento che in mostra viene presentato anche da altri artisti, anticipatori o seguaci: Renato Birolli, del quale è esposto per la prima volta “Taxi rosso sulla neve”, Aligi Sassu, Luigi Broggini e ancora Angelo Del Bon, Cristoforo De Amicis. De Rocchi figura nella seconda sezione della mostra, con alcuni dipinti che meglio raggiungono la sintesi tra un segno leggero e luminoso, un equilibrio e una grazia d’ispirazione neoromantica: tra gli altri, “Figura del concerto”, “Venere che si specchia”, “La fanciulla dei colombi”.
Rosso Burri, bianco Fontana
Alberto Burri e Lucio Fontana, già proposti insieme in più di una mostra, approdano alla Pinacoteca di Brera in tutte le sale della collezione storica eccetto quella del Novecento: obiettivo è portare al contrasto con tele dal Cinquecento all’Ottocento, da Raffaello a Giuseppe Pellizza da Volpedo. Una dialettica che potrà stupire perché si tratta, da un lato, di opere astratte come i Concetti spaziali di Fontana, i cellotex e le combustioni di Alberto Burri, e dall’altro dallo studio della rappresentazione classica, sia la prospettiva di Piero della Francesca o di Tintoretto. La scelta degli accostamenti si deve ai curatori Sandrina Bandera e Brino Corà: un “Nero” di Burri sta accanto alla “Cena in Emmaus” di Caravaggio; i tagli ripetuti di “Concetto spaziale. Attese” di Fontana vicino alla “Cena in casa di Simone” di Veronese. Le affinità possono ritrovarsi nel colore, nel ritmo, nello studio dello spazio. Le opere di Burri vengono dalla collezione di Città di Castello, quelle di Fontana dalla Fondazione omonima di Milano.
(21/06/10)
Il Chiarismo. Omaggio a De Rocchi.
Luce e colore a Milano negli anni Trenta
Dal 16 giugno al 5 settembre 2010
Milano, palazzo Reale, piazza Duomo, 12
Orario: martedì, mercoledì, venerdì e domenica, 9.30-19.30; lunedì 14.30-19.30; giovedì e sabato 9.30-22.30
Per informazioni: www.comune.milano.it/palazzoreale
Burri e Fontana a Brera
Dal 16 giugno al 3 ottobre
Milano, Pinacoteca di Brera, via Brera 28
Orario: da martedì a domenica 8.30-19.15
Per informazioni: www.brera.beniculturali.it