Praga attrae, il resto del paese affascina. Potrebbe essere questo lo slogan per la Repubblica Ceca. Gli italiani hanno scoperto da tempo questo paese che, grande all’incirca come la Lombardia, ha molte affinità con l’Italia. Oltre alla capitale, la più gettonata, l’offerta turistica spazia su nuove potenziali nicchie di mercato: gli itinerari; il turismo “en plain air”, rivolto ai camperisti; il turismo religioso, come ci spiega in questa intervista Lubos Rosenberg, Direttore dell’Ente Nazionale Ceco per il Turismo in Italia. “Fino al 2007 non avevamo una rappresentanza in Italia, dice Rosenberg, oggi le rappresentanze estere sono 22 e a breve apriremo un ufficio anche in India”. L’Italia per la Repubblica Ceca rappresenta un mercato in crescita.
Dottor Rosenberg come si posiziona l’Italia nel mercato turistico ceco?
Per noi l’Italia è un mercato chiave, figura ai primi posti della classifica degli arrivi internazionali. Secondo le statistiche ad oggi disponibili, riferite ai primi nove mesi del 2009, l’Italia si contende il secondo e terzo posto con la Polonia con circa 300mila presenze (e una permanenza media di 3 notti). Al primo posto con più di un milione di turisti si riconferma la Germania, con la quale la Reppubblica Ceca condivide quasi metà della frontiera. Al quarto posto c’è il Regno Unito con 277mila arrivi. Bisogna considerare che queste cifre si riferiscono ai dati registrati negli hotel con più di 10 letti. Restano fuori i numeri del turismo itinerante o quelli relativi agli appartamenti presi in affitto.
Quanto incide in valore assoluto il turismo sul Prodotto interno lordo della Repubblica Ceca?
Il segmento vale in senso stretto circa il 3-4% del Pil. Se consideriamo anche i servizi collaterali si arriva a circa il 10%. Negli ultimi anni l’Ente Nazionale del Turismo Ceco è cresciuto molto. In Italia, Czech Tourism esiste dagli anni ’90, prima ci rappresentava un’agenzia di comunicazione, dal 2007 c’è l’Ente Nazionale del Turismo con sede a Milano. (www.czechtourism.com).
In cosa consiste il suo ruolo?
L’Ente Nazionale del Turismo che rappresento in qualità di direttore da circa tre anni, cura le relazioni con i media locali e si occupa di dare supporto agli operatori turistici nella programmazione. Oltre all’Ente turistico è attivo l’Ice, l’Istituto del commercio estero che aiuta le aziende medio-piccole ceche per proporre il loro prodotto negli scambi commerciali. A Roma, invece, opera l’Istituto culturale della Repubblica Ceca che organizza mostre e corsi di ceco. Insomma, la nostra presenza all’estero è molto diversificata.
In che modo sviluppate la promozione turistica?
In modo mirato. Suddividendo il mercato in prodotti distinti: strategici, potenziali e di nicchia. Per esempio il “City break”, il breve soggiorno in una città, per noi è un prodotto strategico che non ha bisogno di essere supportato come i prodotti potenziali rappresentati dagli itinerari, rivolti alle agenzie di viaggio ma anche ai camperisti. Proprio quest’ultimo, il turismo “en plain air” è un prodotto nuovo, al quale ci siamo dedicati l’anno scorso e che ci ha dato molte soddisfazioni in estate: un camperista che fino a ieri andava in Austria o in Baviera ora va a scoprire anche la Boemia meridionale con i suoi castelli e agriturismi o la strada dell’ambra in Moravia. Un altro prodotto interessante è il turismo scolastico; mentre un altro segmento di nicchia è rappresentato dal benessere e dal golf.