Annunciata e attesa da mesi la mostra di Edward Hopper a palazzo Reale di Milano è ora aperta sino al prossimo 31 gennaio. La prima monografica italiana dedicata all’artista, forse uno dei più conosciuti della pittura figurativa statunitense, approda nel capoluogo lombardo per la stagione invernale per poi trasferirsi a Roma e infine a Losanna. Tre tappe per vedere una selezione di 160 opere del Whitney Museum of American Art, di New York, che conserva la maggiore raccolta di opere di Hopper, ma anche da altre collezioni di New York e Chicago. Di Hopper, che morì nel 1967 dopo una vita lunga e una prolifica attività artistica, la mostra propone dipinti a olio, incisioni, disegni e acquerelli. Il pittore noto per aver raccontato la vita quotidiana, l’american “life style”, i placidi paesaggi di provincia, viene presentato in un quadro più ampio, dalla prima decade del Novecento agli anni Cinquanta e Sessanta.
Paesaggi made in Usa
“Se si potesse esprimere a parole, non varrebbe la pena di dipingerlo”: così affermava Hopper, carattere schivo e silenzioso, da sempre, nella sua ricerca artistica, concentrato sulla rappresentazione del reale. Gli autoritratti dei primi anni e i disegni preparatori svelano il suo modo di lavorare, mentre alcune interessanti opere degli anni Dieci, come “Soir bleu” testimoniano il periodo di studi a Parigi. Vengono poi i dipinti “americani”: paesaggi agresti o scorci di periferie urbane e quegli interni assolati, dominati da figure femminili in solitudine e ambienti disadorni. La mostra non dimentica alcuni dei quadri più noti di questo filone come “New York Movie”, “Morning Sun”, “A Woman in the Sun”, “Cape Cod Sunset” e l’inedito “Girlie Show”. Oli e acquerelli allargano lo sguardo ai dipinti di esterni, porti, ponti, stazioni ferroviarie.
La ricerca dell’essenziale
Stupiva, in Hopper, una scelta di punti di vista e prospettive originali, che hanno fatto pensare all’emergente arte del cinema. Figure e cose, del resto, rimangono statiche in un’aurea silenziosa, a volte triste, a volte contemplativa. Una ricerca dell’essenziale, tradita forse solo dalla sezione sui disegni erotici.
Fotografie, documenti e un video completano il ritratto dell’artista e gli spazi interattivi con il pubblico non mancano: un set fotografico riproduce l’ambiente di “Morning Sun” mentre i bambini possono “disegnare” Hopper ricalcando da cartoline apposite. Nel 2010, il museo della Fondazione Roma esporrà Hopper da febbraio a giugno e il testimone passerà poi a Losanna, alla Fondation de l’Hermitage, sino ad ottobre.
Edward Hopper
Dal 14 ottobre al 31 gennaio 2010
Milano, palazzo Reale
Orario: tutti i giorni 9.30-19.30 tranne lunedì, 14.30-19.30 e giovedì 9.30-22.30
Per informazioni: www.edwardhopper.it