Rimella è un piccolo paese della Val Mastellone, diramazione della più ampia Valsesia, situato poco oltre i mille metri di altezza sul versante meridionale alpino dominato dalla imponente mole del Monte Rosa. Paese di cultura Walser, conserva quasi integralmente le caratteristiche salienti della propria origine, dovuta alla migrazione di un esiguo gruppo di contadini-pastori Vallesani provenienti, circa ottocento anni addietro, dall’altra parte delle Alpi.
Queste popolazioni sono arrivate nell’alto Piemonte col loro notevole bagaglio culturale, fatto di abitudini di vita e di lavoro: forme di agricoltura essenziale e compatibile con le difficoltà dell’ambiente montano; allevamento di armenti e produzione latteo-casearia, sfruttamento delle risorse minerarie ecc.; con gli anni, sono state edificate abitazioni in legno che ancor oggi rappresentano una delle maggiori attrattive di Rimella. Un piccolo museo locale raccoglie la storia della vita dei Walser rimellesi, attraverso i vari oggetti d’uso quotidiano, l’arredamento interno delle abitazioni, i ricchi costumi che le donne indossavano e che vengono riproposti ancor oggi nelle varie festività dell’anno.
L’aspetto forse più importante della cultura Walser è quello linguistico, oggetto di approfonditi esami da parte di studiosi italiani e svizzeri. La gente parla il dialetto Valsesiano unitamente al Tittschu (tedesco) introdotto dai lontani antenati. Per far si che questo patrimonio culturale non vada disperso – il Tittschu viene oramai praticato solo dai più anziani – il Centro Studi Walser di Rimella ha curato la stampa di un dizionario bilingue e si è fatto carico di coinvolgere anche i più giovani, per mezzo del contributo di studiosi e storici locali, affinché la lingua e le tradizioni storiche del paese continuino nel tempo. Nel filone di tali iniziative, che non contemplano unicamente la cultura Walser nel suo insieme, si inserisce la recente pubblicazione di un itinerario escursionistico turistico-didattico definito “facile” – sentieri agibili per raggiungere i luoghi delle incisioni rupestri – reso possibile dalla comune iniziativa del Centro Studi Walser di Rimella e della regione Piemonte. L’area che racchiude le incisioni è quella circostante il piccolo centro dell’Alta Valsesia.
La guida pubblicata, formata da un contenitore in cartoncino agevolmente tascabile (cm. 13 x 25) contiene una mappa della zona montana di facile consultazione che sul retro riporta disegni delle varie tipologie di incisioni e foto delle località nelle quali sono state rinvenute e studiate dall’Autrice, la Prof. Oliviera Calderini. Il cofanetto è completato da 15 schede, ciascuna delle quali illustra al meglio ciò che gli escursionisti troveranno nel corso delle loro visita. Non manca poi una dettagliata scheda bibliografica.
Le schede, stampate a colori su entrambe le facciate, trattano separatamente diversi aspetti della valle: anzitutto un quadro geologico dell’Enderwasser, che fronteggia la Val Mastellone; quindi il sito detto Brüh Tschukku, un imponente sperone roccioso che contiene coppelle, croci e iniziali onomastiche. Quindi seguono dettagliate spiegazioni sul significato, nel tempo, delle date incise su roccia o negli edifici civili e religiosi, alle quali si accompagnano le “firme” incise dall’uomo, a significare autoaffermazione e possesso, tipiche della cultura Walser. Seguono poi le schede che trattano delle grandi croci in pietra o in legno e delle croci incise su macine. Espressioni di fede e devozione che si trovano anche nelle forme che comprendono il nome e cognome del defunto, o sugli architravi delle abitazioni. In gran numero, le croci si trovano poi incise sui massi della zona e le schede predisposte ne illustrano a fondo tradizione e significato. Le ultime schede trattano delle varie forme di incisione a forma di vaschette, coppelle, originariamente dal significato magico-sacrale e in seguito anche pratico (raccolta acqua, affilatoi per il metallo ecc.). Le coppelle più antiche rinvenute in zona risalgono alla preistoria e rappresentano “la forma più semplice di un linguaggio simbolico ancestrale e universale”.
In ultima analisi, un’opera editoriale gradevole e facile da consultare, indispensabile per chi voglia avvicinarsi a queste particolari testimonianze di cultura alpina.