Chiude il 30 settembre la funivia per la diga dell’Albigna, in Svizzera, nella val Bregaglia. L’ultima chiamata per raggiungere il lago artificiale coincide con la pausa invernale del rifugio che prende il nome dalla vicina Punta dell’Albigna. Per questo fine settimana, quindi, è ancora possibile concedersi una passeggiata in un’oasi a quota duemila metri, di fronte a un panorama di tutto rispetto che unisce i colori e la pace del lago, il richiamo delle rocce e il fascino del ghiacciaio.
Se il meteo conferma le previsioni, abbastanza buone per sabato, migliori per domenica, conviene attrezzarsi subito. Un trekking alla portata di tutti, semplice e veloce, porta alla capanna Albigna – capanna è il termine svizzero per indicare i rifugi – che si trova poco sopra il muraglione della diga. Sono possibili anche itinerari con picozza e ramponi, per chi abbia voglia di camminare sulla neve e sul ghiaccio e sono stati attrezzate inoltre numerose vie di arrampicata.
La coda dell’estate
L’Albigna è ottima meta per le escursioni estive, a volte possibili anche in una sola giornata da Milano e dalla Lombardia. La diga realizzata negli anni Cinquanta ha cambiato il paesaggio di questa zona, proteggendola dalle alluvioni e rendendola, nel corso degli anni, destinazione sempre più apprezzata dagli alpinisti. La cabinovia, che si prende da Pranzaria, circa due chilometri dopo Vicosoprano, permette di raggiungere comodamente la diga superando un dislivello di circa 1000 metri. La via alternativa è una passeggiata di circa due ore, che attraversa il fiume Albigna e si inoltra nel bosco. Dall’arrivo della funivia, in 45 minuti circa, si va al rifugio che è a 2336 metri, mentre la Punta omonima giunge a 2824.
Chi voglia ammirare il lago dalla parte opposta può dirigersi verso il passo di Cacciabella. Il sentiero circonda la diga dall’alto, non è molto ripido e non richiede troppi sforzi fisici, ma una certa attenzione: più volte si incontrano percorsi costituiti da rocce e roccette, brevi tratti in cui si sale con l’aiuto di una corda fissa.
Binocolo e macchina fotografica
Dal rifugio Albigna per il Cacciabella, in circa 4 ore e 30 si arriva al rifugio Sciora. Di poco più veloce la traversata per la capanna del Forno, che attraversa il passo di Casnile Sud e si può percorrere in 4 ore. Come per la passeggiata al Cacciabella, si tratta di un itinerario dato come EE, cioè per escursionisti esperti, sul quale si incontrano a volte sassi mobili e che implica un grado minimo di dimestichezza con la montagna. Picozza e ramponi, invece e grado F, per traversate alpinistiche facili, per altri due percorsi. In cinque ore si può arrivare alla Cima di Castello; in tre ore si torna invece sul versante italiano, attraversando il passo di Zocca e procedendo per il rifugio Allievi-Bonacossa. Il ghiacciaio dell’Albigna è una delle bellezze naturali che si toccano con mano in questi itinerari – che letteralmente passano da morene, pendii di neve o di ghiaccio – ma tutto il contesto, di rocce e vette di granito, è di grande richiamo.
Da non dimenticare, in particolare per questi ultimi giorni di settembre, un abbigliamento adeguato; pile e giaccavento sono necessari perché sulla diga, anche in giornate soleggiate, si alza spesso una bella brezza. (24/9/09)