Sabato 23 Novembre 2024 - Anno XXII

Medardo Rosso. La forma instabile

Dagli archivi di Danila Marsure, pronipote dello scultore, cere, gessi, bronzi e una selezione di fotografie che gettano nuova luce su uno dei grandi artisti di fine Ottocento

Medardo Rosso, autoritratto, 1906 circa (Archivio Medardo Rosso, Barzio)
Medardo Rosso, autoritratto, 1906 circa (Archivio Medardo Rosso, Barzio)

“Medardo Rosso. La forma instabile” è il titolo dell’ultima mostra annunciata alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, a palazzo Venier dei Leoni. Dal 22 settembre al 6 gennaio gli spazi espositivi sul Canal Grande, presso Dorsoduro, ricordano uno dei più importanti scultori italiani di fine Ottocento con una mostra dal chiaro intento storiografico. Paola Mola e Fabio Vittucci, i curatori, hanno lavorato sul patrimonio del museo e dell’archivio Medardo Rosso di Barzio, a Lecco, oggi eredità della pronipote dell’artista, Danila Marsure Rosso. Alla ricerca di nuove ipotesi interpretative su quello che già si sa di Rosso e su quello che non si conosce, gli studiosi hanno scelto per l’esposizione sculture, cere, gessi, bronzi, ma anche un corpus di fotografie e diversi documenti inediti. 

Madame X, 1900 circa (Archivio Medardo Rosso, Barzio)
Madame X, 1900 circa (Archivio Medardo Rosso, Barzio)

Immagine evocativa e al tempo stesso ricercata, “la forma instabile” citata nel titolo allude alle due passioni di Medardo Rosso: l’arte plastica e quella dell’obiettivo. “Ho pensato alla parola Forma perché comprende scultura e fotografia”, ha detto Paola Mola “Instabile anche per qualificare la scultura di Rosso in relazione a quella antica radicata nel terreno, ma anche per distinguerla da quella ottocentesca o novecentesca sulle basi o piedestalli. Rosso è da camera, “mobile”.  In movimento o in trasformazione, quindi, come le immagini che l’artista amava realizzare delle sue sculture: prima la foto dell’opera, poi la foto della foto, spesso ritagliata e rielaborata, in un gioco complesso di rimandi segno di un’ importante ricerca estetica.  
La scoperta o la riscoperta di Medardo Rosso, nato a Torino nel 1858 e morto a Milano nel 1928, già apprezzato come anticipatore di alcune tendenze del Novecento, passa a Venezia dall’esposizione di 80 opere fotografiche e di 22 sculture, tra le quali “Madame X”, “Yvette Guilbert”, “La Rieuse”, “Bambino malato”. I curatori si sono concentrati sulle opere la cui paternità è oggi riconosciuta e hanno attinto al lavoro, oggi in corso, per il Catalogo dell’opera documentata di Medardo Rosso, che uscirà pubblicato da Skira.

“Rosso. La forma instabile”, dal 22 settembre al 6 gennaio 2008
Collezione Peggy Guggenheim, palazzo Venier dei Leoni, Dorsoduro 701, Venezia
Orario: 10-18, tutti i giorni eccetto il martedì.
Per informazioni: tel: 041.2405.440/419
visitorinfo@guggenheim-venice.it

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