La storia raccontata in questo libro si svolge a Macao, colonia portoghese fino al 1999 anno in cui torna sotto il controllo cinese. Il personaggio creato dall’autore Joäo Aguiar si chiama Adriano, di professione fa il giornalista e nel tempo libero lo scrittore. All’improvviso scopre la mezza età. Comincia a riflettere su se stesso e sul mondo. Si incrinano i rapporti con la famiglia. Lo shock però è tale da provocargli una frustrazione suicida. Aiutato dall’amico Cristiano fugge, senza speranza, verso Macao.
“Balzavo giù dal letto nel cuore della notte per ascoltare il silenzio della strada… e soprattutto celebravo tutte quelle occasioni che mi sembravano speciali – allestivo piccole e grandi cene in onore di un quadro nuovo o di un nuovo elettrodomestico. Questa sana abitudine non venne compresa…”.
La vita scorre come un gioco estremamente crudele e lui tenta di rincorrerla “seduto sulla sponda di un fiume opaco, fumando la pipa e mordendo un filo d’erba che sapeva di fieno… ”.
A Macao viene inviato per condurre una ricerca per conto della Fondazione Culturale Luso-Cinese. Qui scopre un passato che non avrebbe mai sospettato di avere e vive il passaggio angoscioso e sorridente dell’imminente reintegrazione alla Cina.
Macao, la “perla d’Oriente” però gli riserva un’altra sorpresa: immischiato brutalmente in un intrigo cruente. Adriano, a quel punto, si sente obbligato a dimenticare le riflessioni pessimistiche sulla vita e il mondo, per cedere all’istinto primitivo di lottare per la sua sopravvivenza.