Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Venezia, il Museo del pizzo di Burano

Burano

Nelle piccole isole della Laguna Veneta, una tradizione di lavoro (artigianato d’alta scuola) vecchia di secoli. I pizzi e i ricami, affidati alle abili mani delle merlettaie, non potrebbero avere sede migliore di quella di un Museo anch’esso “ricamato” tra le pietre e le acque veneziane

Burano
La sede del museo

Il merletto di Burano, nato in epoca Rinascimentale, veniva un tempo realizzato con ago e filo, senza supporto tessile, con il punto in aria; in epoca successiva (attorno al Seicento) si diffonde praticamente in tutta Europa e le abili e sensibili merlettaie di Burano, un piccolo centro della laguna veneta formato da un insieme di isolette, vengono chiamate un po’ ovunque in Europa per avviare le più importanti creazioni di pizzi; abilità, quella delle merlettaie, richiesta in modo particolari da sovrane ed ecclesiastici. Sulla piccola Isola dalle case colorate contemporaneamente si apre la Scuola dei Merletti, ma in seguito ad avvenimenti politici negativi e al declino e successiva caduta della Serenissima, questa preziosa attività subisce un grave declino.

Arte e maestria nell'esecuzione di un merletto
Arte e maestria nell’esecuzione di un merletto

Alla fine dell’Ottocento ha però inizio una nuova era per il merletto. La continua ricerca e l’affinamento di questo artigianato davvero speciale, per mezzo di ricercati e preziosissimi punti, i ricami vengono trasformati in vere e proprie opere d’arte; i disegni vengono caratterizzati da elaborati intrecci con l’impiego di un elevato numero di fili e nascono così pizzi la cui finezza e rarità li fanno si che l’attività specifica delle merlettaie venga annoverata tra le preziosità del patrimonio mondiale. Nel 1981 lo spazio della storica Scuola dei Merletti, fondata nel 1872 dalla Contessa Adriana Marcello, diviene sede del Museo del Merletto.

Pizzi, merletti e longeve merlettaie

Emma, ricamatrice da una vita intera
Emma, ricamatrice da una vita intera

Da un Campo dove sorride la statua di Baldassarre Galuppi – organista e compositore di Burano attivo nel Settecento – si entra nel Museo, dove si viene accolti da un film che rivisita l’affascinante mondo e la storia dei merletti; ad integrazione del filmato, ecco pannelli didascalici alle pareti che descrivono ulteriormente le singole opere. Al primo piano il percorso si sviluppa lungo quattro stanze che documentano cronologicamente, mediante l’esposizione di oltre duecento esemplari, l’evoluzione e l’arte del merletto. I ricami esposti, nelle diverse dimensioni, forme e finezze speciali, esaltano la bellezza e la capacità creativa delle esecutrici. Le merlettaie buranesi iniziavano fin da bambine ad imparare questo lavoro,istruite prima dalle madri e successivamente dalle insegnanti della Scuola dei Merletti. Nell’orario d’apertura del Museo, oltre al materiale esposto e a quello delle varie mostre temporanee, è possibile osservare dal vivo le merlettaie al lavoro; un’arte, tramandata da generazioni, che ancora oggi viene riproposta, con piena soddisfazione dei numerosi visitatori, italiani e stranieri. La più incredibile delle ‘merlettaie’ è la signora Emma di 94 anni; lavora senza occhiali e con grande sicurezza, da quando ne aveva 14, di anni!

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