Svetta per affluenza, oltreché per altura, Castel del Monte, simbolo della Puglia federiciana. Oltre 251 mila visitatori annui, punta di diamante del neonato Polo museale pugliese.
Il Polo è stato varato a fine 2014 dalla riforma Franceschini ed è composto da 14 monumenti e luoghi d’arte, Antiquarium e zona archeologica di Canne della Battaglia – Barletta, Castel del Monte — Andria (Barletta-Andria-Trani), Castello Angioino — Copertino (Lecce), Castello Svevo — Bari, Castello Svevo — Trani (Barletta-Andria-Trani), Chiostro del Convento di San Domenico – Taranto, Galleria Nazionale della Puglia “Girolamo e Rosaria Devanna” — Bitonto (Bari), Mostra Archeologica “Storie di Messapi: Manduria, oltre le mura” — Manduria (Taranto), Museo Archeologico Nazionale — Gioia del Colle (Bari), Museo Archeologico Nazionale e zona archeologica di Egnazia — Fasano (Brindisi), Museo Nazionale Archeologico — Altamura (Bari), Museo Nazionale Archeologico di Manfredonia (Foggia), Museo Nazionale Jatta — Ruvo di Puglia (Bari), Palazzo Sinesi — Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani).
Ma se Castel del Monte è l’unico monumento in Puglia capace di essere imperiale e raggiungere il suo picco per quanto riguarda il flusso annuale di visitatori, non altrettanto si può dire per quanto riguarda l’affluenza al museo e parco nazionale archeologico di Egnazia, in provincia di Brindisi, frequentato da meno di 29 mila persone l’anno. Anche i flussi alla Pinacoteca metropolitana di Bari (che conta poco più di 13mila visitatori annui) o il Marta, il museo archeologico di Taranto (con i suoi 55mila 412 visitatori a fronte, ad esempio degli oltre 90 mila del vicino Castello Aragonese) segnalano dati in negativo.
“Il punto è proprio questo, – spiega la direttrice della Pinacoteca, Clara Gelao, – Bari non è una città turistica, non offre nulla come accade invece a Venezia, Roma o Firenze e, di certo, non si fa la fila per entrare. Indubbiamente potremmo creare un afflusso maggiore ma mancano gli investimenti, senza contare che avremmo bisogno di altri due piani per esporre la nostra collezione, c’è carenza di spazio e, per finire, la delega alla Cultura per la città metropolitana, al momento, non è stata ancora assegnata”.