C’è ancora tempo per un viaggio primaverile ed estivo nella Zurigo “dadaista”. Gli eventi che celebrano i cento anni dalla nascita del movimento Dada, annunciati sin dall’inizio dell’anno, proseguono almeno fino alla prima settimana di luglio. Per sei mesi circa, la città svizzera si riappropria di un patrimonio di memoria che non tutti conoscono: fu qui, nel 1916, che un gruppo composito di artisti fondò il movimento tra i più dissacratori del secolo, destinato a lasciare traccia di sé in tutto il mondo e a condizionare la ricerca estetica degli anni a venire. Seguire le orme dei dadaisti sarà possibile, letteralmente, al Cabaret Voltaire, locale storico dove si riunivano gli artisti aderenti al movimento, tra cui Tristan Tzara, Hugo Ball, Emmy Hennings, Richard Huelsenbeck, Marcel Janco, Hans Arp e Sophie Taeuber.
Sul web le agende da tenere sotto occhio, peraltro, sono molte. Il calendario di eventi si distribuisce in diverse sedi e tra le mostre ricordiamo, sino ai primi di maggio, quelle al Kunsthaus, al Museum Haus Konstruktiv, al Museum Rietberg.
Dada, dalla Svizzera al mondo
“Ciascuno si fa l’arte che gli pare” scriveva, con tono provocatorio, Tristan Tzara, nel Manifesto del movimento. In una Zurigo terra franca, territorio neutrale in una Europa tormentata dalla Prima Guerra Mondiale, gli artisti Dada reagivano con un “no” deciso a qualsiasi elemento che fosse in linea con la tradizione. “Come si può far ordine nel caso di questa informe entità infinitamente variabile, l’uomo?” affermava Tzara. “Così nacque Dada da un bisogno d’indipendenza. Quelli che dipendono da noi restano liberi. Noi non ci basiamo su nessuna teoria”. Provocatori al limite del parossismo, i dadaisti finirono con lo sperimentare la presenza nell’arte di tecniche, materiali e modalità nuove. “L’artista nuovo si ribella: non dipinge più, ma crea direttamente con la pietra, il legno, il ferro, lo stagno, macigni, organismi, locomotive che si possono voltare da tutte le parti, secondo il vento limpido della sensazione del momento”. Il movimento Dada durò poco, ma la sua influenza sarà grande, confluendo nel surrealismo e in molte avanguardie del Novecento.
Dada Differently e Dada Afrika
La mostra che più richiamerà l’attenzione degli appassionati sarà Dadaglobe, aperta fino al 1 maggio al Kunsthaus. Sono esposti duecento lavori mandati a Tristan Tzara, nel 1921, da circa 30 artisti di tutta Europa per il progetto di un “libro” Dada. Le opere sono autoritratti, fotomontaggi, collage, disegni, saggi e versi.
Museum Haus Konstruktiv presenta una rassegna non banale: “Dada Differently” pone l’accento sul contributo di tre artiste: Sophie Taeuber-Arp, Hannah Höch, and Baroness Elsa von Freytag-Loringhoven. Obiettivo è ricordare l’apporto femminile al crescere del movimento.
Al Museum Rietberg si visita “Dada Afrika”. Molti artisti occidentali furono presi da una sorta di fascinazione per l’arte e la cultura africana: fu un modo per uscire dall’eurocentrismo e, insieme, la riscoperta di modalità estetiche liberate dagli accademismi. La mostra presenta una collezione di opere d’arte africana raccolte da Han Coray.
Gli eventi di Zurigo dadaista si concentrano nella prima parte dell’anno. Da giugno a settembre, però, chi ama l’arte avrà una nuova occasione per tornare a Zurigo. L’anniversario Dada cede idealmente il testimone a Manifesta, biennale internazionale di arte contemporanea. L’edizione 2016 sarà dedicata all’eredità del dadaismo nell’estetica contemporanea.
Per maggiori informazioni:
www.cabaretvoltaire.ch
www.zuerich.com/it/visitare/eventi-commemorativi
www.manifesta11.org