Alamaro è un bottone vintage ma è anche il nome del personaggio del romanzo che dà il titolo al libro di Clementina Coppini. Un libro che, sin dalle prime pagine, si percepisce non banale. L’autrice usa e dosa le parole che compongono il racconto in maniera brillante. Il romanzo è un filo che si srotola e tesse la storia di Alessio Accardi, uomo di successo, ricco e affascinante, freddo e vincente, amato e cercato dalle donne, anche se con nessuna riesce a istaurare una durevole relazione. Un uomo che ha costruito giorno dopo giorno il suo successo. Che ha fatto grandi cose senza curarsene troppo. “Aveva compiuto grandi opere e lo sapeva. Era conscio della propria nobiltà. Tutti ne erano consci. Non che la cosa rivestisse alcun significato, per lui.” Poi una mattina vede per strada un bambino con una cartella rossa sulle spalle e la sua vita cambia all’improvviso. Inizia a ricordare. Riaffiorano nella mente momenti di un passato che ha lottato con tutte le sue forze per dimenticare, cancellare e c’era riuscito fino a quella mattina. Da quel momento la sua vita cambia e inizia un percorso di redenzione che forse non guarirà mai del tutto le sue ferite. E così il dottor Alessio Accardi parte alla ricerca dell’Alamaro che è sempre stato dentro di lui, anche se ha cercato di dimenticarlo in ogni modo.
“Dimenticare non è frutto di un banale esercizio di rimozione. Non riconoscere più se stessi non è una cosa che fa male, se si desidera essere qualcun altro. Alamaro aveva deciso da piccolo che (…) lui non voleva ricordare, bensì rimuovere, assolversi dal compito di ritrovare il proprio passato…” .
Alamaro è la storia di un uomo con due anime in conflitto e del suo tentativo di conciliarle, pur con alterne fortune. Il tutto costruito e ambientato tra Milano, Venezia, l’Africa e la Camargue.
Alamaro è un libro da mettere sicuramente in valigia prima di partire per le vacanze.
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Autore
Clementina Coppini, scrittrice e giornalista, vive su questa Terra da mezzo secolo. Laureata in lettere classiche, ormai non distingua più il greco dal latino. E’ mezza brianzola e mezza bresciana ed è fiera di essere un ibrido, cosa che del resto e anche il frutto di cui porta il nome. Scrive per lavoro e per diletto. Qualcuno potrebbe pensare che sia una persona monocorde. Infatti è così.