Milano dal 5 al 24 febbraio 2019 ospita alla Pinacoteca di Brera un nuovo emozionante dialogo: “Attorno alla Cena in Emmaus. Caravaggio incontra Rembrant”. Due capolavori della storia dell’Arte a confronto: La Cena in Emmaus di Caravaggio e La Cena dei pellegrini di Emmaus di Rembrant. Per la prima volta si possono ammirare insieme nella sala XXVIII della Pinacoteca di Brera. Un confronto mai visto. Come ha dichiarato James Bradburne, direttore della Pinacoteca e della Biblioteca Braidense, “Questo dialogo è un perfetto esempio del perché i musei dovrebbero prestare i loro capolavori in circostanze eccezionali. Per tre settimane, Milano avrà l’opportunità di vedere due maestri di luce uno accanto all’altro, interpreti dello stesso tema in modi diversi”.
La Cena dei pellegrini in Emmaus di Rembrandt
Il capolavoro di Brera, La Cena in Emmaus, così come l’opera di Rembrandt, ha come tema principale una scena raccontata nei Vangeli. Scena spesso scelta dagli artisti per illustrare concetti come il dubbio, la caducità, l’umanità di Cristo. Due “cene” che si scostano dalle interpretazioni classiche. Ma accomunate dall’audacia dell’innovazione. Resa straordinaria dai contrasti di luce e ombra.
Il dipinto di Rembrandt dimostra una certa sfrontatezza giovanile. Aveva 23 anni nel 1629, quando dipinse su un foglio di carta applicato a un pannello in legno l’incontro di Gesù a Emmaus. Nel quadro definitivo è geniale l’impatto potente del controluce che staglia la silhouette del Cristo in ombra sullo sfondo illuminato del muro giallo. Intorno alla tavola oggetti rari: un piatto di terracotta, un coltello, un piatto di portata, una coppa e un grosso sacco da viaggio, probabilmente usato nel viaggio dai pellegrini.
La Cena in Emmaus di Caravaggio
La Cena in Emmaus di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è una seconda versione. Molto diversa dalla prima (che si trova alla National Gallery di Londra). Caravaggio dipinse il momento della rivelazione dell’identità di Gesù risorto ai due discepoli che tornavano da Emmaus e che avevano scambiato Cristo per un viandante. Sia nel dipinto di Rembrandt sia in quello di Caravaggio è il disadorno spazio di una locanda ad accogliere i personaggi. Cristo dolente in linea con il Vangelo di Luca. Il dipinto di Caravaggio attua una concezione del chiaroscuro che rende indistinte, a causa dell’ombra che le avvolge, certe parti dell’opera. Un capolavoro influenzato dalla biografia dell’artista, in fuga da Roma il 28 maggio 1606, dopo l’assassinio di Ranuccio Tommasoni. Questo dipinto è stato restaurato l’ultima volta nel 1978. “Nel corso del restauro attraverso la riflettografia a infrarossi” – ha detto Andrea Cerini, durante la conferenza stampa – “in alto a sinistra del quadro, abbiamo scoperto un paesaggio. L’autore forse aveva immaginato una finestra che poi ha deciso di ricoprire”.
Info: www.pinacotecabrera.org