Nizza, ecco la celebre Promenade des Anglais, carta vincente della città, che si snoda dal porto fino al Parc Floral ai margini urbani occidentali. Signori non più giovani fanno jogging dall’alba al tramonto; ragazzi di tutti i colori piroettano sui roller tra la gente, i papà spingono i passeggini con estrema disinvoltura (in Francia è più di moda che da noi). C’è anche chi preferisce contemplare, accomodandosi su una delle tante sedie a disposizione in faccia al mare. E chi, giovani bruni dagli occhi di brace, picchia sui bonghi seducendo i passanti con i ritmi forsennati delle terre native. Non mancano poi les amoureux qui se bécottent sur les bancs publics (gli innamorati che si sbaciucchiano sulle panchine) come cantava Georges Brassens. Niente a che fare con lo struscio di casa nostra; l’atmosfera è diversa, più disinibita. Ognuno fa quello che gli pare e nessuno si volta a guardare in questa Rio mediterranea. C’è anche chi osa sfidare i flutti persino a Natale, a Nizza. Nizza magnifica d’inverno.
La città di Garibaldi
Ma Nizza non è solo il suo lungomare, che pure fa la parte del leone; il nome Promenade des Anglais si deve a un reverendo inglese che aveva fatto costruire un sentiero prima dell’attuale sistemazione del viale. Come recita una filastrocca popolare “gira la carta e cambia la scena”. In place Gautier, salotto della città vecchia dominato dalla seicentesca Préfecture, il sabato è giorno di mercato e i fiori si pavoneggiano: freschi dai più bei giardini della celebre Riviera dei fiori, secchi esibiti in splendidi bouquet. Intorno, caffè con i tavolini all’aperto anche d’inverno, crêperies, ristoranti. Il compatto intrico del centro storico si apre alle spalle della piazza: viuzze, chiese barocche, palazzi, boutique di tessuti provenzali e profumi di Grasse, venditori di pissaladière, la torta salata di cipolle, acciughe e olive nere, e pan bagnat, panino imbottito al gusto d’aglio, olio e acciuga. ‘Gira la carta’ ed ecco lo Chateau: salire sulla verde collinetta non merita tanto per gli scarsi resti della cittadella, quanto per il panorama che abbraccia la baia. Et voilà, c’est reparti.
“Gira la carta” e sali lungo il boulevard de Cimiez all’omonimo, elegante quartiere collinare settentrionale dalle belle ville borghesi, dove integrati nel giardino all’italiana del monastero francescano di Cimiez sono i resti dell’anfiteatro e delle terme romane. Già, perché sulla collina di Cemenelum si insediarono i Romani, poi Nizza se la palleggiarono i conti di Provenza e i Savoia finché fu annessa alla Francia nel 1860. Ma ha ancora l’Italia nel cuore, la città nativa di Garibaldi. L’italiano si comprende e si abbozza, la gastronomia è affine a quella del confinante Ponente ligure, il clima è altrettanto dolce. Un fine settimana a Nizza non basta. Ma, si sa, chi si accontenta gode.
A Nizza tre musei da non perdere
Nizza sa allestire musei. La luce è perfetta e questo non è merito di nessuno. Gli allestimenti museali la sfruttano al meglio e questo è opera di sapienti architetti. Sale ampie, nessun sovraffollamento di opere, auricolari d’appoggio dove più serve (come al museo di Arti Asiatiche), i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tra tante, tre istituzioni (aperte tutti i giorni tranne il martedì dalle 10 alle 17 d’inverno) sono di particolare pregio. Il Musée des Arts Asiatiques (405 Promenade des Anglais, ) è, delle tre, l’ultima nata: secondo l’architetto giapponese Kenzo Tange che l’ha progettato simile a un cigno nel lago artificiale del Parc Floral, radioso giardino botanico ai margini occidentali della città. Dall’acqua emergono un corpo centrale cilindrico e quattro padiglioni cubici per contenere quattro delle principali civiltà del lontano Oriente: cambogiana, cinese, indiana e giapponese. All’interno del secondo museo asiatico di Francia dopo il Guimet di Parigi, sculture, ceramiche, gioielli, tessuti, bronzi e mobili dall’antichità ai nostri giorni. La domenica si può anche partecipare, previa prenotazione, alla cerimonia del tè che si svolge alle 15 e alle 16 nell’apposito padiglione.
Ubicazione d’eccezione per il Musée Matisse (164 avenue des Arènes de Cimiez), allestito in una villa di gusto genovese del XVII secolo all’interno del pluricentenario oliveto di Cimiez. Disegni, incisioni, sculture, bronzi, studi per arazzi e opere di ogni periodo dell’artista che si stabilì in città nel 1917 e non la mollò più fino alla morte. Sempre sulla collina di Cimiez, il Musée Message Biblique Marc Chagall (avenue du Docteur Ménard angolo Boulevard de Cimiez) è la più importante collezione permanente di opere di Chagall nato per la volontà dell’artista di riunire in un solo luogo i suoi più importanti lavori sul tema della Bibbia. I diciassette capolavori del Messaggio Biblico, i lavori preparatori sulla Genesi e l’Esodo, le sanguigne tele del Cantico dei Cantici sono il risultato di mezzo secolo di riflessione spirituale e del personalissimo approfondimento della Bibbia di cui Chagall si occupò per tutta la vita. Le vetrate dell’Auditorium dedicate alla Creazione, il mosaico che evoca il profeta Elia, un arazzo e alcune sculture completano il museo. Godibile, pur se visitatissimo, anche per le dimensioni ridotte.
Nizza, belle de nuit
Le luci sulla Promenade tra lussuosi alberghi e palazzi, lo sfavillante Hotel Negresco (al n. 37: merita almeno per bere un blanc des blancs se non per cenare nel migliore ristorante della città, Le Chantecler), il casinò Ruhl aperto fino all’alba, il porto con le taverne che offrono la pesca del giorno, la settecentesca place Garibaldi dove al numero 5 si trova il Café de Turin, uno degli indirizzi celebri per degustare frutti di mare. Ecco la città di notte. Nel quartiere a est di place Masséna, che segna il centro della città, ristoranti, locali, caves. Come La Part des Anges, enoteca al n. 17 di rue Gubernatis. Come La Bodeguita del Havana, al n. 14 di rue Chauvain simpatico ristorante e locale notturno con musica latinoamericana dal vivo. Etnici che si affollano anche a ovest della piazza di gusto piemontese. All’incrocio di rue de France e rue Dalpozzo si trovano un messicano, un turco e un cubano. Non è l’inizio di una barzelletta ma tre locali etnici gomito a gomito. La Havane, Poco Loco e il bar turco. Nizza cosmopolita con i suoi 350.000 abitanti. E se a mezzanotte vi manca un vinello fresco cercatelo in un magazin de nuit. Che non è una casa chiusa ma un negozio aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Nizza più moderna di Milano.
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