Incredibile Patong
Il cielo è quasi scuro quando il pullman scala i tornanti della piccola montagna che separa Phuket da Patong. All’inizio della discesa, il buio sembra dileguarsi mano a mano che il bus scivola fra le mille luci di Patong.
Cittadina zeppa di alberghi, famosa per le scuole di sub, con una spiaggia frequentatissima, Patong di giorno è come una qualsiasi località balneare. Ma la musica cambia quando scende la sera. Cambia perché Patong si trasforma in una città “aperta”.
Aperti infatti, sin quasi all’alba, sono la miriade di negozi, bar, ristoranti, showroom, uffici di cambio, gelaterie, pizzerie, cibi pronti, uffici postali, discoteche, centri di massaggio e mille altri ancora, che bordano la Thawiwong Road e le arterie che a perpendicolo la tagliano verso l’interno.
Tutto è metaforicamente in piazza, a Patong: il regno del taroccato, dell’occasionissima, della contrattazione senza rete. Uno dei più famosi del mondo.
Gioielli, orologi, computer tascabili o meno; radio, dischi, borse, borsoni, valigie, scarpe, vestiti, oggetti regalo, attrezzature sportive, da spiaggia e da sub. E ancora: negozi di fiori a fianco di sexy-shop, piccoli antri di cibi pronti prossimi alle “boutique” di Armani, Gucci, Fendi, Vuitton che, tra un modello e l’altro, offrono le immancabili cascate luccicanti di orologi di tutti i tipi e tutti indistintamente muniti di garanzia d’autenticità.
In questo paradiso dell’irreale, i turisti si perdono e spendono allegramente, anche se il gioco al ribasso è un rito ripetuto ogni volta. Si sa bene che con quella cifra che ci ostiniamo a ridurre ad ogni rilancio, non si paga nemmeno l’idea del prodotto dal nome altisonante che vogliamo acquistare. Ma il rituale è questo e qui sta il divertimento.
Ad acquisto concluso o escluso o rimandato, i turisti sciamano nel giardino (finto) all’aperto di un ristorante specializzato in pesce o si proiettano fra i tavoli (in strada) di una improbabile birreria bavarese, con le furbe camerierine in tenuta rossa e minigonna, che schizzano veloci sui pattini a rotelle reggendo grossi boccali di birra.
Non mancano le note “noir”, a Patong. Locali fumosi, poco illuminati e dalla musica assordante, pieni all’inverosimile di giovani e di prostitute o prostituti che arrivano sin qui chissà da dove.
Questa è Patong, paradiso delle “bufale” a buon mercato, regno dell’oggetto di grido e di quello firmato (contraffatto) per la gioia dei vari Signor Rossi, Smith, Dupont, Schwarz.
Alzi la mano, fra chi c’è stato, che non abbia sacrificato qualche baht a questo gigantesco mercatino delle pulci d’oriente.
Incantevole Mai Thon
E’ ovvio che quasi ogni isola (Koh, in lingua Thai) che circonda Phuket sia “incantevole”, pur se diversa una dall’altra. Lo sono le Surin e le Similan, a nord ovest dell’isola maggiore, entrambe parchi nazionali. Lo sono il gruppetto delle Phi Phi Don e Phi Phi Le, nello specchio di mare a meridione di Phuket e di Krabi; numerose e circondate da un’acqua limpida, profonda e ricca di pesci di tutti i colori che hanno dimestichezza con l’uomo, al punto che arrivano a titillare braccia e gambe di chi nuota. Un vero paradiso sommerso, per i sub.
Così come deliziosa è l’isola di Rang Yai nella quale si coltivano le perle o, profondamente diversa e famosissima, l’isoletta di Tapu, nella parte nord dell’ampio golfo interno, nella quale è stato ambientato uno dei film cult dell’Agente 007, alias Sean Connery, qui alle prese con un cattivissimo Christopher Lee, a sua volta legato al personaggio cinematografico di Dracula. Isole, quelle di James Bond, che appaiono irreali, tanto sono belle; quasi un capriccio estetico di chi le ha create. Enormi concrezioni di roccia che emergono dal mare simili a pinnacoli verdi dalla base più sottile rispetto alla sommità – grazie al lavorio costante delle onde – che coprono, con le forme più diverse, un’ampia superficie marina. Le spiagge, spesso minuscole, sembrano pennellate di giallo messe lì per ravvivare i colori intensi della roccia e del verde. Ma ci sono anche altre isole che possono essere elette a isola personale, isola ideale. Dipende dalla scelta che ognuno fa, dal bisogno che ha di estraniarsi, di srotolare pensieri in libertà e nel contempo godere attimi di pausa e di riflessione assolutamente intimi. Molte delle isole della baia di Phuket sono disabitate. Sarebbe senza dubbio bello sostarvi e riflettervi; per un giorno, forse due. Poi verrebbe a mancare quel minimo di comodità che rende la riflessione più “completa”. Per questo, se proprio si può scegliere, il consiglio è di approdare a Mai Thon.
Una mezz’ora di battello dal porto del capoluogo, con la sagoma di questa piccola isola verdissima che si ingrandisce sempre più, mentre ci si avvicina. Doppiato il molo d’approdo, la visione di una bianchissima spiaggia e di piccole costruzioni immerse nel verde. Il fondale del porticciolo pullula di pesci, così come la spiaggetta che lo affianca pullula di petulanti uccelli dal piumaggio nero e tortora. Lontani mille miglia da casa, è bello passeggiare in solitudine lungo l’arenile e riposare gli occhi nel gioco dei riflessi del mare, sfumato in mille tonalità d’azzurro, turchese, blu. Blu che diventa cupo e affascinante al largo, con le sagome delle Phi Phi Islands che si stagliano all’orizzonte. Un’isola per sognare, senza dubbio. Ma anche un’isola per sentirsi in pace con sé stessi e con l’armonia di un mondo che, dipendesse da lui solo, sarebbe un’unica, grande Mai Thon.
Maiton Island
Al “Maiton Island”, questo il nome del VentaClub del Gruppo Ventaglio, ci si arriva con un volo speciale della Lauda Air: ogni mercoledì da Milano-Malpensa, via Yangon (Rangoon). Una volta raggiunto l’aeroporto di Phuket, occorrono 40 minuti per il trasferimento al porto e altri 30 minuti per raggiungere l’isola con il battello o la barca. Il complesso dispone di 2 bar e 3 ristoranti dei quali uno centrale (a buffet), un grill e uno con specialità Thai. La sistemazione per il soggiorno è delle più invitanti. Sono piccole costruzioni immerse nel verde, unite da vialetti, per un totale di 127 camere vista mare delle quali 25 direttamente sulla spiaggia. Tutte molto spaziose, sono dotate di veranda, minibar, soggiorno, aria condizionata, televisione satellitare, telefono, cassetta di sicurezza e asciugacapelli. Se le giornate vengono scandite dai bagni, dalle escursioni, dal riposo e dalle varie attività promosse (mai imposte!) da giovani animatori e da personale specializzato, le sere vengono allietate da intrattenimenti con particolare attenzione alla tradizione e cultura locale, piano bar, spettacoli folcloristici e quanto possa essere curioso e interessante legato alla tradizione thailandese.
Le attività sportive prevedono stretching, ginnastica acquatica, canoa, beach volley, tennis. E’ poi possibile prenotare immersioni e snorkeling guidato presso il centro VentaDiving. Per gli amanti del golf, nelle vicinanze di Phuket vi sono 3 campi da 18 buche. Infine, le escursioni. Tutte quelle, ed altre ancora, ai luoghi descritti in questo articolo.
Per informazioni di carattere generale consultare il sito www.ventaglio.com; telefonare al Servizio Clienti 02 33 47 33 47 o rivolgersi alle migliori Agenzie di Viaggio.
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