Acqua rilassante, acqua rigenerante, acqua purificatrice. Da tremila anni la carta vincente del complesso termale di Saturnia, ai piedi dell’omonimo borgo medievale nella bassa Maremma grossetana è l’acqua. Sulfurea, estremamente rilassante. Certo ci sono anche un sofisticato centro benessere, un’attrezzata area fitness, un campo pratica di golf cui si affiancherà entro il 2005 un percorso golfistico a 18 buche (ora in costruzione), un albergo a quattro stelle ricavato da un’antica costruzione in travertino, circondata da un parco secolare, l’interno dal design di linee geometriche in marmo bianco e colori chiari immerso nella luce naturale che penetra ovunque dalle grandi vetrate. Ma è soprattutto l’immensa vasca a cielo aperto sopra la sorgente naturale che dispensa acqua sulfurea a 800 litri al secondo – dopo avere compiuto un viaggio sotterraneo di quarant’anni dalle pendici del monte Amiata – a distinguere Saturnia da altri complessi termali e resort votati al benessere del corpo e della mente.
Una liquida goduria
L’odore è inconfondibile ma non molesto: zolfo, che fa bene alla pelle fin dal primo bagno (l’azione di peeling naturale si nota immediatamente), ma anche ai polmoni e alle contratture muscolari. La temperatura è elevata ma non fastidiosa nemmeno d’estate (provato personalmente): 37,5º anche se la morte sua è il freddo gennaio (si fa per dire: siamo pur sempre in Toscana) quando sprofondare anima e corpo nell’enorme pozza è una vera goduria. Ecco, una goduria, è questa la sensazione che si prova dopo un bagno. Galleggiare nell’acqua calda, lasciarsi massaggiare dai getti che piovono a cascata su schiena, gambe, glutei, camminare dove l’acqua è bassa: e il tempo passa. Attenzione però a non abusarne: l’acqua sulfurea è spossante, inadatta alle lunghe nuotate. Un quarto d’ora, venti minuti sono la misura raccomandata, poi il riposo sotto gli ombrelloni disposti sul prato all’inglese intorno alla grande vasca termale, quindi il pranzo al ristorante sul bordo: insalatina di farro alle verdure, seppie in zimino, ananas al maraschino, grandi piatti di frutta, spremute. Altro che malati (che ci vanno per le cure termali, inalatorie e fisioterapiche): l’acqua di Saturnia giova (anche) a chi è sano come un pesce. D’altronde i Romani lo sapevano, loro che in fatto di piacere la contavano lunga, e alle terme andavano per stare bene. Conoscevano e sfruttavano Saturnia, anzi, avevano costruito persino la consolare via Clodia che congiungendosi all’Aurelia raggiungeva Roma.
Saturnia, benessere e relax
“Una settimana di soggiorno è la formula ideale per una remise en forme, ma sempre più persone hanno solo un fine settimana da dedicare a se stessi”, dice Nicola Angelo Fortunati, direttore della Divisione Benessere. “Allora organizziamo tutto prima: c’è un servizio di consulenza telefonica per conoscere gusti ed esigenze del cliente e impostare un programma personalizzato, si prenotano i trattamenti per chi li desidera, poi all’arrivo un secondo incontro permette di confermare o modificare il programma”.
Ma attenzione, de gustibus, si sa, non si discute: c’è chi non desidera altro che rilassarsi in piscina, chi sceglie di dedicarsi alle attività motorie a cominciare dalla passeggiata mattutina nella vicina campagna, chi non rinuncia a un trattamento via l’altro. Cosa preferisce signora, l’acqua o il fuoco? chiede l’esperta del benessere all’inizio della consulenza. Una Stone-therapy con le pietre calde come usano gli indiani d’America o un massaggio a quattro mani sotto una pioggia d’acqua termale? Secondo l’età e le preferenze vengono identificati i trattamenti più idonei: l’ossigenante multivitaminico per ridare
luminosità al viso, l’acquarelaxation per chi lo stress non se lo toglie di dosso facilmente, l’acquagym che non è vero sia solo per la terza età. I trattamenti proposti sono tanti ma la finalità una sola: il benessere, inteso come equilibrio psicofisico. Stare bene, anzi meglio, prima di dovere correre ai ripari: ecco la filosofia di Saturnia che ha puntato tutto sulla salute con un’equipe di oltre duecento professionisti specializzati, al servizio dei clienti in un rapporto di (quasi) uno a uno. Quindicimila i clienti nel 2002, la maggior parte italiani, nel primo complesso termale a essere famoso ancor prima che la Maremma diventasse di moda e la Toscana il regno del benessere e che resta uno dei migliori. L’albergo non chiude se non un paio di settimane in gennaio e da ottobre a marzo dà il meglio di sé.
Una giornata di piacere
Ma le terme non sono più soltanto per divi e ricconi: a Saturnia ci sono possibilità per tutte le tasche.
Va di moda anche tra i giovani entrare nel complesso termale per una giornata di piacere a soli sedici Euro: una spianata verde (il prato) punteggiata di bianco (le chaises longues) sulla quale si aprono piscine e percorsi acquatici di tutte le forme, accoglie i visitatori. In prima fila le trentenni, che preferiscono pensarci presto ad invecchiare bene. A un chilometro dall’impianto termale, ci sono anche le celebri cascatelle del Molino del Gorello, immerse nella vegetazione e aperte a tutti, affollate d’estate e frequentate anche d’inverno. E per chi vuole dormire nelle vicinanze non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i numerosi agriturismo della zona.
Etruschi e romani
Anche l’ambiente giova: intorno, un paesaggio dipinto con campi coltivati a frumento, girasole e avena, la morbidezza inconfondibile della Maremma dai colori ma anche le linee bellissime. E il borgo di Saturnia difeso da pareti scoscese, già etrusco e romano, poi castello degli Aldobrandeschi, che conserva resti della cinta muraria senese quattrocentesca con tratti di quella etrusca, la necropoli etrusca del Puntone e la porta Romana, principale ingresso della città sulla via Clodia. Non solo: recentemente inaugurato il Museo Archeologico di Saturnia va visto. Contiene la collezione archeologica della famiglia Ciacci: uno spaccato del territorio delle valli del Fiora e dell’Albegna che va dalla preistoria all’età romana. I reperti esposti provengono dalle necropoli etrusche di Sovana, Pitigliano, Poggio Buco e Saturnia oltre ai materiali rinvenuti in alcuni stipi votive di età classica e agli oggetti in bronzo e in ferro.