Lunedì 16 Settembre 2024 - Anno XXII

Un premio per William L.Allen, direttore del National Geographic

Chi ama viaggiare, chi desidera conoscere le bellezze naturali, i misteri scientifici e umani del mondo, ha una Bibbia: il mitico National Geographic americano

Una grande rivista, in tutti i sensi

Il buco blu, il fenomeno documentato da J.I.Cousteau
Il buco blu, il fenomeno documentato da J.I.Cousteau

In anni più recenti, è la volta delle esplorazioni marine di Jacques-Ive Cousteau, di quelle fra le grandi scimmie africane di Dian Fossey (celebre la trasposizione cinematografica con la protagonista Sigourney Weaver), l’esplorazione del relitto del Titanic ed altre ancora.
La fama della rivista è dovuta a diversi fattori, tutti ugualmente importanti: grande cura nella scelta degli argomenti da trattare; tempo e risorse economiche per svilupparli; impiego di giornalisti e fotografi fra i migliori disponibili; precisione “maniacale” nel verificare e completare le informazioni ricevute e gli articoli da pubblicare, con la conseguente ricerca e selezione a tutto campo fra il materiale fotografico destinato ad “uscire” sul magazine.
Oggi National Geographic vanta dieci milioni di lettori di lingua inglese, 550 mila in spagnolo, 170 mila in giapponese. Dal febbraio del 1999 la rivista esce anche in italiano.

Un direttore “fortunato”

William L. Allen
William L. Allen

Fortunato, perché bravo, sia ben chiaro! William, detto Bill, L. Allen, è entrato a far parte del National Geographic nel 1969. Dopo essere stato promosso dalla carica di “senior assistant editor” a quella direttore associato nel 1992, diviene l’ottavo direttore del magazine nel gennaio del 1995.
Sotto la sua guida, la rivista ha ottenuto diversi e importanti riconoscimenti. Fra tutti, quello del 2000, premio speciale per la migliore rivista con tiratura superiore al milione di copie.
Nel 1985 promuove la realizzazione di alcuni memorabili progetti editoriali: reportage scientifici e di archeologia subacquea, sulle difese del sistema immunitario nel corpo umano, sui relitti sottomarini dell’Età del Bronzo. Nel dicembre del 1987 esplora le profondità dell’oceano per mezzo di un sommergibile e illustra, presso l’Istituto di Archeologia Nautica, come fotografare sotto la superficie del mare.
Allen è membro del Consiglio per Relazioni Estere e fa parte di diversi comitati di studio nellambito della National geographci Society: quello dell’Istruzione, della Ricerca Biomedica Spaziale, di Archeologia Nautica e figura nel Consiglio del World Wildlife Fund. Naturalmente, è anche membro dello storico Cosmos Club di Washington.

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Premiato in Italia, a Milano

Foto di Flip Nicklin
Foto di Flip Nicklin

In occasione della BIT (Borsa Internazionale del Turismo), Bill Allen ha ricevuto il quinto Premio Neos-Porsche Italia 2004. Il premio viene annualmente assegnato a personaggi che con i loro scritti e le loro attività hanno saputo nobilitare l’essenza prima del lavoro di giornalisti di viaggio: visitare paesi per vedere, conoscere e quindi raccontare.
Allen è anche il primo giornalista straniero a ricevere l’ambito riconoscimento, promosso dalla Neos (Giornalisti di Viaggio Associati), un gruppo formato da giornalisti di redazione, fotografi e freelance che operano con le più importanti riviste di viaggio italiane ed estere.
Nelle precedenti edizioni i premiati sono stati: Fosco Maraini (fotografo, scrittore e noto orientalista) nel 2000; Walter Bonatti (giornalista, esploratore, alpinista) nel 2001; Folco Quilici (scrittore, documentarista, fotografo) nel 2002; Ettore Mo (inviato speciale del Corriere della Sera) nel 2003.
Il premio a Bill Allen e (naturalmente) all’intero National Geographic, è stato consegnato martedì 17 febbraio, alle ore 17, presso lo spazio Kawakita del palazzo Cisi, nell’ambito della Bit.

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