Quello che era un agglomerato di case disabitate per tutto l’anno, salvo rare eccezioni durante i fine settimana, diventa una città viva e spumeggiante, percorsa da carri di ogni tipo, cavalli strigliati e bardati alla perfezione, cavalieri indossanti stretti pantaloni ricoperti da ampie protezioni di cuoio, giubbetti aderenti, in testa il rotondo cappello “cordobès”. Gli edifici a uno o due piani, le strade insabbiate, i cavalli al piccolo trotto o legati agli steccati, fanno dubitare se si stia assistendo a scene da Far West o se davvero ci si trovi in un angolo del sudovest d’Europa. In ogni casa (se non è di proprietà viene affittata ad alto costo), una cucina e un cuoco reclutato in qualche ristorante di città garantiscono un continuo consumo di cibo e bevande. In un continuo movimento di gente che va a visitare gli amici e viene a sua volta visitata, i “finos” (vini bianchi secchi di Jerez, tipo il Tio Pepe), la “manzanilla” (di Sanlucar de Barrameda, simile al fino e pertanto con esso in eterna disputa) e la birra (beninteso riccamente alla spina) scorrono a fiumi. Come si potrebbe se no cantare e ballare senza sosta?
Abiti femminili, fra devozione e ostentazione
I ben noti e svolazzanti vestiti femminili (trajes flamencos o de gitana, chiamati anche faralay) meritano un discorso a parte e certamente costituiscono uno dei particolari più importanti del Rocío. Non v’è donna andalusa che per questo importante appuntamento non si faccia confezionare almeno un vestito, dai colori sgargianti, assortiti, variopinti. Il costo non è indifferente, può arrivare anche a più di seicento Euro, ma il Rocío non è solo un momento religioso, è anche uno “status symbol”, un evento sociale, mondano, da vivere. Il lunedì pomeriggio cala il sipario sulla grande Romerìa. Gran parte dei pellegrini ha già fatto ritorno a casa, ad affrontare il lavoro che per certo risulterà meno faticoso di questo weekend di Pentecoste appena terminato, mentre i fedeli confratelli delle Hermandades si apprestano a percorrere il Camino in senso inverso, scortando il Sinpecado. E appena arrivato a casa ogni buon “rocíero” ricomincerà a frequentare la sua Hermandad, cantando la Salve Rocíera in onore della Blanca Paloma, non senza avere immediatamente iniziato il conto alla rovescia. Su una lavagna appesa in un bar di Almonte ogni giorno si scala un numero: la cifra esposta rappresenta i giorni che mancano al prossimo Rocío.
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