Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

Virgen del Rocío: fede e orgoglio Andaluso

Rocìo

In Andalusia, a Pentecoste, si compie la "Romería" (pellegrinaggio) alla Vergine della Rugiada. Una profonda espressione di fede che coinvolge ed esalta tradizioni e folclore dell’intera regione

Il Rocío è un punto fisso del calendario annuale che tra Ferias e Fiestas, religiose e popolari, scandisce la vita della Spagna meridionale. E’ una festa andalusa per eccellenza che accomuna fede e paganesimo in un festoso tripudio di suoni e colori, canti e danze.

Un’origine antichissima

Rocío Pellegrini in cammino verso la Virgen de las Rocinas
Pellegrini in cammino verso la Virgen de las Rocinas

Come spesso accade nelle terre che hanno assistito a continui viavai di genti e religioni, è difficile risalire con precisione storica alle origini del pellegrinaggio; non si può addirittura escludere che il culto sia nato prima del cristianesimo.
Alcune divinità pagane, ad esempio, potevano essere adorate nello stesso punto delle Marismas (maremme) del Guadalquivir che in seguito fu teatro dell’occupazione moresca e – verso la fine del XIII secolo – della costruzione di un eremo cristiano destinato alla venerazione di un’immagine gotica chiamata Santa Maria de las Rocinas, divenuta “el Rocío” in epoca barocca. Con il trascorrere del tempo il pellegrinaggio alla Virgen – il cui eremo è assurto nel secolo scorso ai fasti di basilica – ha assunto proporzioni incredibili.

Rocío La basilica ad Almonte
La basilica ad Almonte

Non è azzardato ritenere che un milione di persone compia una visita tra il venerdì che precede e il lunedì che segue la Pentecoste, affollando le strade che conducono ad Almonte, piccolo comune nella provincia di Huelva nel cui territorio si è sviluppata, intorno al luogo di culto, una vera e propria città destinata a vivere soltanto per pochi giorni l’anno. Due le caratteristiche, le componenti del Rocío, che lo differenziano dai tanti altri pellegrinaggi e feste religiose della Spagna: le Hermandades e il Camino.  Le Hermandades, confraternite fondate per il culto della Vergine e composte da poche centinaia a qualche migliaio di “rocieros”, videro la luce nelle località vicine al Rocío per estendersi gradualmente alle città andaluse e alle grandi località della Spagna raggiunte dall’emigrazione andalusa.

LEGGI ANCHE  I Miti al Museo Archeologico di Taranto

Confraternite andaluse dalla Spagna e dall’Europa

Rocío Il carro con altare e tabernacolo
Il carro con altare e tabernacolo

Sono trascorsi due secoli e mezzo dalla fondazione della prima Hermandad, la Matriz di Almonte, e il loro numero è in continuo aumento: attualmente quasi cento Hermandades si danno annuale appuntamento al Rocío dopo aver scortato il Sinpecado lungo il Camino. Appena costituita, la Hermandad procede ad allestire un carro di ottima fattura sul quale viene eretto un argenteo altare con tabernacolo, riccamente lavorato, il Sinpecado (senza peccato) sul quale è posta l’immagine della Vergine. Il Sinpecado è venerato per tutto l’anno nella sede dell’Hermandad e in occasione della Pentecoste viene condotto al Rocío, a salutare e rendere omaggio alla Virgen, in una marcia di trasferimento chiamata Camino. Il Camino rappresenta uno dei momenti più autenticamente genuini e folcloristici della Romería e non è azzardato affermare che esistano due Rocío: quello del Camino e quello delle cerimonie religiose e dei festeggiamenti nelle case e nelle strade che circondano l’antica Ermita, oggi basilica. Secondo la distanza che separa la città di una Hermandad da Almonte, il Camino può durare da uno a più giorni e viene compiuto a piedi o a cavallo, fatta eccezione per le Hermandades lontane: una, tra le più recenti, parte da Bruxelles mentre quella proveniente dalle Canarie – che ogni anno sommerge di variopinti fiori tropicali la Virgen nota anche come la Blanca Paloma – non può che trasportare il Sinpecado con la nave che collega Cadice con l’arcipelago.

Sfilata di carri e di ricchi costumi

Rocío Scorta a cavallo al Sinpecado
Scorta a cavallo al Sinpecado

La massima espressione del folclore del Camino – soprattutto per la curata eleganza di cavalieri e amazzoni nel tradizionale abbigliamento “campero” e con i finimenti del cavallo lustri a tutto punto – è rappresentata dalla trasferta a cavallo. La Hermandad di Huelva, nella cui provincia si incontrano le Marismas, vanta non meno di mille cavalieri di scorta al Sinpecado, su piste di campagna percorse nel solco della tradizione, al lento incedere dei buoi che trainano carri agricoli festosamente addobbati. Il sabato di Pentecoste le Hermandades sfilano davanti alla Vergine osservando un rigido ordine d’anzianità e la massima puntualità, non senza dovere esibire un acconcio abbigliamento e un perfetto contegno nella presentazione del Sinpecado. La Hermandad che sgarra si copre di vergogna e rischia il massimo degli insulti, consistente nel passaggio della statua con le spalle voltate al Sinpecado durante la processione che, nella notte tra la domenica e il lunedì, porta la Blanca Paloma a salutare le Hermandades. Giudici supremi di eventuali comportamenti non regolamentari dei confratelli ospiti sono gli Hermanos di Almonte, i cui compiti non si circoscrivono a questi controlli disciplinari ma si estendono all’organizzazione delle tante manifestazioni del Rocío, incombenze e responsabilità non indifferenti se si tiene conto dell’enorme folla che si dà appuntamento nel caldo dell’inoltrata primavera andalusa.

LEGGI ANCHE  India, caleidoscopio di Fedi

Suoni, canti, balli, cibi, bevande. Anche questo è “Rocío”

Rocío

La parte ludica non è certamente inferiore all’importanza religiosa di questa imponente Romería di Pentecoste. Dalla serata del venerdì al lunedì, con i Sinpecado sistemati nelle residenze di ciascuna Hermandad e gli animali alloggiati nelle scuderie sul retro delle case, il Rocío scatena l’allegria, la spontaneità della gente andalusa. E’ un’orgia di canti e balli, in un “ensemble” di colori inimmaginabile; l’assordante rimbombo dei tamburi e i più delicati suoni delle chitarre fanno da sfondo al ritmare ossessivo delle mani. Tranne qualche flamenco e fandango, il canto triste dei minatori, sono le allegre Sevillanas a dominare la scena; ogni anno se ne inventano nuove, una produzione enorme, in gran parte composte espressamente per il Rocío.

Condividi sui social: