Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Villach, da Paracelso alle delizie del Duemila

Un panettone alto quasi duemila metri: è l’Alpe Gerlitzen, splendido balcone sulla Carinzia; a sud-est la Slovenia, a sud-ovest l’Italia. Poco più in là, l’imponente mole del Grossglockner (3.798 metri) la più alta vetta austriaca

Salita all'Alpe Garlitzen
Salita all’Alpe Garlitzen

Proprio sotto il Gerlitzen, l’Ossiacher See (lago), in lontananza il Wörther See e il Faaker See, due dei circa duecento bacini lacustri della regione che in fatto di laghi la sa lunga.
Anzi: per la gioia degli ambientalisti (e non solo) nel Land più meridionale dell’Austria appiccicato all’Italia, tutti (i laghi) hanno l’acqua potabile. Mica male se pensiamo ai nostrani e splendidi, ma non sempre incontaminati, specchi d’acqua.
Scendendo a piedi dall’Alpe Gerlitzen ovunque si guarda c’è un lago. Ma è la natura nel suo complesso che in Carinzia sovrasta: fiumi, parchi naturali protetti, foreste come in un dipinto naïf nitido e perfetto.

La montagna “panettone”

Villach, da Paracelso alle delizie del Duemila

Torniamo all’Alpe Gerlitzen, un panettone gustoso come pochi. Già perché lungo i suoi pendii si pilucca, si stuzzica l’appetito, si salta il pasto se lo intendiamo dal primo al dolce ma, alla fine, si mangia di più piuttosto che di meno. Pazienza per la linea, sciando si smaltiscono (quasi) tutte le calorie ingerite.
Lo chiamano “Kostalenweg”, il cammino degli assaggi, ma cosa vuol dire in pratica? In una baita si gusta, per esempio, l’antipasto, in un’altra il piatto forte, nell’ultima il dolce e tra una e l’altra si scia: ecco l’idea, organizzata in ogni minimo particolare secondo le stagioni.
Se d’estate si cammina da una malga all’altra lungo i pendii della “montagna pelata”, come viene bonariamente chiamato il Gerlitzen, d’inverno si possono percorrere, sci ai piedi, ventisei chilometri di piste, larghe, lisce, facili (perlopiù) e adatte alle famiglie per le quali l’escursione così congegnata sembra fatta su misura: i bambini non si stancano troppo e al ristorante non si annoiano. Ma anche i grandi sapranno apprezzare le specialità carinziane da degustare tra una sciata e l’altra.

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La gita degli “assaggi”

Tappa alle baite per gli
Tappa alle baite per gli “assaggi”

Il primo assaggio lo si fa alla sommità dell’Alpe Gerlitzen, che si raggiunge in cabinovia da Annenheim o in seggiovia da Arriach, in prossimità di quello che per grandezza è il secondo osservatorio astronomico austriaco (escursioni guidate per l’osservazione delle stelle).
Alla baita Gipfelhaus c’è lo strudel, quello vero che vede la pasta sfoglia ripiena solo di mele, oppure per la torta di ricotta e mele con salsa di vaniglia e l’immancabile panna montata accompagnata da un bicchiere di “Apfelsaft”, il succo di mele. Se si parte di mattina di buonora questa tappa può essere fatta per la prima colazione, oppure per rinfrancare le gambe a metà mattina.
Secondo “Kostale” (assaggio) alla Pöllingerhütte dove si apprezza il canederlo ripieno di ricotta, patate, menta, ma anche spinaci e funghi, che si chiama Kärtner Nudel, tanto per chiamare le cose con il loro nome. Ce ne sarebbero cinquecento e ottanta tipi diversi, di canederli; per Natale li preparano anche dolci, con mele, ricotta, zucchero e cannella.
Terza tappa a Neugartenstüberln per la bistecca di manzo con patate al cartoccio e salse: “Almochsensteak” se volete sapere cosa ordinare. Quarto e ultimo assaggio alla Klösterlehütte, dove si ammira uno scarpone in legno lungo sette metri che sarebbe il più grande del mondo. Qui si prova il “Käsespätzle”: gnocchetti con formaggio di pecora.
Ecco le quattro malghe che propongono le degustazioni del “Cammino degli Assaggi”, ma le baite che offrono tipici piatti carinziani sono una dozzina e in alcune si può anche dormire. Altrimenti per la notte ci sono curatissime fattorie nelle vicinanze: le “Bauernhöfe”, le case dei contadini come quelle sparse intorno ad Arriach: ottanta posti letto tra camere e appartamenti, a buon prezzo e calorosa ospitalità, in sei fattorie appartenenti a una cooperativa. Dove nel periodo natalizio si impara anche a preparare le corone dell’Avvento e i biscotti tipici, a distillare la grappa e a lavorare a maglia.

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