Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Dirigibili, che passione!

dirigibili Zeppelin Museum di Friedrichshafen foto di Gary A Baratta

La discoteca si chiama Zeppelin, nelle pasticcerie i cioccolatini hanno la forma di sigaro con tanto di piani di coda in cioccolato bianco e, nella piazza principale, i bambini si arrampicano e dondolano su un dirigibile in miniatura

dirigibili Graf Zeppelin in volo sulla stazione marittima di Friedrichshafen nel 1900
Graf Zeppelin in volo sulla stazione marittima di Friedrichshafen nel 1900

Friedrichshafen è la patria dei dirigibili. Tutto, in questa cittadina sulle sponde tedesche del Lago di Costanza, contribuisce a ricordarlo. Era il 2 luglio del 1900, quando sulle acque del Bodensee spiccò il volo il primo dirigibile Zeppelin. Iniziò così un’avventura che portò in meno di trent’anni queste macchine gigantesche e leggere a compiere, con decenni d’anticipo sugli aeroplani, i primi voli passeggeri intercontinentali della storia. Un modo di viaggiare che incarnava la voglia di vivere e l’esuberanza scientifica e tecnologica del primo dopoguerra e che, per fascino, non ha avuto eguali.

Il museo della “leggerezza”

dirigibili Lo "Zeppelin NT" in volo sul Bodensee
Lo “Zeppelin NT” in volo sul Bodensee

Le architetture “bauhaus” dell’ex stazione navale ospitano oggi quanto resta dei dirigibili quei giganti del cielo, in un museo che mette insieme l’incredibile modernità tecnologica di quelle macchine con il lusso e la raffinatezza che ammantava i loro viaggi. Ma in questo angolo di cielo che si affaccia su Germania, Austria e Svizzera, l’immensa figura di un dirigibile che si allunga ronzante sui tetti è una visione quotidiana. E’ lo “Zeppelin NT”, nipote delle aeronavi degli anni Trenta che, con tecnologie rivoluzionarie e spirito non più pionieristico, scommette di rinverdire i fasti di quei viaggi. Tra Zeppelin Museum (Seestrasse 22) e l’aeroporto, dove negli stabilimenti della Zeppelin aperti ai visitatori, è nato l’NT, c’è un percorso ideale lungo cento anni che fa di Friedrichshafen il posto ideale per chi, per passione dei voli sui dirigibili o per curiosità, vuole sapere tutto sul passato, sul presente e il possibile futuro di queste insolite macchine volanti.

dirigibili L'NT nell'hangar visitabile
L’NT nell’hangar visitabile

Prima ancora di varcare la soglia del museo, immediata è la sensazione visiva delle dimensioni ciclopiche dei dirigibili degli anni venti. Una vetrata che dà sulla pubblica via riproduce il vano e la scaletta d’ingresso dell’Hindenburg, l’ultima grande aeronave per il trasporto transoceanico di passeggeri.  Mentre si prova viva l’emozione dell’imbarco, un grafico svela che l’immensa sala del museo non riproduce che un’infinitesima parte dell’aeronave, lunga oltre duecentotrenta metri, con un volume di centocinquemila metri cubi e un carico utile di quindici tonnellate. Un transatlantico volante, leggero più di una piuma grazie alla spinta aerostatica dell’ idrogeno e capace di cullare nell’aria una quarantina di passeggeri tra sale da pranzo e da tè, cabine comodissime e servizi di bordo da corte reale. Lo Zeppelin di oggi è grande quanto un Jumbo, si limita a trasportare dodici passeggeri e offre il suo magnifico punto di osservazione per più modeste escursioni sulla regione del Bodensee.

Attorno al mondo con lo Graf Zeppelin

Zeppelin Museum, la gondola a motore della storica aeronave
Zeppelin Museum, la gondola a motore della storica aeronave

Senza dubbio il punto più alto dell’epopea degli Zeppelin fu la crociera intorno al mondo fatta dal dirigibile Graf Zeppelin (Conte Zeppelin) tra l’agosto e il settembre del 1929. Un viaggio fino ad allora inconcepibile, che da Friedrichshafen portò i suoi partecipanti a Mosca, lungo tutta la Siberia fino in Giappone, quindi sorvolando le immense distanze e le condizioni meteo avverse del Pacifico fino a San Francisco, in una trionfale marcia attraverso gli Stati Uniti toccando Chicago, Detroit e New York, per poi far ritorno a Friedrichsafen.
Un’avventura che, oltre ai fortunati partecipanti, coinvolse centinaia di migliaia di persone al suolo, pronte ovunque ad accogliere entusiasticamente il passaggio dell’immenso sigaro volante.
La giornalista ed avventuriera Grace Hay Drummond, in una corrispondenza dal viaggio scrisse appassionata: “Il Graf Zeppelin è molto più di una macchina di tela e di alluminio, ha un’anima”.
Il cono di prua, parte delle strutture e una gondola motore, sono alcuni dei frammenti arrivati fino a noi di quell’aeronave e il percorso del museo le espone in un excursus tecnico e storico che beneficia anche di oltre due ore di filmati d’epoca, duemila e cinquecento fotografie e seimila documenti, consultabili grazie ad una serie di postazioni computerizzate a disposizione dei visitatori.

A bordo del dirigibile. Si parte!

Le operazioni di atterraggio
Le operazioni di atterraggio

L’imbarco sullo “Zeppelin NT” è certamente meno romantico, ma l’emozione di fare un’esperienza rarissima si sente tutta. Al giorno d’oggi, sono poco più di una decina i dirigibili volanti e per la quasi totalità sono piccoli “blimp” pubblicitari, non destinati a passeggeri paganti. La “Deutsche Zeppelin Reederei” è al momento l’unica compagnia al mondo ad offrire, in primavera ed estate, voli turistici in aeronave. Rientrato da un’escursione, il dirigibile accoglie a bordo i nuovi passeggeri prima che gli altri abbandonino la navicella, in modo che la macchina non si alleggerisca all’improvviso e diventi difficilmente governabile, sotto la spinta aerostatica di ottomila metri cubi di elio. Per gestire a terra gli Zeppelin degli anni trenta erano necessarie centinaia di persone, impegnate con cime e mancorrenti a trattenere l’aeronave che tendeva a levitare. L’impiego di tre motori orientabili e di sistemi computerizzati per la gestione dei comandi consentono allo “Zeppelin NT” di agganciarsi e sganciarsi dal pilone di ormeggio con l’ausilio di sole tre persone al suolo che, in pratica, si occupano più di essere gentili con i passeggeri che delle operazioni di decollo e di atterraggio.

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