Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Koh Phangan, l’isola della Luna Piena

Koh Phangan

Quel sottile gioco di sorrisi e inchini tipicamente orientali che fanno sentire gli ospiti importanti e privilegiati. A Koh Phangan, isola risparmiata dallo tsunami, tutto ciò è normale. Con in più, una “festa” da sballo!

Bangkok
Bangkok

Per chi ritorna in Thailandia, magari dopo un’assenza di soli pochi anni, la percezione del cambiamento è forte. Certo le spiagge sono sempre bellissime, la natura grandiosa, la sabbia dorata. Né fanno difetto la proverbiale ospitalità e il calore del popolo Thai.
“Cosa non va, allora?” Il fatto è che anche in questo caso c’è il rovescio della medaglia. Che ci presenta si un paese protagonista, nel decennio passato, di una straordinaria performance al vertiginoso ritmo di sviluppo del dieci per cento l’anno; ma che per questo vero e proprio miracolo economico si è guadagnato il poco rassicurante appellativo di “tigre d’oriente” e qualche vittima la doveva pur fare. Proprio in nome di quel turismo che, pur essendo una delle ragioni del successo economico thailandese, sta sviluppando gigantesche contraddizioni.

Mete da sogno, mete “globali”
Spiagge da sogno
Spiagge da sogno

Gli anni Ottanta hanno segnato l’inizio dell’invasione. Da allora ogni giorno dell’anno orde di visitatori in bermuda e camicia hawaiana si riversano in questo paradiso delle vacanze. Nella manciata di località prese d’assalto nei periodi caldi dell’anno la pressione turistica sfiora il punto di rottura. Pattaya vale oggi Ibiza, Phuket vi è ormai molto vicina, anche se si sta leccando le ferite dello tsunami, mentre Koh Samui e Koh Phi Phi, di questo passo, faranno presto la stessa fine. Nonostante ciò non tutto è perduto; la Thailandia ha ancora molto da offrire a chi abbia la voglia di spingersi un po’ più in là, lontano da tutti i luoghi comuni del turismo da depliant. Prendiamo, per esempio, Koh Phangan. Questa splendida isola del sud del paese, bagnata dalle acque del Golfo di Thailandia, è ancora un eden intatto. Fino alla metà degli anni Ottanta, Koh Phangan era quasi completamente al di fuori delle rotte del turismo tradizionale; era semplicemente la “sorella minore” di Koh Samui, magari da visitare in giornata con un day charter (in barca). Già arrivare a Koh Samui era un’impresa spesso affidata alla precarietà degli orari; figuriamoci andare a Koh Phangan! Poco a poco però, con la crescita di prestigio della “sorella maggiore” è diventata una via di fuga, una porta di servizio  attraverso la quale sottrarsi all’affollamento di Koh Samui.

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La “sorella minore” è cresciuta
Koh Phangan
Koh Phangan

Koh Phangan con le sue spiagge superbe, le colline coperte di giungla e la mancanza di strade, riusciva ancora a offrire un’atmosfera intatta e originale. E così i “back packers” (i turisti con lo zaino), generalmente giovani e con pochi soldi, cacciati da Koh Samui, l’hanno eletta loro rifugio; una sorta di porto franco in “terra nemica”! Ancora oggi è così. Qui gli alberghi non ci sono e la parola “residence” è praticamente sconosciuta. Tutto quanto l’isola è in grado di offrire come sistemazioni sono un paio di “guest house” e vari “beach resort” costituiti da bungalow all’ombra delle palme; la parola d’ordine è: contatto con la natura.  Tuttavia, niente paura. Anche a Koh Phangan esiste la possibilità di garantirsi un alloggio confortevole; solo che non è la regola. Molti bungalow sono spartane capanne di legno col tetto di paglia, senza elettricità né acqua corrente e altri hanno generatori che funzionano solo in determinati orari. Ma dopotutto, che importanza ha?

Bungalow all’ombra delle palme
Bungalow all’ombra delle palme

Qui il sole sorge presto, e poi fa parte del fascino dell’isola. Comunque tutto ciò fa si che Koh Phangan sia un’isola frequentata essenzialmente da giovani, per i quali la categoria dell’alloggio non costituisce un ostacolo; anzi, meno si spende, meglio è! Si ha questa netta sensazione già sul traghetto, quando si arriva a Nathon, porto di Koh Samui. Le famiglie e i bambini scendono qui. Quando la nave riparte, sistemati alla meglio sui vari ponti del ferry, restano solo ragazzi e ragazze di ogni nazionalità. Nel frattempo, durante la sosta, salgono a bordo vari “broker” di alloggi che illustrano ai passeggeri i comfort dei loro bungalow per mezzo di depliant artigianali. Appena il tempo di iniziare le contrattazioni e dopo quaranta minuti si giunge a Thong Sala, porto d’approdo di Koh Phangan e centro di smistamento dei turisti verso le spiagge.

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Natura superba, sopra ogni cosa

la barriera corallina
la barriera corallina

Gli occidentali arrivati alla ricerca del paradiso perduto non hanno che l’imbarazzo della scelta: gli amanti della pace, della solitudine e della negazione di ogni accessorio superfluo si dirigono verso la parte nord occidentale. Qui si trovano alcune tra le più spettacolari spiagge dell’isola, come Srithanu beach, Hat Yao e soprattutto Hat Lat: un anfiteatro di sabbia corallina circondato dalla foresta. Il mare, incredibilmente trasparente e colorato, cela una barriera corallina fortunatamente ancora in ottime condizioni; immergendosi alla mattina presto in queste acque si assiste a un’esplosione di colori: pesci di tutte le dimensioni e coralli che non faranno certo rimpiangere le Maldive. Ma la sensazione di esilio può essere attenuata anche qui. Poco più a nord, adagiato sulla baia più grande dell’isola, si trova Chalok Lum, un piccolo villaggio di pescatori. Le numerose e coloratissime imbarcazioni da pesca e i tralicci per l’essiccazione dei calamari lungo tutta la spiaggia, testimoniano che il mare è ancora la risorsa principale della gente del villaggio. Tuttavia l’attività turistica ha fatto presa anche a Chalok Lum: i pochi visitatori che si spingono fin qui hanno a disposizione negozi per gli acquisti e piccoli ristorantini dove si possono gustare, per pochi bath, deliziose “thai soup” e pesce freschissimo.

Hat Rin Beach, una spiaggia “viva”
Hat Rin, la spiaggia più turistica
Hat Rin, la spiaggia più turistica

Un discorso diverso va fatto per chi è alla ricerca della giusta mediazione tra tranquillità e divertimento, tra meditazione ascetica e vita sociale. Per trovare tutto ciò il posto giusto è Hat Rin beach, sulla punta meridionale di Koh Phangan. Hat Rin è sicuramente la spiaggia più famosa e anche la più frequentata. Qui si dirige la gran parte dei turisti che sbarca sull’isola. Ma per raggiungerla occorre un ultimo sforzo. Ad attendere il traghetto in arrivo da Samui ci sono infatti i pescatori che con le loro lunghe lance portano a Hat Rin, offrendo un assaggio delle coste di Koh Phangan. Mezz’ora di mare e finalmente si approda sulla spiaggia: dopo tanta fatica lo sbarco ha il sapore della conquista. Fino a pochi anni fa era un posto tranquillo, un semplice villaggio di gente di mare tra le due fantastiche spiagge di Hat Rin Noi e Hat Rin Nok. Poi qualcuno l’ha scoperto, c’è stato un sommesso passaparola internazionale ed è diventato un altro pianeta, dove si respira un’affascinante atmosfera cosmopolita; la Mecca di freak e hippy di tutto il mondo. Dai quattro punti cardinali migliaia di giovani arrivano in cerca di libertà e trasgressione, attratti da quella che è diventata la spiaggia del nudo e delle feste notturne.

Il “regno” del “fullmoon party”
Fullmoon party
Fullmoon party

Già, perché Hat Rin è la spiaggia del “fullmoon party”, le scatenate feste della luna piena. Non che le altre notti non si faccia festa, ma il fullmoon le batte tutte.  E’ una specie di capodanno che si ripete con cadenza mensile e per l’occasione la spiaggia si fa bella.  Già al tramonto l’aria è carica d’eccitazione e fervono i preparativi. Tutti i resorts della spiaggia vengono addobbati con luminarie, le palme assumono l’aspetto di stravaganti alberi di natale mentre i numerosi music bar dispongono stuoie e tavolini sulla sabbia fino alla battigia.  Poi cala la notte e il villaggio di Hat Rin si anima di persone che affollano i ristoranti e i market dove si vendono gli ultimi giochi pirotecnici. A un certo punto la gente comincia a dirigersi in massa verso la spiaggia: una mezzaluna di sabbia bianca illuminata da fuochi, candele e luci di ogni genere. A completare questa suggestiva coreografia ci pensa la marea.

Koh Phangan Hat Rin la spiaggia
Hat Rin la spiaggia

Infatti di notte, il mare, sotto l’influsso della luna, si ritira per decine di metri creando sul fondo sabbioso pozze d’acqua che riflettono le luminarie. Intanto sulla spiaggia il profumo dell’incenso si mescola a folate di spezie orientali e all’odore di marijuana. Infatti, nonostante i minacciosi avvisi appesi un po’ ovunque, la polizia thailandese, notoriamente severa nei confronti delle droghe, a Hat Rin e specialmente al fullmoon party chiude un occhio, anzi tutti e due. Su tutto trionfa la musica proveniente dai bar e da improvvisate discoteche.  L’attesa per l’ospite d’onore è al culmine e quando finalmente dall’orizzonte si leva il disco della luna piena, la spiaggia si trasforma in una scatenata giungla di suoni e fuochi d’artificio. Quindi la festa prosegue fino all’alba. La mattina seguente Hat Rin beach torna a essere una spiaggia bellissima e tranquilla come tante altre, percorsa da robuste signore Thai che dietro esiguo compenso praticano rilassanti massaggi terapeutici.

Di giorno, i colori del mercato
Il mercato
Il mercato

Un altro importante appuntamento è il mercatino di Hat Rin, che si tiene tutti i pomeriggi fino al tramonto di fronte al Tommy’s resort, dove venditori ambulanti e figli dei fiori di ogni Paese espongono le loro mercanzie. Alcuni vivono qui, altri ci passano di tanto in tanto, solo una tappa del loro giro per il mondo alla costante ricerca dell’estate. Il mercato è un’esplosione di colori (e personaggi) dove si può trovare qualsiasi tipo di oggetto e curiosità: sarong balinesi, borse e camicie a fiori, monili in argento e ambra e persino prodotti d’artigianato sudamericano. I turisti, spesso a loro volta  “travestiti” da figli dei fiori, passeggiano curiosando tra le bancarelle o siedono al bar in compagnia dell’immancabile bottiglia di Shinga Beer, la birra nazionale thailandese, in attesa di assistere allo spettacolare tramonto che tinge le rocce della baia di colori irreali.

Le cascate
Le cascate

Ma Koh Phangan non è solo sinonimo di spiagge; anche l’interno dell’isola offre piacevoli occasioni di visita, con le sue colline coperte di fitta vegetazione e i templi sparsi un po’ ovunque, anche se nessuno è all’altezza di quelli maestosi che si possono ammirare a Bangkok o in altre città del Paese.  Nonostante le strade molto accidentate non consiglino di avventurarsi liberamente motorizzati con mezzi presi a noleggio, ci si può sempre affidare all’abilità dei “drivers” locali i quali, per pochi bath a testa, mettono volentieri a disposizione il loro “song tao” (le tipiche jeep trasformate in taxi) per guidare i turisti attraverso le sterminate piantagioni di palme da cocco fino alle Phang Waterfall o alle Than Sadet Waterfall, cascate sotto le quali concedersi un bagno in acqua dolce.

Come arrivare a Koh Phangan
Il traghetto
Il traghetto

La Thai Airways (www.thaiairways.com), compagnia di bandiera tailandese, ha voli diretti plurisettimanali Roma-Bangkok che  durano circa nove-dieci ore all’andata e undici-dodici ore al ritorno.  In alternativa ci si può rivolgere alle principali compagnie internazionali che effettuano voli giornalieri in partenza dai più importanti scali europei. L’Alitalia non ha voli diretti, ma raggiunge Bangkok facendo uno scalo di circa sei ore a Mumbai (Bombay). Il volo sino alla capitale thailandese viene quindi a durare circa diciannove ore. Da Bangkok si può poi raggiungere Surat Thani con i voli giornalieri interni della Thai Airways (un’ora di volo) e di lì proseguire con il servizio quotidiano di Ferry Boat operato dalla Songserm Travel in partenza da Ban Don, porto di Surat, per Koh Samui e Koh Phangan. Il prezzo del biglietto per le tre ore di viaggio è di 200 Bath.  In alternativa, da Bangkok, si può raggiungere direttamente Koh Samui con uno dei cinque voli giornalieri che la Bangkok Airways opera su quest’isola. Nelle vicinanze dell’aeroporto si trova il villaggio di Bo Phut. Da qui un servizio di lance trasporta i turisti direttamente alla spiaggia di Hat Rin.

Dove dormire e mangiare
Bungalows, amaca e vista mozzafiato
Bungalows, amaca e vista mozzafiato

Koh Phangan offre solo Bungalows ma non c’è che  l’imbarazzo della scelta; sull’isola si contano infatti più di 150 resorts. Le tariffe variano in considerazione del periodo: quindi un bungalow che in maggio costa 200 Bath può arrivare a costare 400 in dicembre o in agosto per via della grande richiesta. Oltre a ciò, in questi periodi e in occasione del Fullmoon Party, trovare una sistemazione può non essere impresa facile. La cosa migliore, una volta scelta la spiaggia dove si vuole soggiornare, è visitare personalmente il resort e contrattare il prezzo, che comunque raramente supera i 300 Bath  (6 euro circa per due persone) per un bungalow con bagno privato, ventilatore e zanzariera. Tutti i resort hanno il ristorante e il menù comprende tutte le tradizionali specialità della cucina della Thailandia del sud. Meritano una visita i due “seafood market” nel villaggio di Hat Rin. Sono semplici ristoranti all’aperto dove si mangia solo pesce. La cosa singolare è che pesci e crostacei di ogni tipo sono in bella mostra in modo che sarà il cliente a scegliere quale gambero o aragosta far cuocere sulla brace.

Escursioni
Ang Thong Marine National Park.
Ang Thong Marine National Park.

Il consiglio è contattare direttamente un pescatore e una volta stabilito il prezzo, farsi portare alla scoperta delle baie nascoste dell’isola e dei suoi fantastici fondali. Per i veri amanti del mare e della natura si impone una visita al Ang Thong Marine National Park. E’ un arcipelago di quaranta isole situato a trenta chilometri da Koh Phangan, in direzione ovest, raggiungibile sia da Koh Samui che da Koh Phangan con battelli che salpano alle 8.30 e tornano alle 17.00. Il prezzo del tour è di 300 Bath, pasto compreso.

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