Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Calabria, apre un nuovo museo archeologico

Il polo espositivo nel parco di Scolacium, a Borgia, in provincia di Catanzaro, apre il 21 maggio dopo una lunga storia di scavi e restauri

Il teatro di età cesariana
Il teatro di età cesariana

Sabato 21 maggio, durante la Settimana dei Beni Culturali, apre al pubblico il Museo del parco archeologico di Scolacium, presso il Comune di Borgia (CZ). Si tratta di un’importante tappa che conclude un lungo processo iniziato nel 1982 con l’esproprio del fondo della Roccelletta da parte del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
Il museo è allestito in un edificio a due piani appartenente al complesso signorile dei baroni Mazza. I materiali esposti indicano le tappe più significative della ricerca e sottolineano l’evoluzione artistica, materiale e culturale del centro antico nelle fasi più salienti della sua storia. La prima sezione presenta una visita all’interno del parco. La seconda sezione è invece dedicata ai monumenti e offre una possibilità di approfondimento all’utente interessato o specialista. La terza sezione è stata strutturata per illustrare la storia della ricerca, che ha portato poi alla costituzione del parco. La quarta, infine, è una sezione di sole immagini, raggruppate per tematiche o per monumenti, che offre la possibilità di mostrare non soltanto la documentazione di tanti anni di ricerca, ma anche la trasformazione del territorio.

Edificio nel Parco Archeologico Scolacium
Edificio nel Parco Archeologico Scolacium

Il latifondo, di cui sono stati espropriati 35 ettari circa, era passato in proprietà della Famiglia Massara e fu poi acquistato nel 1891 ad un’asta da Emanuele Mazza capostipite della Famiglia che l’ha detenuta sino al 1982, anno in cui si è concluso l’esproprio da parte del Ministero.
La storia recente dell’uliveto, con case nobili e rustiche, fa perno sulla figura di un nobiluomo, Gregorio Mazza, che incarna il tipico proprietario terriero di Calabria, padrone assoluto del proprio dominio dove era assai difficile entrare a meno di non essere invitati. Fu proprio lui ad accogliere, intorno alla metà degli anni Sessanta, Ermanno Arslan, giovane studioso, che il Soprintendente Giuseppe Foti aveva invitato dal Nord per rimettere in luce quanto quelle piante d’ulivo avevano ricoperto per lunghi anni.

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Gli scavi

Una statua restituita dagli scavi
Una statua restituita dagli scavi

Gli scavi hanno avuto corso regolare dal 1966 ad oggi e sono stati guidati per diverso tempo da Ermanno A.Arslan fino al 1997.
Grazie a queste indagini è stato messa in luce la grande piazza del Foro (80 metri x 40 circa) circondata da portici e dominata, sopra una naturale terrazza, dall’edificio del Capitolium di età repubblicana, di cui restano pochi avanzi. Intorno al Foro si sviluppava anche una serie di edifici pubblici, tra i quali la Basilica, le terme, la Curia, un edificio per il culto della famiglia imperiale, che ha restituito statue di imperatori e dei loro familiari.
Sulla piazza, attraversata dalla larga strada principale della città (il decumanus maximus), erano una fontana monumentale, basi per monumenti, un sacello e forse anche una chiesa cristiana.
Poco lontano era il teatro, di età cesariana, con scena ripresa in età traianea, appoggiato alla collina dietro la quale c’era l’anfiteatro non ancora scavato. Dalla parte opposta, proprio sotto la chiesa abbaziale normanna, costruita nel medioevo in un tentativo di ripopolare la zona, si avevano altre terme. Altri edifici termali sono stati scoperti ai margini della città, che è tutta circondata dalle necropoli romane, con molti mausolei monumentali ancora ben conservati.
Due acquedotti (uno su arcate) raggiungevano la città da varie direzioni. Gli scavi hanno restituito poi statue e ritratti, epigrafi, ceramiche, monete, oggetti in bronzo, tutti reperti inediti appartenenti ai vari edifici dell’area archeologica che saranno finalmente ospitati dal Museo Archeologico del parco.
Con vari interventi del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è stato possibile restaurare quasi tutti gli edifici presenti, restituendo a quello che è ora divenuto il parco archeologico di Scolacium la fisionomia ed il decoro consoni all’importanza del contesto storico, e dei monumenti rinvenuti e di quelli ancora da indagare, ma anche con attenzione alle cose più recenti per non cancellare gli originali tratti della tenuta agricola, esemplare per come era stata concepita e conservata dai suoi proprietari.
Così sono stati  recuperati il bel frantoio elettrico della fine degli anni Quaranta dello scorso secolo, altre piccole entità rustiche quali una porcilaia, una colombaia, una "cebbia" (vasca per la conserva dell’acqua), una piccola masseria per le raccoglitrici delle olive, altri edifici rustici ed, infine, la cappella gentilizia.

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Parco Archeologico Scolacium
Via Scylletion, 1 – Borgia (CZ)
Ingresso: gratuito
Orari al pubblico: dalle 9 a un’ora prima del tramonto
Informazioni: 0961/391356

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