Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Corot, l’incanto della natura

Fino all’8 gennaio, a Ferrara, la mostra sul maestro francese della pittura di paesaggio. Grande attenzione alle vedute italiane

Olevano, la Serpentatura (1827)
Olevano, la Serpentatura (1827)

E’ aperta ancora fino all’8 gennaio la mostra che Ferrara dedica a Jean-Baptiste Camille Corot, a palazzo Diamanti, nella cornice rinascimentale di corso Ercole d’Este. Alla pittura di paesaggio di uno dei maestri dell’Ottocento francese viene reso omaggio con un’esposizione curata da Vincent Pomarede, capo del dipartimento dei Dipinti del Museo del Louvre, e organizzata dal Museo Thyssen-Bornemisa di Madrid in collaborazione con Ferrara Arte.
La mostra presenta una selezione di opere, per la verità non in numero eccessivo ma di sicuro fascino, ben collocate in un percorso “a temi”, che segue il lavoro di Corot attraverso gli anni, i luoghi rappresentati, lo stile. La scuola neoclassica che forma Corot è visibile nelle opere giovanili, mentre sin dalla prima sezione sono presenti i bozzetti di paesaggi eseguiti en plein air, all’aria aperta, secondo quella formula che si diffuse sempre di più nel XIX secolo e che fu il primo terreno fertile dell’impressionismo. Corot dipinse per tutta la vita opere en plein air, durante i suoi viaggi in Italia, – tre, documentati in mostra da una sezione apposita – ma anche nella sua Francia, nelle campagne e nei piccoli centri. Fu l’osservazione diretta della natura a guidarlo attraverso le diverse correnti artistiche del suo secolo: dall’attenzione agli equilibri e alle armonie classiche allo sguardo incantato del romanticismo sino al realismo nei colori e negli effetti di luce.
Più di una sola visione della natura, quindi, si legge nei dipinti esposti in rassegna: i veloci e insieme armonici bozzetti su Roma e la campagna laziale; il fitto bosco di Fontainebleau, i dintorni della casa di famiglia Ville d’Avray.

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Ricordo di Mortefontaine
Ricordo di Mortefontaine

“Cerco di rendere il fremito della natura”, diceva Corot, “faccio continui sforzi per coglierne tutte le sfumature e per dare l’illusione della vita”. In questa ricerca si affiancano l’occhio della ragione e quello del cuore, la rappresentazione delle cose e la sua interpretazione: come per le figure di “fantasia”, ritratti di personaggi abbigliati ad arte, o nei ricordi, dipinti di luoghi visti in passato, già “raccontati” da vedute en plein air e poi trasfigurati dalla memoria in libere evocazioni. In tale varietà di sguardi il visitatore potrà trovare quello più aderente alle sue emozioni, mentre gli amanti della “rivoluzione impressionista”, che si sarebbe propagata di lì a poco in tutta Europa, resteranno sorpresi da alcuni luminosi paesaggi che sembrano così vicini alla nuova corrente.
Il turista che dopo la mostra vorrà visitare Ferrara avrà grande scelta: da palazzo Diamanti, lungo l’ampia e distesa “addizione Erculea” aggiunta al centro storico nel Cinquecento, potrà scendere nel cuore della città medievale, per respirare luci e sapori dell’atmosfera del Natale. Sono aperti da giorni i mercatini nella piazza della Cattedrale ed è in corso un calendario di concerti ed eventi in diversi quartieri della città. L’apice della festa sarà a Capodanno, al Castello Estense, con il tradizionale “incendio”: fuochi d’artificio studiati per scendere a cascata dalle torri del castello, grazie a particolari effetti pirotecnici non esplosivi, accompagnati da musica e giochi di luci.

“Corot. Natura, emozione, ricordo”. Aperto aperto tutti i giorni, da domenica a giovedì 9-20; venerdì e sabato 9-24; 24, 31 dicembre e 6 gennaio 9-20
Per informazioni:
www.palazzodiamanti.it
www.comune.fe.it

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