La curiosità consistente nel fatto che anche l’edizione italiana di questa Guida è stata stampata in Cina non fa soltanto meditare sulla famosa vicenda della Globalizzazione, ma denota anche una certa diversità del suo contenuto e dimostra gli anni luce trascorsi dal mitico Baedecker alle moderne pubblicazioni turistiche di oggidì.
Ma per rilevare sostanziali e importanti differenze non occorre risalire alla citata Bibbia del Turismo di germanica origine. Basta ricordare le nostrane canoniche Guide (in gran parte dello stesso Touring oppure edite da editori minori ma attenti al segmento di mercato) appositamente scritte per il mercato “viaggiatorio” nazionale e quindi attente a come viaggiava il turista medio del Belpaese.
Panta rei, tutto scorre, ed eccoci pertanto alla già accennata Globalizzazione, e se ad essa non può sfuggire la stampa di una Guida turistica (a tante migliaia di chilometri da dove viene letta) tanto meno può sfuggire il contenuto della Guida stessa: il Turismo, o per meglio dire il modo di fare Turismo, viaggiare.
Per capire come e quanto il Turismo è cambiato, non è il caso di partire dagli albori del fenomeno turistico e dettagliare una storia peraltro non emozionante, dai Grand Tour dei nobili inglesi e centroeuropei del ‘700, alle prime partenze di gruppo dei viaggiatori british nell’era vittoriana (proiettati fino in India o in Egitto quando non escursionisti sulle Alpi Svizzere o fondatori di colonie turistiche sulla Costa Azzurra e sulla Riviera di Ponente). Basta risalire alla nostrana realtà turistica di pochi decenni fa, quando a viaggiare erano in pochi e le loro motivazioni possedevano una base prevalentemente culturale, si cercava l’approfondimento, la conoscenza del dettaglio.
Cambiato il Turismo sono ovviamente cambiate le Guide che conducono quello che adesso si chiama – ed è – il turista mentre un tempo si chiamava – ed era – un viaggiatore.
Ecco allora questa KeyGuide Spagna (Touring Club Italiano) ben allineata e quindi pienamente rispondente alle esigenze di chi oggi viaggia secondo schemi e punti di riferimento ben definiti, accetta e prende nota dei dettagli ma mira soprattutto al sodo. Vabbene la cultura, la storia, la gastronomia (l’uomo è ciò che mangia… eppertanto, se si viaggia…) il Buon Vivere (leggi un posto ameno, diverso, dove riposare, ben descritto e segnalato), ma est modus. Nel senso che una volta una (soprattutto nostrana) Guida turistica entrava nei dettagli (talvolta onestamente pedissequi e pignoli) sull’interno di una chiesa, sulla sala di un palazzo (quel quadro, quell’orologio), sulle specialità di un ristorante o sulla vista da un certo albergo. Adesso i piaceri turistici si sono molto diversificati, viaggia la massa, si vede, si ragiona, si visita per sommi capi e certi dettagli vanno a farsi benedire.
Anche perché molto spazio di una Guida va dedicato ad aspetti nuovi del Turismo (in effetti non tutto cambia in peggio, ed ecco la Guida descrivere centri e posti minori quando un tempo si privilegiavano le grandi città, i loro monumenti e musei) vedi lo shopping. Se un tempo l’acquisto, il souvenir, costituiva un dettaglio, un corollario del viaggio (si comprava quel che capitava, se si trovava un momento libero, ma non si prevedeva del tempo a disposizione per questa necessità) oggidì una moderna Guida Turistica deve soddisfare pienamente gli adoratori dello shopping mediante consigli, segnalazioni, indirizzi. E in questo ambito la KeyGuide vi riesce perfettamente, con dati completi e dettagliati.
Un tempo, al viaggiatore (in effetti un filino snob e non certo abituato a far le corna al proprio sarto o gioielliere o calzolaio) quando mai sarebbero interessati gli indirizzi (e dettagli) di: alimentari e bevande, arredamento e casalinghi, gioielli, calzature, centri commerciali (regolarmente e approfonditamente elencati nella Key)?
La Guida è pertanto moderna (quanto alla grafica, pulita e chiara), polivalente (come detto, soddisfa tutte le esigenze (quando mai una vecchia Guida avrebbe segnalato a –testuale – Gay e Lesbiche dove passare la noche a Barcellona, o a una signorina senza beauty case dove farsi la ceretta?).
Se poi si vuole romanescamente andare a cercare il capello, si potrebbe sorridere (vedi la presentazione Da non perdere) sui Pirenei più alti e asciutti in Spagna che in Francia (solo sulle Alpi – vedi le recenti polemiche geologico politiche – i Francesi vogliono tenersi per loro tutta la vetta del Monte Bianco); o sulla morcilla (tradotta budino nero, con tanti saluti al vecchio sanguinaccio…); o sulle allegre fiestas (ed ecco citate le celebrazioni della Semana Santa, forse sarebbe stato meglio attendere quindici giorni e segnalare la sibaritica Feria….).
Ma questa, direbbe Kipling, è un’altra storia.