C
Chiamparino –
Il sindaco; è lui uno dei vincitori, uno che si è speso in prima persona, superando tutte le perplessità degli alleati e le bordate degli oppositori. Ha preso i finanziamenti, li ha spesi bene, ha curato ogni particolare, ha tappato tutti i buchi (di immagine, politici, di soldi) ha coinvolto il mondo dell’impresa, della comunicazione, del volontariato, dando una nuova versione di un evento globale.
Anzi, trasformando quelle che venivano ritenute “olimpiadi di serie b” in signore olimpiadi. Ha superato di slancio la spocchia del governo centrale, la spocchia milanese, la spocchia della Rai (che è centrale e milanese) la spocchia del Coni e dei circoli romani. Ha sventolato la bandiera olimpica a Salt Lake City, ha acceso il braciere davanti al Palazzo di Città di Torino. Ha perfino fatto un’intervista in inglese (senza rete) alla NBC e poi confessato, con bella umiltà, che da giovane passava certi pomeriggi al biliardo di un bar (apologo per dire che anche se parti dal basso puoi arrivare in alto, ottimismo della volontà). Il tutto sempre mettendoci la sua faccia. Bravo, un bel 9.
Ciampi – Il Presidente degli Italiani. Dopo Pertini che esulta in Spagna per la vittoria degli Azzurri, ecco un altro presidente che sventola torcia e campanello alla cerimonia d’apertura, come se fosse uno spettatore comune. A volte basta un gesto, semplice, per entrare in sintonia sincera con la gente.
Cinesi – Impressionati dalla cerimonia inaugurale e dal tedoforo che scende dalla Mole (167 metri) con la fiaccola, hanno promesso che per Pechino 2008 la fiaccola sarà portata sulla cima dell’Everest (8850 metri). Ha ragione Rampini, è proprio il “secolo cinese”.
D
D’oro, medaglie – Stati Uniti, Russia, Germania, Austria, Norvegia, Svezia, Finlandia, sono, come sempre, i vincitori dei Giochi invernali. Il perché lo sanno tutti: tanti praticanti nei vari sport, mezzi finanziari rilevanti, una politica sportiva. La ricetta non è complicata. A tutto questo bisogna aggiungere una capacità di innovazione, di adattamento, che fa vincere anche nelle discipline nuove (oltre che imporle ai Giochi).
A queste nazioni bisogna aggiungere la Cina, sterminato “serbatoio” umano, che usa lo sport come l’Urss dei tempi andati (senza doping, salvo smentite).
E
Evelina&Elda – Ovvero le Thelma&Louise dei Giochi, il superamento del concetto delle “quote rosa”. Due signore, che si sono imposte nel panorama ancora piuttosto maschilista dello sport olimpico. La prima, Evelina Christillin, ex nazionale di sci, moglie di Gabriele Galateri, amministratore delegato di Mediobanca e “pupilla” dell’Avvocato, ha avuto un ruolo di primo piano nel Toroc, mettendo la sua faccia e il suo ottimismo nell’organizzazione dell’evento. La seconda, Elda Tessore, ex assessore socialista nelle giunte intorno al ’90, famosa per aver detto un “no” a Craxi sullo Stadio delle Alpi, è stata ripescata da Chiamparino come assessore al Commercio con delega specifica per le Olimpiadi. Carattere forte, a volte perfino testardo, ma decisiva nel tenere sempre i Giochi al centro della discussione, anche quando una certa fronda interna ripeteva: “ma sono solo giochi”. Brave, un bel 7.
Economia – Si è stimato che le Olimpiadi daranno valore aggiunto al Piemonte fino al 2009: 13,2 miliardi di euro, 3% all’anno di crescita, 54.000 posti di lavoro nuovi ogni anno, soprattutto nella ricerca, nel commercio, nel turismo, nei servizi alle imprese. Oltre alle infrastrutture, ai palazzi, ai servizi, al “nuovo” aeroporto, alla metro e alle nuove capacità e professionalità acquisite. In più i contatti internazionali, gli stretti rapporti con città, regioni, aziende. A dirlo è l’Ufficio Studi dell’Unione Industriale di Torino. Ma non erano solo Giochi? (secondo alcuni).
F
Fuochi – intesi come “artificiali”, quelli che hanno accompagnato
la cerimonia inaugurale e finale, ma anche le singole premiazioni.
Tante luci in terra e nel cielo, “carciofi”, “vortici”, “granate” che
danno fuochi a fiore, a fontana, a colpi: una rassegna della maestria
italiana nel settore. Forse non tutti sanno che le miscele pirotecniche
sono state messe a punto in Cina, ma che fu grazie al lavoro del
savoiardo Claude Louis Berthollet, laureato a Torino nel 1770, che si
utilizzò il cloruro di potassio, ottenendo così fuochi colorati e il
successivo sviluppo degli spettacoli pirotecnici.
Gli americani
dicono che sono kitsch, ma i cinesi, veri appassionati del genere,
apprezzano, eccome. Preparandosi ai grandi botti di Pechino 2008.
G
Ghiaccio
– Declinato in tanti modi. Dalle piste (pattinaggio di velocità,
artistico, short track) ai palazzetti (palaghiaccio, torino ghiaccio,
torino esposizioni, oval, palacurling, palavela); dai sedili dello
stadio olimpico color ghiaccio ai dipinti su ghiaccio dell’artista
canadese Gordon Halloran, fino al Lancia Ice bar, dove si beve in
bicchieri di ghiaccio, alla Ice Plaza, dove pattina la gente comune,
alla Medal Plaza, il cui doppio palco è ricoperto di “lastroni” color
ghiaccio. Ma il “premio ghiaccio bollente” va alla pattinatrice cinese
Zhang Dan, quella che volteggia in aria e cade rovinosamente a gambe
aperte, vuole abbandonare ma l’allenatore la costringe a riprendere, e
vince l’argento con un ginocchio “senza ghiaccio”. “Xie xie ni”
(grazie!).