Tifo genuino
Quanti tifosi “veri” negli stadi, arrivati dal proprio Paese (di pizzaioli di Trinidad & Tobago in Germania non credo ve ne siano molti) e che marea di Argentini (mezzo stadio ad applaudire Maradona). Ma l’Argentina non era quel Paese che tre o quattro anni fa “moriva di fame” (così giuravano i nostri mezzibusto tivù). Ed è così povero un Paese che vede una ancorché minima ma consistente percentuale dei suoi 36.000.000 di abitanti impegnata in un costosissimo viaggio all’estero: giorni e giorni in Europa, quanto poi alla Germania durante il Mondiale si parla di un “pretzel”, salate focaccine di pane al forno, a tre euro)? Mica mica, mentre nel Belpaese c’è qualcuno che sta ancora piangendo sui “soldi versati”, qualche aficionado è venuto a divertirsi con i soldi dei Bond “garantiti” dalle nostre banche?
Moggi, tra video e telefonini (o “videotelefonini?)
Dove vedrà Moggi le partite del Mundial? Quanti telefonini avrà al fianco? Cosa non darebbe per chiudere un arbitro (che so io, malese) nello spogliatoio di uno di quei magnifici stadi fatti dai “Tognini”, e qui vorremmo fare gli Europei 2012 mentre nei tribunali non ci sono nemmeno più i soldi per la carta delle fotocopie…? Ma Mi Faccia Il Piacere! Ad ogni buon conto con Calciopoli è meglio stare schisci, e ricordare che nel Football e nel Belpaese il “Cambio di Campo” è prassi normale (così come non abbiamo mai finito una guerra con chi l’abbiamo cominciata) datosi che si sta già vociferando che alla fin fine tutto lo “Sfaccimme della Triade&C.” sarà derubricato in Aria Fritta, Blablabla telefoninici e nulla più.
Nel potersi escludere che (per ora) ci sia già chi vorrebbe Moggi “Santo Subito”, chi si sente di escludere che entro breve tempo sui muri del Belpaese non appaia la scritta “Aridatece Er Puzzone”?
L’Italia batte il Ghana
Tifare Italia? Vedo con piacere che non sono l’unico a fare la stecca nel coro, che altri stanno fuori dal branco. Al massimo, io sono forse uno dei primi.
Ai tempi del Fascismo c’erano – con tanto di sciarpa littorio giallorossa, gli stessi attuali colori di Totti – gli “antemarcia”, alias coloro che giuravano di essere stati fascisti prima della Marcia su Roma, precisazione mica da poco, con tutto quel po’ po’ di italici che si affrettò a saltare sul carro del vincitore, infilandosi la “cimice” (il distintivo del PNF) appena Mussolini portò a Vittorio Emanuele III “Sciaboletta” l’Italia di Vittorio Veneto e invece avrebbe dovuto dirgli: “Sire, Vi dispiace andare fuori dai maroni?”. termine romagnolo designante i marroni, ma nel resto d’Italia con una “r” sola.
Sono (stato) uno dei primi ad avercela, non tanto con la Nazionale di Calcio nel senso di Italia, Belpaese, quanto con i suoi giocatori, dirigenti, manager, addetti ai lavori, adoratori di Mammona, gente che per il Vitello d’Oro si vende mamma, sorella e cugine messe assieme. D’accordo che oggidì il denaro conta moltissimo, ma dicevano i latini (che di sesterzi se ne intendevano) “est modus in rebus”, sennò si finisce a Moggi e alla sua ricchissima batteria di telefonini con schede stampate in Paesi nemmeno riconosciuti dall’Onu.
Ma questa, diceva Kipling, è un’altra storia, e così anche la prossima settimana torneremo a parlare, con un’altra puntata, del Mondiale (o almeno, ci proveremo).