Alta sul basamento a gradoni e sghemba rispetto all’asse della piazza, la Cattedrale di San Cerbone è il vero biglietto da visita della città che all’interno sfoggia autentici capolavori, come il monumentale fonte battesimale in travertino e nella piazza è accompagnata dal Palazzo del Podestà (sede del Museo archeologico e della Pinacoteca) con gli stemmi dei podestà ma anche quelli di Massa e di Siena, il Palazzo vescovile, il Palazzo comunale.
Dopo averla guardata (la piazza) misurata, goduta, sentita, girellate per i vicoli tra le fontane, le logge, le case-torri e i palazzetti che formano lo straordinario tessuto urbano medievale fino al Palazzo dell’Abbondanza, così chiamato perché nel Trecento, al primo piano dell’edificio che in origine ospitava nel portico le fonti pubbliche, erano i granai della comunità.
La città del Girifalco
La ripida via Moncini si incunea tra le case medievali fino a passare sotto la Porta alle Silici, sbucando in faccia alla torre del Candeliere in piazza Matteotti. La torre della sottomissione, che vide il libero comune piegarsi al dominio di Siena, la quale volle dividere in due parti la città (ancora chiaramente definite) per controllarla meglio. La torre ricostruita dai conquistatori senesi di un terzo più bassa dell’originaria costruzione duecentesca per innestarvi l’arco rampante che la fiancheggia, collegandola alle mura della fortezza eretta dopo l’occupazione della città.
Una ripidissima scaletta sale al suo interno fino al primo piano dove si può seguire un tratto di camminamento di ronda e godere dell’ampio panorama fino al mare e alle pendici delle Colline Metallifere. Non fermatevi ancora, andate oltre. Camminando per corso Diaz si raggiunge la chiesa di Sant’Agostino, dall’arioso interno a navata unica e il bel chiostro quattrocentesco.
Se poi avete la fortuna di trovare aperta la porta dell’adiacente sede del Terziere di Cittanuova, entrateci. Armature, cotte di maglia di ferro, immagini dei palii vinti, costumi medievali e balestre usati per l’importante rievocazione storica nota come Balestro del Girifalco – gara di abilità che si svolge due volte all’anno (in maggio e in agosto) riportando in vita un’antica tradizione di origine duecentesca – tutto parla dell’addestramento all’uso delle armi, la balestra in particolare, essenziale strumento per la difesa della città in caso di assedio, al quale i giovani massetani venivano addestrati da appositi “magistri balestrarum” (oggi esiste la Federazione Nazionale Italiana Balestrieri).
Per ridiscendere alla piazza – s’intende piazza Garibaldi – passate sotto la porta di San Francesco fermandovi a destra presso le possenti mura e ancora alla duecentesca chiesa di San Francesco, e scendete.
Finale in bellezza nella suggestiva asimmetria di piazza Garibaldi. Ma adesso sapete che Massa Marittima non è solo una piazza come credono in tanti.