Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Padova e Verona per Mantegna

Attese e annunciate da mesi le mostre che celebrano il cinquecentenario della morte del maestro rinascimentale sono ora pronte a ricevere il pubblico. La terza tappa a Mantova

Mantegna, Pala di San Zeno
Mantegna, Pala di San Zeno

A cinquecento anni dalla morte tre mostre rendono omaggio a un grande artista nostrano: Andrea Mantegna, figura di spicco del Rinascimento italiano. Tre esposizioni in tre città diverse, che portano il segno del suo genio. Padova, Verona e Mantova sono, infatti, le tappe del percorso artistico di Mantegna, sulle cui orme lo Stato e il Comitato nazionale per le celebrazioni del V centenario, presieduto da Vittorio Sgarbi – con la collaborazione di regione Veneto e Lombardia, i comuni di Padova, Verona, e Mantova e il sostegno della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Cariverona, Monte dei Paschi di Siena e Banca Agricola Mantovana – hanno riproposto un originale viaggio-esposizione, inteso come strumento di promozione non solo artistico-culturale ma anche turistico.
Il percorso nell’arte di Mantegna parte da Padova, dove in un piccolo
borgo della provincia e precisamente a Isola di Carturo nasce l’artista
nel 1431, e poi si forma presso la bottega dello Squarcione, di cui
risulta registrato anche come figlio adottivo nel 1441.

Interno della cappella Ovetari
Interno della cappella Ovetari

Siamo nel 1443-44, epoca in cui da Firenze giunge Donatello e Padova è la capitale artistica e culturale d’Italia, proprio come era accaduto centoquarant’anni prima con l’arrivo di Giotto. Al suo seguito Mantegna diviene il principale esponente di un linguaggio figurativo all’avanguardia per la straordinaria conoscenza della prospettiva  e della cultura antica. E Padova diviene centro di irradiamento della nuova arte rinascimentale nell’Italia del Nord. Il rinnovamento espressivo di cui Mantegna è portatore nasce anche dal dialogo con altri artisti come Donatello, Squarcione, Zoppo, Schiavone, Jacopo e Giovanni Bellini, i Vivarini, Nicolò Pizolo e altri scultori e miniatori, che è possibile ammirare in mostra al museo degli Eremitani insieme alle opere (una decina) di Mantegna. Si tratta di un centinaio di capolavori  realizzati per Padova, di grande valore per la storia dell’arte, perciò ora custodite – e per l’occasione prestate – dai principali musei del mondo.

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Madonna della Tenerezza
Madonna della Tenerezza

A far parlare, poi, vi è anche la Cappella Ovetari. Qui l’artista realizza e conclude a soli 25 anni uno straordinario ciclo di affreschi, considerati la sua opera più rivoluzionaria. Purtroppo distrutti nei bombardamenti del 1944, oggi è possibile percepirli attraverso il restauro (finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo) e la ricomposizione di 80mila frammenti recuperati dalle macerie oltre che da una ricostruzione virtuale di parte del ciclo pittorico distrutto. Infine, la mostra “diffusa” patavina si conclude a Palazzo Zuckermann dove dal 29 settembre verrà per la prima volta mostrato al pubblico la “Madonna della tenerezza”, inedito dipinto su pergamena che sullo sfondo reca un paesaggio di rovine antiche, ora attribuito da Lionello Puppi a Mantegna. Mentre nella Loggia e Odeo Corsaro dal  30 settembre l’Archivio di Stato di Padova esporrà atti e documenti, contratti e testamenti riferibili al pittore. 

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