Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Guernsey, isola inglese dallo spirito Normanno

Guernsey

Piccoli centri immersi nel verde, scogliere impressionanti nel sud dell’isola. Poi vestigia preistoriche, chiese medievali e fortezze disseminate lungo la costa per tenere sotto controllo i propositi (antichi) di riconquista francese

Guernsey
Guernsey

E’ un giorno di venti impetuosi sulla Manica.
Nuvole velocissime, che mescolano senza posa l’intera gamma di bianchi e grigi di cui dispongono, lasciano filtrare sciabolate di un sole ormai al tramonto.
Il mare color ferro, un centinaio di metri più sotto, mostra onde alte e irregolari che si accavallano e si scontrano, dando vita a candidi spruzzi.
Il sigaro giallo con le ali (dodici posti in tutto, nove i passeggeri più le valigie incastrate nella coda) ha lasciato l’isola di Jersey da circa un quarto d’ora ed è in vista delle scogliere meridionali di Guernsey.
Il pilota sembra uscito da un film degli anni trenta: sigaretta penzoloni, stivali di gomma, camicia bianca aperta sul petto malgrado gli spifferi d’aria gelida che entrano dalle fessure dei finestrini. All’improvviso spegne il motore e per lunghi attimi, in un silenzio irreale, l’aeroplanino della Aurigny Air Services ondeggia come una libellula, col preciso scopo di ingannare i venti scomposti che schiaffeggiano la costa; un giro di chiave e il moderno Lindbergh plana sicuro sull’airstrip d’asfalto di un’isola piccola, verdissima, dal cuore e dalla mente inglesi ma con incancellabili tracce francesi nell’anima.

Gelosa autonomia, la “parola” d’ordine

Cerimonia a Castel Cornet
Cerimonia a Castel Cornet

Un’isola davvero speciale. Speciale perché Guernsey è si territorio appartenente alla Corona Britannica, ma con Jersey e le più piccole isole Alderney (Aurigny in francese) Sark, Herm e Jethou – queste tre percorribili solo a piedi, in bici o su carri trainati da grossi cavalli – gode di ampie autonomie politiche, giudiziarie e amministrative.
Le due isole maggiori hanno infatti un parlamento proprio, leggi differenti, obiettivi finanziari tra loro non di rado in competizione. Persino le banconote sono “firmate”: States of Jersey e States of Guernsey, accanto al volto di Elisabetta che appare anche sulle monete di metallo; peccato non possa esser speso nella “mainland”, che non è tuttavia la Francia, le cui coste normanne si trovano a trenta miglia, mentre l’Inghilterra ne dista ottanta.
La terra madre è la Gran Bretagna da quando nell’anno 1066 Guglielmo, Duca di Normandia, vincendo la battaglia di Hastings diviene William I° d’Inghilterra; centotrentotto anni dopo il re Giovanni deve restituire ai francesi gran parte del Ducato di Normandia, ma le isole del Canale rimangono fedeli alla Corona, pur conservando nei nomi degli abitanti e in quello di vie e località, notevoli testimonianze della loro origine; ciò che avrà fatto sentire a proprio agio Victor Hugo, qui esule dal 1855 al 1870.

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Una vita bilingue

La Baia di Fermain
La Baia di Fermain

Finite le stranezze di questi scogli che si allargano e restringono ogni sei ore, sotto l’influsso di maree fra le più imponenti della terra?
Assolutamente no. Eccone altre: gli isolani non possono essere chiamati a svolgere servizio militare, a meno che la regina venga “catturata” dai nemici o addirittura la patria venga invasa. L’isola è poi, per statuto, assolutamente neutrale per lo spazio fisico “che sguardo umano riesce ad abbracciare”.
Il Greffe (Ufficio delle Registrazioni di Guernsey) contiene ben duemilasettecento volumi rilegati di manoscritti e oltre centomila documenti che datano dal 1526, mentre gli atti della vita dell’isola decorrono dal 1605; tutti, sino al 1948, redatti in francese.
Il Bailiff, un avvocato di professione, è la massima autorità di Guernsey e il Parlamento (States of Deliberation) si riunisce l’ultimo mercoledì di ogni mese per discutere e decidere le politiche comuni; il dibattito si svolge in inglese, mentre le formalità di voto vengono espletate per tradizione in francese.

Soldi e finanza, l’oro di Guernsey

Guernsey St Peter Port
St Peter Port

E con l’Europa, come la mettiamo? Anche qui, regole speciali dettate dal protocollo del trattato d’accesso della Gran Bretagna alla Comunità Europea: liberi scambi commerciali e niente più; le finanze dell’isola garantiscono la più completa autonomia. Gli abitanti di Guernsey, tutto sommato, se la passano piuttosto bene. Gli introiti più considerevoli arrivano da finanza, turismo, agricoltura e orticoltura, pesca e industria leggera.
I servizi finanziari sono, a dir poco, sofisticatissimi. Guernsey (circa sessantamila abitanti, dei quali due terzi nati nell’isola) ospita oltre cinquanta gruppi bancari i cui depositi sono stimati in una cinquantina di “bilioni” di Sterline; a questi si aggiungono alcune centinaia (sempre di bilioni) di Fondi di Investimento internazionali – con circa centomila operatori di tutto il mondo – e di gruppi industriali e commerciali stranieri che hanno qui la loro sede assicurativa. La legge vigila severa, ma è indubbio che tasse ridotte e agevolazioni varie finiscano per dare un profumo speciale ai soldi.
Il resto di Guernsey è una gradevole, continua scoperta, anche di rapporti umani.
Rimane infine l’accesa rivalità che separa gli isolani di “qui” da quelli di “là” (Jersey). Persistono le ironiche dispute verbali da pub, che per fortuna vengono annegate nei molti bicchieri di birra o di whisky.

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Info: www.visitguernsey.com

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