Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

La scimmia nuda

Più del 98 per cento del patrimonio genetico dell’uomo coincide con quello degli scimpanzè. A Trento la storia naturale dell’umanità in una mostra interattiva e multisensoriale

L'intricato cespuglio dell'uomo. Ricostruzione Uomo di Neanderthal (Kennis, Germania)
L’intricato cespuglio dell’uomo. Ricostruzione Uomo di Neanderthal (Kennis, Germania)

Una mostra per ripensare il nostro essere umani e la discendenza animale, il rapporto uomo-natura, uomo-donna e quello tra etnie, fino a interrogarci sul futuro nostro e dell’umanità. Al Museo Tridentino di Scienze Naturali fino al 6 gennaio 2008 è proposta “la scimmia nuda. Storia naturale dell’umanità”, mostra-evento di grande respiro sul piano culturale ed espositivo – ideata e curata da Claudia Lauro – che deve il suo titolo alla provocatoria opera del celebre zoologo Desmond Morris, pubblicata nel 1967.
Un viaggio avvincente lungo il cammino evolutivo dell’uomo, alla luce delle più recenti teorie e degli attuali  dibattiti scientifici e filosofico-culturali, e in relazione ad antropologia, archeologia, paleontologia, zoologia genetica ed arte. Un percorso in cui si alternano suggestivi manufatti di vario genere, reperti antropologici e archeologici, strumentazioni storiche, video, documentazioni fotografiche, exhibit interattivi, opere e installazioni d’arte contemporanea. 

Più del 98 per cento del patriomonio genetico dell'uomo coincide con quello degli scimpanzé
Più del 98 per cento del patriomonio genetico dell’uomo coincide con quello degli scimpanzé

“Il viaggio all’interno della mostra – racconta Michele Lanzinger, direttore scientifico – è un viaggio di scoperta. Il nostro visitatore può guardare in faccia un antenato ricostruito nei suoi minimi particolari con capelli e peli, che genera sconcerto per la qualità tecnica della ricostruzione e che fa capire cosa realmente sono quelle ossa che vediamo spesso nelle riviste. Questo aspetto ci porta anche a ragionare sul fatto che oggi esiste un’unica umanità, l’homo sapiens sapiens, e capiamo quanto le differenze che attribuiamo al concetto di razza siano inconsistenti. Abbiamo The Human Race Machine (di Nancy Bruston, per la prima volta in Europa in questa occasione, ndr.), la macchina che gioca con l’informatica e algoritmi grafici sofisticati, per cui lavorando con la nostra immagine riflessa nel monitor possiamo trasformarci in persone molto più anziane e di diverse etnie”.
Il dato scientifico da cui prende le mosse la mostra deriva dai recenti studi di biologia molecolare, che hanno dimostrato che più del 98 per cento del patrimonio genetico degli esseri umani coincide con quello degli scimpanzé. “Il nostro visitatore – commenta Lanzinger – può innervosirsi nello scoprire che certi nostri comportamenti e abitudini si rispecchiano in quelle dei nostri antenati, ma anche degli scimpanzè. I bambini, ad esempio, hanno a disposizione una discovery room dove possono sperimentare la branchiazione (lo spostamento che avviene principalmente con gli arti superiori, ndr.) e altri comportamenti tipici della giocosità delle scimmie. Che possiamo cogliere nell’evoluzione dell’uomo quando compaiono elementi non utilitaristici, come quello dell’arte, scoprendo che anche le scimmie messe con un pennello in mano possono produrre qualcosa che ci ricorda l’arte ed interrogarci se quella delle scimmie è arte e qual è il significato dell’arte umana”.

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Congo, 1957 (Howard Hong, California)
Congo, 1957 (Howard Hong, California)

In mostra sono presenti, infatti, per la prima volta in Italia, le opere (risalenti agli anni ’50) di Congo, uno scimpanzé i cui quadri seppero ingannare perfino esperti e critici d’arte. In un exhibit interattivo che scherzosamente mescola quadri di scimpanzé, gorilla, orango ed elefanti con le opere di Morris Louis, Hans Hartung e Jackson Pollock, si dovrà scoprire chi è il pittore.
Le similitudini tra l’uomo e le grandi scimmie antropomorfe, dunque, non sono solo di ordine genetico, bensì comportamentale, sociale e culturale. Una sezione della mostra, infatti, è dedicata alla sessualità. Il piacere del sesso e la selezione sessuale sono indagati anche ricorrendo anche a simpatici percorsi come quello sulle “fragranze dell’amore” e da video sui comportamenti degli animali.
“La naturale attitudine al tradimento – spiega il direttore – deriva dalla scelta maschile di fecondare il numero maggiore di femmine, quella femminile è di essere molto prudente nello scegliere il maschio che può garantire una prole migliore. Questo gioco di interessi diversi ha governato il nostro complesso mondo della sessualità, per cui la nostra umanità è indubitabilmente monogama, tuttavia è una monogamia seriale. Inoltre – è interessante parlarne in questo periodo in cui si discute di Dico, etc. – noi riconosciamo la famiglia come naturale e monogamica, ma se andiamo a vedere a livello planetario, la monogamia non è la condizione prevalentemente, la famiglia, così come noi la intendiamo, in Occidente, non esiste. Dobbiamo essere relativi e relativisti”.

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