Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Castilla y Leon: Las Medulas e Santa Marina del Rey. A zonzo nei “Pequeños Hoteles di Rusticae”

Astorga, Palacio Episcopal Sesta puntata. Riassunto delle puntate precedenti. Compiuta con l’amico Sergio una bella gita estiva (in termini tecnici anglosassoni dett: Fly&Drive) nell’Aragona, poi in Navarra (Sanfermines a Pamplona) poi nei Paesi Baschi (Guernica e Bilbao) e infine nella Castilla y Leòn (intriganti i neoscoperti Giacimenti fossili umani di Atapuerca, vicino a Burgos e al Camino de Santiago) all’aeroporto di Valladolid lo scrivano molla il coequipièr,  lo sostituisce con la Lady Two Marcella e con lei visita la Maragateria (sempre in  Castilla y Leòn). Percorsa velocemente nel “deep-south” della Maragateria la manciata di chilometri separanti Luyego de Somoza da … Leggi tutto

Astorga, Palacio Episcopal
Astorga, Palacio Episcopal

Sesta puntata. Riassunto delle puntate precedenti. Compiuta con l’amico Sergio una bella gita estiva (in termini tecnici anglosassoni dett: Fly&Drive) nell’Aragona, poi in Navarra (Sanfermines a Pamplona) poi nei Paesi Baschi (Guernica e Bilbao) e infine nella Castilla y Leòn (intriganti i neoscoperti Giacimenti fossili umani di Atapuerca, vicino a Burgos e al Camino de Santiago) all’aeroporto di Valladolid lo scrivano molla il coequipièr,  lo sostituisce con la Lady Two Marcella e con lei visita la Maragateria (sempre in  Castilla y Leòn).

Percorsa velocemente nel “deep-south” della Maragateria la manciata di chilometri separanti Luyego de Somoza da Astorga, non senza uno stop per il doveroso acquisto dell’ottima “Cecina” (specialità gastronomica della provincia di Leòn: carne seccata di vacca, tipo la nostrana Bresaola) lo scrivano e Lady Two sostano nella ex romana, imperiale Asturica Augusta.

Astorga, dai Romani a Gaudì

La Ruta de la Plata
La Ruta de la Plata

Una sosta, per tante che siano state quelle precedenti, sempre piacevole, perché Astorga attrae per la storia e i monumenti. Tra le vestigia romane notevoli le mura, possenti quanto lo fu la città, ricco centro commerciale e strategico nodo stradale.
Vi passava (e oggi costituisce un intrigante itinerario turistico) la Ruta de la Plata: merci, vettovaglie e sesterzi in viaggio verso sud da e per la Lusitania di cui Augusta Emerita oggidì Merida fu la capitale e dall’attuale Estremadura a Italica alias Siviglia, per terminare sulle rive dell’Atlantico, a Huelva, la romana Onuba.
Un’altra “Via” di costruzione romana passava per Astorga, collegando il Mediterraneo con la atlantica  “Finis Terrae”.
Disinvoltamente Astorga passa da Roma al Medio Evo (Camino de Santiago) al gotico (Cattedrale) al barocco (Ayuntamiento) per giungere financo (rarità: il geniale architetto costruì pochissime opere lontano dalla natia Catalogna) ad Antonio Gaudì: il quasi “disneyano” Palacio Episcopal.

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Compagni di viaggio, i “peregrinos”

Ponferrada
Ponferrada

Appena fuori Astorga lo scrivano e Lady Two si immettono (lasciando la nuovissima Autovia e la parallela, vecchia statale N° VI, un tempo nota come “Carretera de la Coruña”) sull’ultima parte del Camino de Santiago nella Castilla y Leòn.
A O Cebreiro inizia infatti il Camino Gallego (in Galizia, mèta finale Santiago de Compostela) già oggetto di attenta descrizione nel Dossier Galizia pubblicato da Mondointasca (e al quale si rimanda, in archivio, il cortese lettore per ulteriore informazione). Nel tratto che conduce a Ponferrada (poco meno di 600 metri sul livello del mare) il Camino sale dagli 869 metri di Astorga ai circa 1500 delle brulle montagne circondanti Manjarìn (mancano ancora 222 chilometri a Santiago).
Buona la strada, poco il traffico locale di auto, nutrito quello di “peregrinos” in bicicletta, ovviamente maggioranza assoluta coloro che insistono nello scarpinare fino alla tomba dell’Apostolo, ricorrendo al sempre valido e ancor più economico “cavallo di San Francesco”.
A tale proposito e per informazione di chi sognasse di guadagnarsi la “Compostela” (attestato) concessa a chi ha percorso almeno 100 chilometri di Camino a piedi, sarebbe d’uopo che i non spagnoli imparassero che vesciche si dice “ampollas”, ancorché i farmacisti, in attesa sulla porta delle loro botteghe, prima ancora di chiedere spiegazioni e traduzioni, attendano i doloranti con le bustine di cerottini già pronte per l’uso.

Dal Canada a Santiago: mini-devota con “mochila”

Una suora tra i viandanti
Una suora tra i viandanti

Tra alti monti a panettone privi di vegetazione ad alto fusto (i venti dal non lontano Atlantico spazzolano non poco) lo scrivano e Lady Two incontrano due pie viandanti di un certo interesse. Produce curiosità, inferiore solo alla tenerezza, il passaggio di una suora “in divisa”, laddove si intende agghindata in ingombranti vestimenta sormontate da una “mochila” (zaino) di un certo peso. Ma se si parla di mochila, molto interesse susciterà quella di una giovane canadese: è piccola, minuscola, per non dire minima, peserà si e no sei o sette chili, ma quanto contenuto basta alla peregrina francofona (si noti bene, indossante indumenti lindi e puliti) per stare in giro tre mesi, percorrendo a piedi qualcosa come 1300 chilometri, dal cuore della Francia all’estremo nordovest della Spagna.
E nel congedarla, data un’ultima occhiata allo zainetto, si vede spuntare pure il tubicino, collegato a un contenitore di plastica: lo stesso marchingegno usato in F1 per abbeverare Alonso e Massa. Evviva!

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Riposo di “lusso”, nell’hotelito Rusticae

Las Medulas
Las Medulas

A Ponferrada (più esattamente nella vicina Molinaseca) lo scrivano e Lady Two trovano una sistemazione “avanguardista” scendendo (verbo sempre meno usato a proposito di alberghi) al De Floriana, recente “new entry” della “Collezione Rusticae”. Solo quindici le camere (già troppe per i gusti di Rusticae, un loro “hotelito” ex mulino, in provincia di Segovia, di camere ne può vantare solo tre) in stile (adesso di gran moda, tutti lo adorano) minimalista: spazi e luci, roba quindi moderna, sigle e termini nuovi, avveniristici; tv, lcd o quel che l’è, wi-fi internet e chi più ne ha più ne metta (e pertanto sia aggiunta la presenza di idromassaggi e/o la rilassante Jacuzzi). Utile dettaglio per il viaggiatore peregrino: il Camino de Santiago passa proprio davanti all’hotel.

Las Medulas: la “natura” Patrimonio dell’Umanità

I picchi montuosi di Las Medulas
I picchi montuosi di Las Medulas

Poco distante da Ponferrada (“capitale” del più importante distretto minerario – soprattutto oro e ferro – dell’Impero romano, bel castello dei Templari) meta della visita dello scrivano (motivo, sostituire nell’archivio le diapositive con le foto digitali) il “Paisaje Cultural” (dal 1997 Patrimonio dell’Umanità) de Las Medulas. Una visione, uno spettacolo – soprattutto se baciato dai raggi del sole – eccezionale (solitamente definito “mozzafiato” dai cronisti turistici occasionali) anche perché goduto da un eccellente “mirador” (osservatorio).
Si pensi a un fenomeno cromatico in uno scenario dominato da due soli colori: l’intenso rosso ferroso di colli e picchi rocciosi e il contornante, deciso  verde di castagni e querce laddove, con fantastiche opere di  livellamento e di canalizzazione del territorio, i Romani si guadagnavano l’oro alterando i paesaggi di Madre natura.

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