Giovedì 16 Maggio 2024 - Anno XXII

L’ultimo atto di Tiziano Vecellio

A Belluno e Pieve di Cadore, suo paese natale, una grande mostra celebra il maestro veneto del Rinascimento, abile fautore del lavoro di bottega. Con diverse novità inedite

Tiziano Vecellio, Arcidiaconale, Pieve di Cadore (Foto:Dolomiti Turismo)
Tiziano Vecellio, Arcidiaconale, Pieve di Cadore (Foto:Dolomiti Turismo)

E’ una mostra grande e impegnativa quella aperta a Belluno e Pieve di Cadore dal 15 settembre sino al 6 gennaio 2008 su Tiziano Vecellio. Palazzo Crepadona, a Belluno, in un allestimento curato da Mario Botta, e il palazzo della Magnifica Comunità di Cadore, a Pieve, nel paese natale del pittore, ospitano un’esposizione di cento opere fra dipinti, grafiche e documenti tra cui le lettere autografe di Tiziano, gli scritti dei suoi committenti, carte d’archivio e testimonianze storiche. “Tiziano.Belluno, l’ultimo atto” è il titolo di questo importante omaggio al maestro in terra veneta: la mostra, curata da Lionello Puppi, si concentra sugli ultimi venti anni di attività del pittore ed è il risultato di un lavoro di ricerca filologica e di un’opera di promozione del territorio.
In Veneto per rilanciare anche dal punto di vista turistico il Cadore, a ridosso delle Dolomiti, poco lontano da Cortina d’Ampezzo e con il privilegio di incantevoli paesaggi di montagna, il comitato scientifico internazionale che ha organizzato la mostra porta prestiti dal Prado di Madrid, Ermitage di San Pietroburgo, il Louvre di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam e diversi altri musei. Le opere di Tiziano sono in buon numero e si affiancano a incisioni, disegni e reperti che possono destare la curiosità del pubblico: come la lettera del pittore a Carlo V, del 1545, quella del figlio Orazio che svela i colori richiesti da Filippo III o ancora i contenitori con i pigmenti utilizzati da Tiziano. 

Pieve, Magnifica Comunità, opera di Cesare Vecellio (Foto:Dolomiti Turismo)
Pieve, Magnifica Comunità, opera di Cesare Vecellio (Foto:Dolomiti Turismo)

Anche il corpus dei dipinti presenta qualche sorpresa: inediti e pezzi raramente esposti al pubblico perché appartenenti a collezioni private. Viene dagli Stati Uniti, dopo l’asta da Christies a Londra, “ Madonna Molloy”, una mater dolorosa apparsa nel lontano 1928 in un’esposizione a Detroit.
“L’Ultima cena” lascia invece la Spagna, dalla collezione dei Duchi d’Alba di Madrid, per la prima volta. “Venere e Adone” viene dal Regno Unito, è proprietà di una raccolta privata e non figura esposta in una mostra al pubblico da circa centocinquanta anni.
Di provenienza inglese sono anche Il “Ritratto di donna con fanciulla” e il “Ritratto di Paolo III senza camauro”, ulteriore versione rispetto a quella del museo di Capodimonte.  
La rassegna non dimentica le opere note di Tiziano come “Ecce homo”, “Cristo portacroce”, “Perseo e Andromeda” e permette più di una riflessione sullo stile pittorico del maestro e dei suoi seguaci e sul Cinquecento. C’è il filone di studio di Tiziano e il lavoro di bottega – Orazio, il nipote Marco, Valerio Zuccato, Emanuel Amberger, ben presenti in mostra – : la differenza fra le diverse mani, spesso non facile da distinguere, può richiamare il dibattito, molto attuale, sul significato del diritto d’autore.
C’è, ancora, la possibilità di confrontare Tiziano con alcuni suoi contemporanei, come Francesco Maffei, Palma il Giovane, Agostino Carracci, Andrea Schiavone. Si può osservare, infine, come l’opera già in fase matura di Tiziano muti nello stile degli ultimi anni: a dipingere è un uomo in età davvero avanzata che lascia tele di grande interesse, già definite di “impressionismo magico” per via di un originale uso del colore.

Tiziano. L’ultimo atto. Dal 15 settembre al 6 gennaio 2008.
Belluno, palazzo Crepadona
Pieve di Cadore, palazzo della Magnifica Comunità di Cadore
Orario: da domenica a giovedì 9-19; venerdì e sabato 9-20
www.tizianoultimoatto.it

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