Nuova avventura espositiva per il museo di Santa Giulia di Brescia che dal 24 novembre ospita la mostra “America. Storie di pittura dal Nuovo Mondo”. È sempre Marco Goldin, direttore di Linea d’Ombra a seguire l’iniziativa destinata al grande pubblico e, se si conferma come le precedenti, a lunghe code di attesa alla biglietteria. Dopo l’impressionismo e i paesaggi romantici di Turner, Goldin sceglie la pittura americana del XIX secolo, dalla scuola di Hudson River fino a Sargent, con un corpus espositivo di 250 opere e l’intento, ambizioso, di raccontare un bel tratto di storia del nuovo continente. A Brescia sono presenti infatti anche fotografie, sculture e oggetti che sconfinano dall’arte alla divulgazione culturale e storiografica.
Per la verità poco presente nelle mostre d’arte sul diciannovesimo secolo, la pittura americana viene proposta in diverse varianti di scuola e di genere, dal paesaggio di ispirazione europea alla ricerca di codici originali. Gli artisti avevano di fronte un nuovo continente da dipingere, ambienti naturali spesso molto diversi da quelli conosciuti in Europa.
Grande formato e afflato romantico si ritrovano nei dipinti delle cascate del Niagara e delle montagne rocciose come nelle opere di Frederic Edwin Church e di Thomas Moran.
La mostra ha poi sezioni dedicate al paesaggio tropicale, ai soggetti tratti dal tradizionale viaggio in Europa, ai ritratti e alle scene di interni e alle immagini che riprendono temi nazionali, come la pittura western. Epica e mito tornano di frequente in una mostra che si sofferma su un periodo importante per la storia degli Stati Uniti: la dichiarazione di indipendenza è stata sancita pochi decenni prima, nel 1776, e molto si respira della fase di costruzione di un’identità e di una cultura nazionale. Gli artisti assorbono queste tensioni ma si confrontano anche con le evoluzioni della pittura europea, come nel caso degli impressionisti. Sono forse questi ultimi gli autori più conosciuti al pubblico tra i quali Mary Cassatt, John Singer Sargent e James Abbott Whistler ma a Brescia si trova anche il realismo di Winslow Homer e Thomas Eakins, il West dipinto da Albert Bierstadt e da Frederic Remington.
In Santa Giulia arriveranno prestiti da numerosi musei e collezioni americane e, per la sezione sugli indiani nativi, dal Gilcrease Museum di Tulsa in Oklahoma e il Buffalo Bill Historical Center di Cody nel Wyoming. Da Tulsa sono stati chiesti in prestito 24 dipinti, 10 acquerelli, 10 sculture e 25 oggetti della cultura nativa, mentre da Cody proviene un altro nucleo di 20 dipinti, 21 fotografie e 54 oggetti e accessori. Altre fotografie, questa volta dal Museum of Fine Arts di Boston, hanno invece tematiche generali: le città, la costa orientale, le cascate del Niagara, l’Ovest.
La mostra apre insieme a una serie di iniziative collaterali: tra gli altri, un’esposizione di quattro artisti italiani, Piero Guccione, Giuseppe Puglisi, Francesco Michielin e Velasco, chiamati a elaborare i temi principali di “America”: il mare, la città, il bosco e il ritratto. La “mostra nella mostra”, questa volta di arte contemporanea, comprende 25 opere realizzate per l’occasione.