Derry “libera”. Per sempre
Di quel momento drammatico rimangono la scritta che campeggia su una casa: “You are now entering Free Derry”, i murales e un piccolo monumento celebrativo, ormai meta di tutti i giri turistici della città sui bus a due piani.
Il nome di Free Derry comprendeva i quartieri Bogside, Creggan e Brandywell che fra il 1969 e il 1972 vennero isolati dagli abitanti dal resto della città costruendo delle barriere.
Proseguendo la passeggiata sulle mura si supera Butcher Gate da dove si scorge, all’interno, il Diamond, la piazza che sorge al centro della città murata ed è visibile anche dalle altre tre porte principali. Un angolo della piazza è dominato dall’Austin’s Department Store, il primo “grande magazzino” irlandese per anno di fondazione; risale infatti al 1904.
Altre possibilità di shopping si incontrano presso la Castle Gate nell’area del Craft Village, la ricostruzione di un villaggio del XIX secolo, con casette dai tetti di paglia che ora ospitano negozietti di tutti i generi, ma anche il Genealogy Centre, dove sono registrati tutti i nomi degli immigrati irlandesi che proprio da Derry si imbarcavano per i porti americani.
Musei e monumenti per una storia antica
Spunti storici da approfondire nel Tower Museum, che per le sue qualità espositive si è guadagnato diversi premi, prima come miglior museo britannico e poi a livello irlandese. Nei cinque livelli si spazia dall’archeologia sottomarina, con la storia della scoperta di una nave dell’Invincibile Armada – la Trinidad Valencera – naufragata al largo delle coste del Donegal nel 1588, alla storia di Derry, dalla preistoria alla contemporaneità.
Attorno alla Shipquay Gate la città è molto animata, sia fuori che dentro le mura.
In passato questo era il collegamento fra il porto e il mercato. Da una parte c’è la strada piena di botteghe che sale al Diamond, dall’altra la piazza dove sorge la Guildhall, uno dei simboli della città. L’edificio neogotico del 1887, ricostruito dopo un incendio fra il 1908 e il 1912, è famoso soprattutto per le sue vetrate, dove sono raccontati episodi della storia di Derry.
Siamo ormai all’esterno delle mura, quasi sulle rive del fiume Foyle,al quale sono legate molte vicende della città. Il complesso di statue dedicato agli emigranti ricorda le migliaia di persone che si imbarcavano a Derry per cercare una vita migliore in America. L’ultima nave a fare la spola in quindici giorni fra il porto della città irlandese e New York fu il Minnehaha, la cui silhouette si può vedere presso l’Harbour Museum.
I murales del Bogside
A Derry, come a Belfast, i murales legati al tema dei “troubles” sono diventati ormai uno degli elementi di maggior interesse per chi visita le città nord-irlandesi.
I Bogside Murals sono stati dipinti da tre artisti locali: William Kenny, Kevin Hasson e Tom Kelly, nelle zone di Rossville Street e Lecky Road.
In tutto sono undici opere; dieci raccontano gli eventi del Bogside, mentre il Peace Mural, come suggerisce il nome, è un invito alla speranza.
Il Bloody Sunday Commemoration Mural, dipinto nel 1997 in occasione del venticinquesimo anniversario dell’evento, contiene l’immagine delle quattordici persone uccise il 30 gennaio 1972, circondate da quattordici foglie di quercia, simbolo della città. “The death of innocence” (la morte dell’innocenza) è uno dei murales più famosi: rappresenta Annette McGavigan, una ragazzina di quattordici anni che fu il primo dei bambini uccisi nei troubles di Derry.
Perse la vita nel 1971 mentre ritornava da scuola.