Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Da Antonio Canova a Francis Bacon

Due grandi mostre portano a Milano, a palazzo Reale, la scultura neoclassica e il pittore irlandese, scomparso nel ’92, che manca nelle mostre italiane da circa quindici anni

Francis Bacon, Three Studies of Herietta Moraes (1966)
Francis Bacon, Three Studies of Herietta Moraes (1966)

Francis Bacon al piano terra, Antonio Canova al primo piano: continua a palazzo Reale, in piazza Duomo a Milano, la stagione delle grandi mostre già aperta, per il 2008, con la retrospettiva dedicata a Giacomo Balla. Due eventi di sicuro richiamo, Canova per gli amanti della scultura e del gusto neoclassico, Bacon per la pittura del Novecento, sono stati inaugurati pochi giorni fa per restare aperti rispettivamente fino al 2 e il 29 giugno. Stile e spirito diversi, certo, nelle due rassegne, accomunate però dall’importanza delle opere ottenute in prestito: per Canova si tratta dei marmi del museo Ermitage di San Pietroburgo, per Bacon le tele, che vengono da collezioni private o istituzioni, ripropongono il lavoro del pittore irlandese dopo un’assenza, in esposizioni italiane, di almeno quindici anni.
La mostra “Canova alla corte degli zar. Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo” presenta una selezione di quaranta opere dalla raccolta del museo russo. Le sculture di Canova, in realtà, sono sette, affiancate da altri autori a lui contemporanei come Giovanni Duprè, Pietro Tenerani, Emile Wolff, Lorenzo Bartolini. Curata da Sergej Androsov e Fernando Mazzocca, l’esposizione porta a Milano quasi la metà delle sculture canoviane possedute dall’Ermitage, – in tutto sedici – : tra queste, “Le tre Grazie”, la “Danzatrice”, l’”Amorino alato”, la “Maddalena penitente”.

Canova, Le tre Grazie
Canova, Le tre Grazie

Posta su un sostegno rotante, a evidenziare la resa del movimento della
scultura, la bellissima Danzatrice cattura gli occhi del pubblico ma
risulta apprezzata anche la Maddalena, tra le poche sculture in mostra
che si confronta con l’espressione del dolore. Si aggiungono le altre
opere di Canova, “Testa del genio della morte”, “Paride”, “Elena di
Troia” e alcuni buoni esempi di grazia ed equilibrio neoclassico, a
cavallo tra Ottocento e primo Novecento, degli altri autori: come la
“Ninfa dello scorpione” di Bartolini, “Le ore danzanti” di Carlo
Finelli, la “Psiche svenuta” di Tenerani. La rassegna ha anche il
pregio della sua sede, le sale dell’ex museo della Reggia di palazzo
Reale, cornice adatta per restare in atmosfera neoclassica e degna, di
per sè, di una visita.

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Francis Bacon, Three Studies of the Male Back (1970)
Francis Bacon, Three Studies of the Male Back (1970)

Tutt’altro respiro per le tele espressioniste di Francis Bacon,
dublinese, scomparso nel ’92 dopo una ricerca artistica che lo ha
consacrato agli onori di critica e pubblico dalla metà del Novecento.
Un’antologica di cento opere, ottantadue dipinti, disegni e materiale
d’archivio ne ricorda il lavoro a Milano un anno prima delle
celebrazioni che si terranno a Londra, Madrid e New York nel 2009, per
il centenario della nascita. Francis Bacon è noto al grande pubblico
per l’interpretazione che ha dato, in diversi quadri, del Ritratto di
papa Innocenzo X del 1650 di Velàzquez. L’uomo di potere rappresentato
da Velàzquez diventa per Bacon un volto cupo e oscuro, a volte ritratto
mentre grida, lacerato da un’angoscia che i critici hanno definito
cifra simbolica del ventesimo secolo.  
A palazzo Reale ci sono due
dipinti in tema, “Pope I” e “Figure Seated. The Cardinal”, ma in mostra
sono presenti diversi dipinti di grande interesse, dai primi lavori
degli anni Trenta sino al 1990.
Si ripercorrono le prime matrici
cubiste, l’attenzione presto rivolta alla pittura figurativa, i
soggetti e gli ambienti ricorrenti che caratterizzano lo stile di
Bacon: volti deformati, corpi ritorti o accovacciati, abbandonati in
solitudine in stanze vuote, evidenziate solo da una sedia e da uno
spazio che si circoscrive attorno a loro come una gabbia. Bacon studia
le manipolazioni dei corpi, coltiva vere e proprie ossessioni creative,
come quella delle immagini che rappresentano il movimento: nei dipinti,
dichiara di voler raggiungere l’effetto di uno shock visivo, il
corrispettivo pittorico di una fotografia, pensato per essere visto e
colto nell’immediato. Di questo genio autentico la rassegna, a cura di
Rudy Chiappini, presenta anche documenti e materiale tratto dal suo
studio, oggi conservato dalla Hugh Lane gallery di Dublino. Le immagini
che riproducono l’atelier di Bacon occupano un locale dedicato, mentre
una videointervista restituisce le parole dell’artista e il suo modo di
intendere la pittura.

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“Canova alla corte degli zar. Capolavori dall’Ermitage di San Pietroburgo”
Milano, palazzo Reale
Dal 23 febbraio al 2 giugno
Orario: lunedì 14.30 – 19.30, da martedì a domenica 9.30 – 19.30; giovedì  9.30 – 22.30
Infoline e prevendita tel. 02 54917
www.mostracanova.com – www.comune.milano.it/palazzoreale

“Bacon”
Milano, palazzo Reale
Dal 5 marzo al 24 agosto
Orario: lunedì 14.30 – 19.30, da martedì a domenica 9.30 – 19.30; giovedì  9.30 – 22.30
Per informazioni: tel 02 6596888; prenotazioni 899 666805
www.francisbacon.it

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