Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Quattro zampe con la valigia

Partire con cane e gatto è una consuetudine per molti viaggiatori italiani. Spiagge, hotel e ristoranti sono più disponibili ad accoglierli. Ma rispetto a Germania, Svizzera e Francia siamo ancora indietro. E non è così agevole imbarcarsi su navi e aerei

Al fresco sotto l'ombrellone (Foto © www.dogwelcome.it)
Al fresco sotto l’ombrellone (Foto © www.dogwelcome.it)

Sul sito di Dogwelcome, l’associazione che tutela “i diritti di tutti gli animali e di chi conduce animali domestici”, sono indicate molte dritte utili per chi viaggia con cani e mici. Addirittura sconti e last minute in B&B o residence per i soci. Un modo, dice la presidente, “per incentivare a portare con sé il proprio quattro zampe” sempre più percepito come “parte integrante della famiglia”.
Annalaura Sagramora, che di cani ne ha tre, da quasi dieci anni si interessa dei bisogni e delle esigenze dei viaggiatori con quadrupedi al seguito.”Riceviamo tante e-mail dai turisti europei – racconta – che sono venuti con il cane in vacanza in Italia diversi anni fa e oggi sono un po’ timorosi”. Rispetto a Francia, Germania e Svizzera, in effetti, “l’area mediterranea fa più fatica ad accettare i nostri quattro zampe in viaggio”. Le difficoltà ci sono, riconosce la presidente di Dogwelcome, “ma sono superabili e qualcosa si sta muovendo”. Ne è un esempio la recente proposta di legge regionale presentata in Toscana dai Verdi, che prevede il libero accesso degli animali domestici in tutti i luoghi pubblici, dall’ospedale, al teatro fino ai musei e alle trattorie.

Aereo, nave o auto?

Quattro zampe a bordo (Foto © www.dogwelcome.it)
Quattro zampe a bordo (Foto © www.dogwelcome.it)

Cruciale, anche per Sagramora, la questione trasporti. Gli aerei, in particolare, “sono inaccessibili a un buon 70% di chi viaggia con un cane”. Generalmente le compagnie aeree considerano gli animali di piccola taglia come “bagaglio a mano” da tenere all’interno del trasportino accanto ai piedi del passeggero; quelli medio-grandi invece viaggiano come “bagaglio registrato” in stiva. Il problema, sostiene la presidente di Dogwelcome, “è che il personale delle compagnie aeree non ha un codice comportamentale per gestire gli animali”, quindi è il comandante che decide dove collocarli durante il viaggio. Il biglietto da pagare inoltre “è salato, si paga a chilo, quasi più per loro che per le persone”.
Per quanto riguarda i viaggi in mare, cani e gatti non possono fare crociere. Sulle navi traghetto l’accesso invece è consentito anche se la normativa varia da compagnia a compagnia. In genere, con museruola e guinzaglio, certificato di buona salute e vaccinazione antirabbica, agli animali domestici è permesso stare in una zona del ponte o in ricoveri speciali, e in alcuni casi anche in cabina con il proprio padrone. Le tariffe sono di solito fisse, a prescindere da rotta e stagione.
Se si è deciso di viaggiare in auto con fido, si deve rispettare il codice stradale che stabilisce che cane e gatto non devono costituire pericolo o intralcio per il conducente. Se gli animali domestici sono più di uno, vanno custoditi nel vano posteriore della macchina diviso da una rete. Anche il viaggio su mezzi propri però può riservare brutte sorprese: quando si fa una sosta in autogrill, necessaria almeno ogni paio d’ore per il benessere del quattro zampe, “in molti bar l’accesso è vietato”, ricorda la presidente di Dogwelcome. In molte strutture del gruppo Autogrill, però, sono aperte gratuitamente al pubblico 17 Fido Park.
Si tratta di aree provviste di cucce all’ombra di gazebo, servizi “a misura di cane” e presidi veterinari attivi in date e orari prestabiliti durante l’estate.

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Una stanza per fido

Una sosta durante il viaggio (Foto © www.dogwelcome.it)
Una sosta durante il viaggio (Foto © www.dogwelcome.it)

Sul fronte strutture ricettive, in Italia su un totale di 33mila hotel, sono circa 12mila quelli attrezzati a ricevere animali domestici. Tra questi c’è anche qualche agriturismo e bed & breakfast. L’elenco completo è consultabile sul sito di Federalberghi, www.pets-hotels.it. La scelta di una denominazione in inglese è stata dettata, dice l’associazione degli albergatori, dall’esigenza di assecondare anche la clientela estera che a volte non sceglie l’Italia a causa proprio di una scarsa pubblicizzazione di quegli alberghi che accolgono i quattro zampe.
Anche in questo settore quindi sta cambiando qualcosa, riconosce Gianluca Felicetti, presidente della Lav, “gli esercenti hanno capito che può essere un business accogliere un cliente con cane al seguito”.
Di certo, c’è accoglienza e accoglienza. Felicetti ricorda il caso-modello di un hotel vicino ad Ascoli Piceno: sul bancone della reception era esposto un biglietto “discreto” che comunicava l’attivazione di un servizio di dog-sitter in albergo e la presenza di un veterinario disponibile 24 ore su 24.
Quello che ci si aspetta, però, sottolinea Annalaura Sagramora di Dogwelcome, “è di essere considerati dei clienti come tutti gli altri e non clienti ingombranti. Sul nostro portale – aggiunge – diamo un ‘Bollino Dogwelcome’ alle strutture che presentano determinati requisiti. Alcuni hotel chiedono una tariffa giornaliera o settimanale e un extra per le pulizie. Noi non segnaliamo più quelli che vogliono più di 5 euro al giorno per cane”.
Anche in spiaggia cani e gatti ultimamente sono più “tollerati”. Spetta a Comuni e Regioni decidere se consentirne o meno l’accesso. “Impenetrabile”, secondo Sagramora, è la Sardegna. Dopo l’ordinanza balneare dell’aprile 2007, la Regione ha dato il nulla osta ma i “Comuni faticano ad aderire e ad aprire le spiagge ai cani”.

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