Chi non ha sognato, almeno una volta, di piantare tutto e tutti, e sparire? Una donna corre lungo la Strada Provinciale Tre, tra i camion e i gas di scarico, in un paesaggio italiano irrimediabilmente mutato e sconvolto. Forse ha scelto di fuggire, o forse deve. Che cosa nasconde, quale peso insostenibile?
Ai margini di tutto, dove sembrava non esserci nulla, si compone un mondo di umanità commovente. Una storia di incontri, di misteri e di colpi di scena. Una storia costruita con un magistrale senso dell\’attesa e della suspense. Una storia che, infine, parla della nostra stessa esperienza di esseri umani. Della possibilità che abbiamo ancora di darle un senso. E di che cosa significa oggi essere, o credersi, liberi.
Ha cominciato camminando, poi ha accelerato, passi sempre più lunghi, rapidi e contratti… Un urlo prolungato che si smorza e muore in avanti, in quel punto imprecisato dell’orizzonte dove la donna corre. “È rimasta ogni volta sdraiata sull\’erba fresca del fosso. Un sasso appuntito che premeva contro una costola. L\’odore nauseante di una merda di cane che le mordeva le narici. Lì, stesa per terra, come una bestia. Senza la forza di fare nessun gesto. A tratti, si è sentita felice. Una specie di urto violento che si generava dentro di lei e si dilatava verso l\’esterno.
Sei libera. Libera”.
L\’unico suo dono è non avere più nulla, un corpo gracile e uno sguardo febbrile che inghiotte lo spettacolo di un Paese stremato. Nello sguardo di questa donna, l’autrice Simona Vinci rinnova la tradizione dei “vinti” e dei “perdenti”. Strada Provinciale Tre è un grande romanzo che li immortala, forse per l\’ultima volta, prima di essere travolti dal vento della Storia. Un libro che mette a nudo senza pietà il nostro tempo.